Il realismo dell’utopia
Dieci anni di Parco
Sulle orme di San Benedetto
Un Parco per l’Europa
La nuova gestione
delle Case del Parco
Aperto al pubblico il Centro
di Documentazione
della Mediateca dei Sibillini
La Carta Europea
del Turismo Sostenibile
Il Piano di interpretazione ambientale
Un progetto per
l’agricoltura sostenibile
L’agricoltura biologica
La reintroduzione
del pino mugo
e dell’abete bianco
Un premio d’oro
per la biodiversità
Il lupo nel Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
Criteri per la protezione
del bestiame domestico
Un Parco per tutti:
il sogno diventa realtà
La sentieristica del Parco
I calendari del Parco
I quaderni scientifico-divulgativi
Notizie in breve
L’educazione ambientale
per ogni stagione
Amandola: l’isola inglese
Pievebovigliana:
il restauro di Palazzo Fani
Interventi del Parco
Dieci anni di progetti in sintesi
Sibillina e Berenice
L’agricoltura biologica

L'agricoltura biologica in Italia dopo una fase di crescita imponente,
oggi sta vivendo una fase di contrazione legata all’incertezza creata
dalla riforma della Politica Agricola Comunitaria (PAC), da un’applicazione
senza strategia dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR) e dall’incapacità
di dare un progetto all’agricoltura italiana. Il problema da affrontare oggi è:
“quale ricerca, quale assistenza tecnica, quali servizi alla produzione
ed alla commercializzazione servono, perché l'agricoltura biologica
continui a fornire prodotti sani e buoni per chi li consuma e per l'ambiente
in cui sono realizzati”.
La riflessione sul futuro dell’agricoltura deve fare riferimento ai benefici
che questa può dare al territorio, quindi tutela dell'ambiente, qualità
e tipicità delle produzioni, salute dei consumatori, gestione e
valorizzazione delle risorse umane e naturali, sostanziate dal concetto
della multifunzionalità di cui l’agricoltura biologica è portatrice.
La conversione al biologico di intere aree significa, quindi, riconoscere
e affidare all'agricoltura l'impegnativo quanto naturale compito di "gestire
il territorio", utilizzando il metodo di agricoltura biologica come strumento
operativo. Su questi presupposti si basa il progetto agricoltura sostenibile
nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini che insieme a molte altre aree
italiane, è fortemente interessato ad un sostanziale riconoscimento
del ruolo multifunzionale delle attività agricole, poiché ha nella
valorizzazione dell’ambiente e delle sue produzioni tipiche, l'unica
possibilità di continuare a fare agricoltura e zootecnia cioè, gestire e far
vivere il territorio, per non abbandonarlo al degrado idrogeologico.
Alla vita di un territorio è legata la storia, la cultura, le tradizioni ed
i prodotti, che insieme sono l'elemento di attrazione e quindi, di sostegno
economico, di quello stesso ambiente destinato a sparire se gli si chiede
di competere con l'aspetto più deleterio della globalizzazione.
Credo che questo sia il messaggio più importante che il progetto lascerà
al territorio, nella speranza di aver seminato una “cultura” che dovrà
continuamente essere coltivata. Per AIAB dunque l’agricoltura biologica
non è solo un metodo ma un modello di sviluppo rurale.
L’agricoltura biologica è l’occasione per ridare all’agricoltura il suo ruolo
di cerniera tra produzione e territorio, tra alimentazione e salute, tra lavoro
e sviluppo sostenibile. Cioè uno sviluppo incentrato sui valori ed i bisogni
reali che ogni territorio esprime e che troppi territori hanno perso.
In questa strategia, gli indispensabili contributi devono configurarsi come
il riconoscimento che la società dà al ruolo di agricoltore che, rispettando
regole certe, si fa garante della salute dei consumatori e del territorio.
Sarebbe la presa d’atto che, l'inquinamento delle falde, le frane,
gli smottamenti, così come gli scandali alimentari, che si ripetono
con frequenza, non sono altro che la prevedibile conseguenza della
cattiva gestione del territorio e di un modo distorto di fare agricoltura
L'agricoltura biologica propone un modello di sviluppo sostenibile
e praticabile, su cui è chiamato a ragionare chi è interessato a restituire
all'agricoltura un ruolo centrale per il governo del territorio, oltre
le temporanee convenienze di mercato.
È certamente troppo attribuire al PAS tutti i compiti di questo passaggio,
però non è sbagliato dire che siamo partiti e chi ben comincia...

Vincenzo Vizioli
(presidente AIAB)


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