Un mistero tutto al femminile
Continua l’attività di ricercatori, antropologi e filologi
per approfondire gli aspetti magico-religiosi dell’universo femminile
della misteriosa Sibilla. Da quest’anno anche il Parco dei Sibillini
si impegnerà nella ricerca

di Grazia Mandrelli

Non esiste al mondo un altro Parco naturale, come questo degli azzurri
monti Sibillini, che abbia le sue femminilissime radici (profonde e
inquietanti) nella leggenda, nell’incanto, nella magia: il mito della Sibilla,
ma anche altre favole appartenenti ai tempi considerati bui della nostra
storia, non è mai stato soffocato neppure dal trascorrere delle decine e
decine di secoli. Quassù tutto appare sotto un’altra luce, come si fosse più
vicino agli dei o, se si preferisce, alla natura incontaminata. Con i suoi
misteri, l’incredibile bellezza, le contraddizioni.
Abissi e stelle. Una terra che è dea essa stessa.
Qui anche oggi, alle soglie del terzo millennio, quest’area magica si respira
ancora. E qualsiasi evento che vada appena al di là del tran tran giornaliero
viene assorbito con l’animo di chi convive con incanti e indovini da quasi
tremila anni. Se sia la natura dei monti ad aver plasmato la femminea figura
della Sibilla oppure sia stata questa affascinante e intrigante donna,
sacerdotessa o indovina, a ingegnare il mistero di queste terre, forse non
riveste grande importanza neppure per lo storico. Di certo non ne ha per chi
qui vive e continua, giorno dopo giorno, a sentirsi protetto della fantastica
corona dei monti.
Da secoli la storia di tale “sibillina” figura femminile viene scritta e riscritta
attingendo a testimonianze di tradizione orale e a qualche prova storica.
Da secoli questa Sibilla, una delle più famose nella storia del nostro paese,
viene rappresentata a volte come una Venere lussuriosa, altre come una
sacerdotessa, altre ancora come depositaria di verità e profezie.
Esiste una grotta, probabilmente risalente alle origini del mito, di cui tutti
gli abitanti dei monti hanno sempre saputo, ma che gli studiosi hanno
esplorato scientificamente per la prima volta cento anni or sono, nel giugno
del 1897. Ma il silenzio su ciò che effettivamente è stato possibile scoprire
nell’ antro nel corso degli anni, e sui suoi misteri, rimane ancora in buona
parte inviolato.
Lando Siliquini, ex sindaco di Montefortino ed attualmente consigliere
dell’Ente Parco, ha lanciato ora una nuova sfida: una “lotta per la
conoscenza”, come la chiama lui.
E, per sollevare un po’ (o forse inconsapevolmente per infittire) il velo
dell’arcano, inizia col raccontare un fatto: “Tra l’autunno del ‘52 e la
primavera del ‘53 - scrive nella sua relazione presentata al convegno
“Montefortino, vent’anni dopo”, svoltosi lo scorso novembre nel comune
marchigiano che ha legato il suo nome alla lunga storia per l’istituzione del
Parco dei Sibillini - quattro operai sotto la direzione di un sedicente tecnico,
a tutt’oggi non identificato, dopo aver saggiato un pertugio aggettante su
una vasta e insondabile cavità, rinvenivano e asportavano una epigrafe,
collocata nei recessi della grotta, con vari giorni di duro ma razionale
scalpellamento della viva roccia”.
Gli operai, abilmente indirizzati dal tecnico che li aveva ingaggiati, erano
tutti giovanissimi, ma oggi ne è rimasto in vita soltanto uno. Dal racconto si
capisce che il “sedicente” sapeva esattamente cosa e dove cercare. Forse
conosceva persino particolari fisici della grotta che nessuno altro, dopo il
suo crollo, ha mai conosciuto.
Proprio sulla morfologia dei luoghi dovrebbe incentrarsi ora la ricerca.
Anche per dare ai pellegrini del giubileo l’opportunità di riscoprire quelle
tradizioni medioevali che vedevano nel monte della Sibilla un passaggio
obbligato.
“I tempi - dice ancora Siliquini - sono maturi per ricominciare gli studi”.
Il Parco, nel Consiglio del 18 dicembre del ’97, ha istituito una
commissione, composta da consiglieri dell’Ente e sindaci della zona,
per promuovere gli studi sul mito e per organizzare già quest’anno un
importante convegno.
Ma l’enigma di questa figura, a mezzo tra stregoneria e cultura, tra religione
e paganesimo, questo affascinante arcano durato migliaia di anni, non è
probabile che possa essere risolto da nuove scoperte archeologiche.
E forse non è neppure auspicabile, se non altro per non togliere a questi
fantastici monti la protezione e l’alone di mistero che la Sibilla, certamente
donna, ha donato loro.
Donne a metà del cammino
Un mistero tutto al femminile
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A colloquio con i Sindaci
di Ussita e Bolognola
Passione e dovere
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Politiche e Parco
Alla scoperta del Parco
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LEADER II: un’iniziativa
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