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Le Comunanze Agrarie A colloquio con Caio Coccia, Presidente della Comunanza agraria di Castelluccio di Norcia, per scoprire il ruolo attuale delle antiche forme di proprietà collettiva di Grazia Mandrelli Sopra i 500 metri di quota, dove comincia a respirarsi laria fina di montagna e dove la vita e il lavoro profumano di resine, carbone, castagne e sudano di quotidiana fatica, lì agiscono le Comunanze Agrarie. Da tanto, tantissimo tempo, sotto certi aspetti da sempre. Le Comunanze Agrarie sono delle antiche forme di proprietà collettiva legata alla residenza degli abitanti in certe zone che gestiscono da secoli territori in uso civico. Queste remote forme associative, quasi di solidarietà, nonostante il progressivo e apparentemente inarrestabile spopolamento delle zone montane, non sono certo scomparse con il trascorrere dei secoli. Dentro e tutto attorno al perimetro del Parco Nazionale dei Sibillini ve ne sono ancora tante, spesso riunite in consorzi e con una gestione ormai codificata amministrativamente tra pubblico e privato. Una delle più sostanziose che opera in una zona a cavallo tra Umbria e Marche, è quella di Castelluccio di Norcia. A guidarla, a consigliare, a sbrogliare i problemi e a dare unaccelerata alle lentezze burocratiche, è da 16 anni a questa parte Caio Coccia, un uomo che con passione parla di questo mestiere ormai a mezzo tra politica e attività amministrativa. Un personaggio conosciutissimo nel suo territorio per limpegno nei confronti della sua Castelluccio, nella quale è nato e dove è sempre vissuto e della quale conosce ogni sfumatura. La Comunanza - ci spiega - è ormai un ente vero e proprio, legalmente iscritto e con il compito di controllare un determinato territorio attraverso una sua amministrazione composta da un presidente e da consiglieri. Cosa vi chiedono gli iscritti alle Comunanze di cui vi occupate? In particolare di spiegare, di rendere più comprensibili le tante leggi che sono oggi necessarie per fare qualsiasi cosa allinterno del territorio di competenza. Poi ci occupiamo di altre attività, ad esempio, le transumanze di pecore che arrivano ancora oggi in questa zona un po da tutto il centro Italia. Cosa è cambiato nel corso degli anni nella gestione delle Comunanze? Purtroppo molto. Soprattutto perchè le frazioni montane a poco a poco si stanno spopolando a discapito dellagricoltura e delle altre attività che erano tipiche di queste zone. Il lavoro, comunque, da parte nostra è sempre molto intenso perchè non solo dobbiamo amministrare i beni collettivi ma anche perchè abbiamo cercato di acquisire una capacità progettuale al fine di reperire fondi da enti nazionali e comunitari per migliorare la vivibilità e leconomia del nostro territorio e degli abitanti di Castelluccio. E con listituzione del Parco? Sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più, ma siamo abbastanza fiduciosi per il futuro. I nostri rapporti con lEnte Parco sono di collaborazione, lo sono sempre stati. Solo che lo sentiamo un po troppo lontano, non sempre si colloquia bene con i suoi rappresentanti. Ma come vede il futuro della zona per quanto riguarda i vostri interessi? Speriamo molto in un rilancio del turismo. Qui a Castelluccio, soprattutto destate, non abbiamo mai avuto problemi sotto questo profilo. Ma linverno è tutta unaltra storia. Ci auguriamo che il Parco Nazionale dia un notevole impulso alla riscoperta di questo territorio. Le piace il ruolo di Presidente della Comunanza? Tantissimo perchè mi fa sentire vivo e attivo e perchè, davanti a me, ci sono ancora tante cose da realizzare. Nelle parole del Presidente Caio Coccia traspare la schiettezza della gente che in montagna è nata ed è vissuta, che di montagna vive e lavora e che qui, con fatica e con la consapevolezza del continuo incanto delle giornate, vorrebbe restare. |
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