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LAssociazione delle Guide del Parco Come molti sapranno il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha istituito le Guide del Parco. Si tratta di una figura professionale prevista dalla Legge Quadro sulle aree protette (L.394/1991) che, nei Sibillini, è stata creata nel 1998 in seguito ad un corso di formazione indetto dal Parco. In quella occasione furono formati circa cinquanta interpreti naturalistici, ovvero persone in grado di far comprendere ai visitatori le caratteristiche del territorio in tutti i suoi innumerevoli aspetti. Linterprete - guida del parco non è, quindi, un semplice accompagnatore che conduce gruppi di persone sui sentieri, ma un profondo conoscitore del territorio, della sua storia e delle sue tradizioni. Un interlocutore che è anche in grado di trasmettere i principi della conservazione dalla natura e che contribuisce concretamente al raggiungimento degli obiettivi di gestione del Parco Nazionale. Nel 2004 è stato organizzato un secondo corso di formazione e le Guide, che da tempo sono riunite nellAssociazione delle Guide del Parco e sono iscritte in un apposito Albo tenuto dallEnte, sono diventate ottanta. Da qualche settimana lAssociazione ha un nuovo presidente: Stefano Zavka, Guida Alpina di Terni, Guida del Parco dal 2004. Ci viene a trovare in redazione: è appena uscito dalla prima riunione del neo eletto Consiglio Direttivo dellAssociazione. Stefano è uno degli alpinisti di punta dellItalia Centrale e non ci soffermiamo ad elencare le tante solitarie che ha inserito nel suo curriculum alpinistico; basterà solo ricordare che nel 2004 è stato scelto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per far parte della rosa di alpinisti italiani che hanno partecipato alla ormai famosa spedizione celebrativa dei 50 anni della prima salita al K2, da tutti considerata la montagna più difficile del mondo. Stefano si presta a fare una breve chiacchierata con noi che servirà a capire meglio limportanza di questa figura creata dal Parco. Chi sono le Guide del Parco e a cosa serve lAssociaizone delle Guide? Da un punto di vista burocratico la Guida del Parco è la figura che il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha creato sulla scorta delle disposizioni di legge della 394/1991, la Legge Quadro sulle aree protette. Nella realtà si tratta di profondi conoscitori del territorio: hanno conoscenze geografiche e naturalistiche approfondite e allo stesso tempo conoscono molto bene gli aspetti storici e antropologici del territorio del Parco. LAssociazione delle Guide si pone come referente unico per il turismo naturalistico nel Parco, un unico interlocutore per le istituzioni e per i semplici visitatori. Solo così si può creare unofferta turistica seria e preparata. La catena dei Monti Sibillini non presenta per lescursionista particolari difficoltà tecniche e di orientamento; perché servirsi di una guida? Uscire con una guida del parco è importante perché può consentire ad un visitatore di apprezzare pienamente questa terra: non mi riferisco solo al paesaggio o al territorio ma agli aspetti legati alla vita di tutti i giorni. Con una guida è possibile scoprire cose che altrimenti passerebbero inosservate. Daltra parte essere guida non significa solo saper trovare un sentiero o descrivere un paesaggio - per questo esistono splendide pubblicazioni e mappe - essere guida significa saper interpretare un luogo e quindi avere la capacità di trasferire il messaggio delle comunità locali al visitatore rendendolo protagonista e partecipe. Saper interpretare il territorio significa anche frequentarlo in maniera sicura e misurata allambiente. Questa peraltro è una valutazione certamente non semplice in quanto dipende principalmente dalle caratteristiche del gruppo che la guida accompagna. Come coniugare sviluppo turistico e rispetto per lambiente? Linterpretazione è anche questo, e mi rifaccio alla risposta che ho appena dato: una guida deve essere in grado di capire se un determinato luogo, in quel dato momento, è in grado di sopportare il peso di un gruppo d visitatori. Un forte afflusso turistico è potenzialmente pericoloso, ci sono infatti delle regole basate su studi specifici che prendono in considerazione la capacità di carico dei siti di notevole importanza ambientale, così come esistono delle modalità di comportamento generali: in particolare occorre diluire le presenze in più giorni ed evitare pericolose concentrazioni di persone in determinati luoghi. Il Parco ha fatto degli studi appositi, sta a noi mettere in pratica ciò che è emerso da questi studi. Al momento delliscrizione allAlbo delle Guide del Parco abbiamo firmato un codice di comportamento che fissa le regole generali del nostro mestiere allinterno dellarea protetta e i doveri specifici che siamo chiamati ad ottemperare quando accompagniamo un gruppo. È nostro dovere, ad esempio, effettuare un costante monitoraggio del territorio e comunicare tempestivamente allente gestore anomalie o particolari emergenze naturalistiche passate inosservate. Allo stesso modo siamo chiamati ad intervenire se, durante lo svolgimento del nostro lavoro, ci imbattiamo in comportamenti non corretti o dannosi per il patrimonio ambientale del Parco. Perché una Guida Alpina decide di diventare Guida del Parco? Principalmente per curiosità. La mia storia personale è un po strana: mi sono avvicinato da piccolo al mondo dellarrampicata e dellalpinismo - una vera passione per me - e di questo sono riuscito a farne una professione. La formazione per diventare Guida Alpina mi ha fatto conoscere la montagna a 360 gradi: è li che ho scoperto lescursionismo, lo spirito di avventura che questa pratica porta con sé e la magia insita in alcune montagne. Fino ad allora di una scalata ho sempre considerato solo il lato tecnico. Oggi considero lambiente che mi circonda, laria che respiro. Per questo credo che i Sibillini siano montagne uniche: sono montagne accessibili, non danno lidea di essere difficoltose , ma allo stesso tempo hanno dei posti incredibili che ti fanno comprendere quellaura di mistero che li avvolge. Dolci praterie interrotte da profonde forre inaccessibili, forme arrotondate alternate ad incredibili pareti rocciose i Sibillini sono pieni di queste contraddizioni, basta pensare alla toponomastica del luogo, e non so se le tante leggende su questi monti sarebbero giunte fino a noi se il senso di avventura che ti pervade quando li visiti ancora non fosse tanto forte sono montagne che ogni volta regalano sensazioni diverse, a seconda dello stato danimo con cui si affrontano. Lalpinismo sui Sibillini: un retaggio del passato pionieristico di questa disciplina o un richiamo ancora attuale? I Monti Sibillini, insieme al Gran Sasso, sono stati protagonisti della storia dellalpinismo italiano. Chi ricerca nellalpinismo solo il lato tecnico della disciplina può tranquillamente evitare di venire qui, cè il Gran Sasso a pochi chilometri che offre infinite possibilità. Ma anche in questo campo i Sibillini sono unici: sono costretto a ripetermi, visto che anche qui le sensazioni discordanti che si provano riescono a regalare emozioni uniche! I Monti Sibillini sono il terreno adatto per chi cerca questo mix di sensazioni: si può arrampicare in Patagonia e a Ferentillo, ma difficilmente trovi un posto che ti permettere di fondere le sensazioni che si provano in due posti così differenti! Qual è lesperienza alpinistica che maggiormente ti è rimasta impressa? Difficile dirlo non ce nè una in particolare, dovrei citarle tutte! È però curioso che nel curriculum alpinistico che ho presentato per lammissione al corso di guida aplina abbia inserito anche la parete nord del Monte Bove ancora più curioso se tieni conto del fatto che la commissione che ha esaminato quel curriculum non credo nemmeno sapesse dove sta il Monte Bove! Secondo me quella è una delle pareti più difficili del centro Italia se affrontata in certe condizioni, mi riferisco soprattutto alla stagione invernale... una volta ho impiegato 13 ore per uscire da una via di quella parete! Michele Sensini |
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