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LEcocentro di Castelsantangelo sul Nera di Massimo DellOrso Il 14 agosto è stato inaugurato lEcocentro di Castelsantangelo sul Nera, la prima delle strutture destinata alla fruibilità e alla divulgazione degli aspetti ambientali e culturali del Parco. Il progetto nasce da una collaborazione tra il Comune di Castelsantangelo sul Nera e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini nellambito del programma triennale 1994-1996 per la tutela ambientale. LEcocentro di Castelsantangelo sul Nera si compone di due strutture: LEcomuseo-Centro Visita e il Centro Faunistico, strettamente collegati al vicino centro storico, tanto da formare un modello di fruizione integrato da elementi naturalistici, turistici, storici e didattici. Il Centro Visita è stato allestito nella scuola elementare Col. A. Falcucci, allinterno di un area verde circondata da tigli e lambita dalle acque del fiume Nera che ben si presta ad iniziative ed attività complementari al Centro. All'interno il percorso si snoda tra una serie di diorami, cioè di ambienti tipici del Parco sapientemente ricostruiti con lutilizzo di materiali sintetici e preparati tassidermici di animali ritrovati morti. Tali ambienti comprendono la faggeta in inverno, il bosco di querce ed aceri in autunno, gli ambienti umidi e le sorgenti, i piani carsici e le alte vette, un acquario con gli anfibi e un plastico per una veduta d'insieme dei Monti Sibillini; tutto ciò, anche con l'ausilio di pannelli didattici e la suggestione di numerose fotografie, permetterà di acquisire informazioni e sensazioni che potranno poi essere riscontrate nella realtà degli ambienti del Parco. Ampio spazio è dato alla sezione dedicata al cervo, dove un esemplare maschio dal trofeo particolarmente imponente, preparato nella postura tipica del bramito, accoglie i visitatori. Tramite una postazione multimediale si può viaggiare nel passato, rievocato dai racconti e dalle immagini di pastori ed anziani delle alte valli del Nera mentre, nella vicina sala, scorrono in dissolvenza immagini di natura, accompagnate da un sottofondo musicale. Infine, è presente uno spazio dove i bambini potranno dipingere e disegnare il Parco visto con i loro occhi. Il Centro Faunistico, che si estende su una superficie boscosa di circa 29 ha a ridosso di Castelsantangelo sul Nera e Vallinfante, è strutturato in maniera tale da risultare funzionale alla realizzazione del progetto per la reintroduzione del cervo nel Parco. A tal fine è costituito da sei zone recintate ed attrezzate (aree faunistiche) che lo configurano come una sorta di "wildpark", secondo loriginaria denominazione centro-europea, in cui verranno allevati, in condizioni di semilibertà, caprioli e cervi, garantendo loro condizioni di vita il più possibile simili a quelle naturali. Ma oltre ad assolvere alle funzioni scientifico - naturalistiche rappresentate dalla gestione di animali utilizzabili per immissioni in natura, il Centro faunistico avrà delle positive ricadute economiche e sociali legate allo sviluppo delle attività turistico-educative, conseguenti dalla possibilità di osservare gli animali in condizioni seminaturali imparando così a conoscerne, con lausilio di personale qualificato, i relativi segni di presenza. Con opportuni adeguamenti, il Centro Faunistico, che comprende anche una voliera, potrà in futuro ospitare anche altre specie di interesse naturalistico tra le quali il corvo imperiale e il grifone, che, come il cervo, si sono estinti in tempi storici dal territorio dei Monti Sibillini. In particolare, per quanto riguarda il cervo, gli studi del 1998 e del 2001 sulla fattibilità della sua reintroduzione hanno dimostrato lidoneità del territorio ad ospitare questa interessante specie. Testimonianze storiche indicano che nelle Marche il cervo sia scomparso entro il XVIII secolo, mentre sui Monti Sibillini, oltre che da considerazioni biogeografiche e dal ritrovamento di reperti ossei, la presenza storica è testimoniata da alcuni toponimi locali, come Forca della Cervara tra il Monte Bove sud e il Pizzo Berro e Colle Cervi presso Ussita; Cervara e Capo Cervara vicino Preci; Fosso della Cervara sul Monte Ceresa. Vi sono inoltre notizie, risalenti al 1825, della uccisione della specie nel vicino Casciano, suoi resti sarebbero stati trovati intorno al 1750 nei monti della Laga; infine vi sono significativi reperti a carattere storico artistico come, appunto, i cervi scolpiti sul Tempietto, a Norcia. Perchè il cervo nel Parco? La reintroduzione del cervo è parte sostanziale delle strategie di conservazione e riqualificazione del Parco stesso e del territorio appenninico in generale, perché va a completare quel processo di valorizzazione delle zoocenosi del parco e di rafforzamento della popolazione di cervo nella regione appenninica, dove la specie presenta ancora un areale troppo frammentato e una popolazione numericamente piuttosto limitata. Il ritorno del cervo inoltre è un importante passo verso il recupero della componente faunistica di erbivori selvatici dei Monti Sibillini ed è fondamentale per gli obiettivi di conservazione dei carnivori presenti stabilmente, come il lupo, o occasionalmente, come lorso e la lince, che in presenza di una maggiore risorsa alimentare potranno, tra laltro, diminuire la predazione sul patrimonio zootecnico. Larrivo dei primi esemplari di cervo nellarea faunistica è previsto per i prossimi mesi, ma noi tutti ci auguriamo di poter incontrare al più presto questo nobile signore della foresta ed ascoltare il suo potente richiamo propagarsi dalle vallate dei Monti Sibillini. |
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