Il nostro impegno
per il Countdown 2010
Il Parco valore aggiunto
per il territorio
I progetti per il territorio
Valorizzazione delle aree
e dei percorsi verdi a Visso
Riqualificazione della Valle
del Fiastrone
Il recupero di Palazzo
Leopardi a Montefortino
Un progetto per far rivivere
l’Alta Val d’Aso
Norcia: il Complesso
monumentale San Francesco
Interventi nella Valle
del Campiano
Le favolose fioriture del Parco
Fuochi all’aperto: verso
una semplificazione delle
procedure
Il Piviere tortolino:
storia di un incontro inatteso
L’Atlante degli uccelli
nidificanti
Nuove prospettive
per l’economia del Parco
L’esperienza Varnelli
tra passato e futuro
Economia e territorio:
il Marchio del Parco
Il sito del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
Tecnologia Open Source
per i portali del Parco
L’Associazione delle guide
del Parco
Il Parco valore aggiunto per il territorio

La Comunità del Parco è uno degli organi più importanti nella gestione
di un area protetta. Ha compiti propositivi oltre che consultivi e, a
ribadirne l’importanza, ricordiamo che la legge rende obbligatorio il suo
parere per l’approvazione dei maggiori strumenti di gestione di un parco:
il regolamento, il piano per il parco, il bilancio e il conto consuntivo. È
composta dai sindaci dei Comuni che fanno parte dell’area protetta e dai
Presidenti delle due Regioni, delle tre Province e delle Comunità Montane
che ricadono nel territorio.
Il Presidente della Comunità del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è, dal
1999, Nando Ottavi che, oltre ad essere un imprenditore di successo, è
stato sindaco di Cessapalombo e Presidente della Comunità Montana
Monti Azzurri. Con questa intervista ripercorriamo insieme a lui oltre dieci
anni di storia del Parco, gettando, però, un occhio al futuro dell’area
protetta.
Che ruolo e che importanza ha avuto sinora la Comunità del
Parco nella gestione dell’area protetta?
È opportuno ricordare che gli anni fino al 2000 sono stati i più difficili: il
Parco era visto come un Ente che avrebbe tolto potere alle
amministrazioni locali, sostituendosi ad esse. Il nostro impegno è stato
in primo luogo quello di coinvolgere sempre le amministrazioni locali, in
particolar modo i Sindaci e gli altri amministratori comunali, cercando di
far capire che con il loro contributo si poteva realizzare qualcosa di
importante per tutto il territorio. E così, in effetti, è stato: ricordo in
particolare l’approvazione, avvenuta all’unanimità, del Piano per il Parco,
frutto di una lunga serie di incontri con gli amministratori locali, i tecnici
e con gli stessi cittadini.
Si è trattato quindi di un grande lavoro di concertazione…
Sicuramente… E pensare che la legge quadro nazionale (la legge
394/91, ndr) assegna maggiore importanza all’Ente, inteso come organo
di amministrazione e direzione, rispetto alla Comunità del Parco.
Personalmente ritengo, al contrario, che la Comunità del Parco debba
essere il principale organo di indirizzo; ciò in relazione al suo ruolo di
coinvolgimento delle realtà territoriali. Senza la collaborazione delle
amministrazioni locali e senza il contributo dei cittadini, di coloro cioè
che vivono nel territorio e che ne conoscono i problemi meglio di ogni
altro, il Parco sarebbe come un contenitore vuoto…e soprattutto lontano
dai bisogni della gente. Un Ente che non poggia sul consenso popolare,
diretto o indiretto che sia, rischia di essere visto come un’imposizione
lontana dal comune sentire e dagli stessi principi su cui si fonda la
democrazia.
Che cosa ha portato il Parco al territorio in termini
economici?
Moltissimo, ma ovviamente non posso ricordare tutti gli interventi
realizzati… è certo che nella maggior parte dei casi il Parco non è
stato e ancora oggi non è menzionato. Questo comporta che i cittadini
del Parco non si rendono conto di quanto l’Ente fa e ha fatto a beneficio
del territorio. Con Aldo Cosentino, Commissario Straordinario del Parco,
abbiamo parlato più volte di questo problema e proprio da lui è venuta
l’ idea di apporre in modo ben visibile nelle strutture realizzate grazie agli
interventi del Parco, una targa in cui sia menzionato l’intervento
economico che il Parco stesso ha elargito per il completamento o la
realizzazione dell’opera.
In dodici anni il Parco dei Sibillini è riuscito a ritagliarsi un suo
spazio all’interno del territorio?
Essendo un Parco giovane, forse non è ancora riuscito a darsi l’ampia
visibilità che una tale istituzione merita, né a soddisfare le aspettative di
molti. È vero che sono stati portati avanti diversi lavori e diverse opere,
anche importanti a cui, però, non è stato dato il risalto necessario che
avrebbe fatto meglio comprendere come un Parco può assicurare quel
valore aggiunto ad un territorio come il nostro. La presenza del Parco è
fondamentale per un corretto sviluppo economico, che necessariamente
deve passare dalla valorizzazione dei prodotti tipici del territorio,
dell’artigianato locale e del grande patrimonio culturale.
La presenza del Parco è stata e resta importantissima per il settore
turistico; i dati ci danno ragione: mentre lungo la costa non si fa che
parlare della crisi del settore turistico, i Comuni della montagna, negli
ultimi tempi, hanno registrato un numero di presenze inaspettato e
lusinghiero. Questa è la dimostrazione di come un Parco sia capace di
creare quel “valore aggiunto” di cui tanto si parla…
Ma i residenti, a suo parere, hanno compreso questo “valore
aggiunto”?
Purtroppo no. Ritengo che ci sia da lavorare ancora molto in questo
senso... L’impegno che per primi noi amministratori dobbiamo prendere
è proprio questo: far comprendere ai residenti l’importanza di vivere in un
Parco nazionale!
Un impegno reso in questo momento difficile dalla mancanza degli organi
di governo del Parco. Un’assenza sopperita in parte dalla preziosa ed
attenta collaborazione del commissario, il dottor Cosentino, dirigente
nazionale del Ministero dell’Ambiente.
Qual è stata l’esperienza più importante che ha vissuto come
Presidente della Comunità del Parco?
Ho avuto modo di collaborare e stringere buoni rapporti con i diciotto
sindaci che compongono la Comunità e con gli amministratori delle
Regioni e delle Province. Non nascondo che inizialmente ero un po’
sfiduciato; pensavo che un Parco così ampio, con tanti Comuni, due
Regioni e tre Province potesse risultare ingestibile... Invece siamo
sempre riusciti a ritrovarci serenamente e a discutere intorno ad un
tavolo a cui tutti hanno partecipato sempre assiduamente: non c’è stata
una riunione a cui non abbia partecipato almeno l’ottanta - novanta
percento dei componenti; senza contare, poi, che i risultati sono stati
raggiunti quasi sempre all’unanimità!
Usciamo, per finire, dai confini del Parco Nazionale dei Sibillini…
Secondo lei c’è attenzione, a livello nazionale, verso i Comuni
della montagna e per le loro esigenze?
Questa è una nota dolente del nostro Paese. Sono sempre stato
convinto che l’Italia può ricevere moltissimo, in termini di sviluppo, dai
nostri piccoli Comuni dell’entroterra. La nostra cultura risiede proprio
nella miriade di piccoli centri che compongono la struttura portante del
Paese. Sono una moltitudine inaspettata di musei a cielo aperto, tanti
piccoli gioielli, ognuno da visitare.
Le leggi nazionali pongono poco l’accento su questo importante fattore.
Se ne parla - forse anche troppo - solamente a livello di dibattito
parlamentare … ma i finanziamenti non arrivano mai!
Se dovessero sparire certe realtà - piccole ma importantissime quali
sono i nostri Comuni o le nostre piccole attività - sono convinto che si
farebbe soltanto del male al nostro Paese!

Michele Sensini


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