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Un Parco per tutti: il sogno diventa realtà Il progetto un Parco per tutti ha ormai molti anni di vita. Ambizioso ed innovativo esso può essere considerato linizio di un percorso che negli anni ha cominciato a prendere forme sempre più definite e che ora segna la strada per lo sviluppo del nostro territorio. Con questo progetto il Parco si apre a tutti i visitatori offrendo una serie di opportunità allescursionista più esigente in cerca di spazi aperti ed incontaminati e allappassionato di arte o architettura e prestando particolare attenzione alle famiglie, agli anziani e ai disabili. Laccessibilità è, infatti, uno degli elementi portanti del progetto che ha come fine quello di rendere fruibili le bellezze naturali ed artistiche del proprio territorio ad una fascia sempre più larga di utenze. I primi finanziamenti, stanziati tra il 1996 e il 1998, sono stati concessi CIPE, ma tanti altri sforzi economici sono stati e saranno convogliati su questo progetto, a conferma della sua importanza strategica. Un Parco per tutti, infatti, è unidea che rimane aperta ad ogni forma di ampliamento, è un po la filosofia che sta alla base della gestione del nostro Parco. Il Grande Anello dei Sibillini è la spina dorsale di questo progetto: un anello escursionistico che si sviluppa a bassa quota lungo tutto il perimetro del Parco passando per i centri abitati più suggestivi e offrendo così la possibilità di coniugare le bellezze naturali alle grandi attrazioni artistiche e culturali. In questo modo il Parco ha voluto creare un itinerario naturalistico-culturale in grado di uscire dagli schemi del classico sentiero escursionistico e di offrire la possibilità di vivere appieno il territorio. Così, passeggiando lungo il Parco, potrete fermarvi un giorno in più in questo o in quel paesino, magari scoprendo incuriositi il lavoro dei carbonai di Cessapalombo oppure gustandovi lo splendido panorama che si apre dal portico della Chiesa di SantAndrea a Campi Vecchio. Il percorso è suddiviso in nove tappe giornaliere; ad ogni tappa è previsto un rifugio escursionistico, cinque dei quali sono pronti per essere dati in gestione e prima dellestate saranno funzionanti: i rifugi di Cupi di Visso, di Fiastra, di Colle Le Cese (tra Arquata e Forca Canapine) e di Campi di Norcia saranno affidati in gestione dal Parco, mentre il rifugio di Colle di Montegallo verrà affidato dal Comune con il quale è stata firmata una convenzione. Il progetto prevede che da ogni rifugio partano anche percorsi fruibili anche dai disabili: finora sono stati realizzati un percorso che costeggia lincantevole lago di Fiastra e un lungo itinerario di eccezionale valore paesaggistico che parte da Forca di Presta sotto il Vettore. Il Grande Anello è stato studiato per scoprire e rivitalizzare gli antichi borghi che fanno parte integrante del nostro Parco, la culla della nostra gente e delle nostre tradizioni, ma anche lelemento fondamentale su cui lavorare per creare nuove opportunità economiche. Non a caso i rifugi escursionistici collegati al Grande sono stati dislocati nelle aree più marginali con lobiettivo di dare nuovo impulso economico e sociale alle piccole frazioni, finora tagliate fuori dai classici circuiti turistici e poco valorizzate. Larchitetto Amos Masè è stato uno dei progettisti e, come gli altri, ha mostrato una particolare sensibilità nel tradurre in realtà i valori architettonici del nostro territorio: Solo il rifugio di Garulla sorge su un edificio nuovo. Tutti gli altri sono stati realizzati recuperando strutture esistenti senza snaturarne i canoni architettonici. Uno dei punti di forza del progetto, laspetto secondo me più importante, sta nel fatto che il Grande Anello unisce idealmente una serie di piccole frazioni che da oggi possono contare su un elemento di sviluppo economico importantissimo ma, soprattutto, di stimolo sociale. Penso allescursionista che giunge a Cupi di Visso, o a Campi Vecchio, e che scopre un piccolo gioiello rimasto nascosto. I rifugi sono stati pensati per essere accessibili ad ogni tipo di disabilità, Questo è stato lelemento su cui il Presidente Graziani ha insistito di più - prosegue lArchitetto Masè - così abbiamo cercato di rendere accessibile ogni ambiente dei rifugi, senza dedicare degli spazi solo ai disabili. Ma laccessibilità è un cardine dellintero progetto: i due percorsi per tutti che partono dal Grande Anello sono un esempio avanzato di come si possa garantire laccessibilità nelle aree protette, che non è determinata solo dalla pendenza o dal fondo, ma anche dalle tabelle informative, ad esempio, che avvertono su quali tipi di difficoltà si possono incontrare. La disabilità ha molte sfaccettature, può essere momentanea, permanente, motoria o psichica. Importante è garantire a tutti almeno una possibilità di vivere la natura. Il coordinamento del progetto è stato affidato ad Alberico Alesi, pioniere dellalpinismo nei monti Sibillini e coautore, insieme a Maurizio Calibani, della guida più completa della nostra catena montuosa. Larchitetto Alesi ricorda con molto piacere il lavoro e limpegno di tanti anni di progettazione: Lanello escursionistico è lungo 120 km; bene, noi lo avremo percorso, zaino in spalla, almeno cinque volte! Abbiamo dovuto valutare molte alternative per ogni tappa, dal momento che un conto è progettare un sentiero sulla carta, altra cosa è realizzarlo. Per me, che pure ho una certa pratica di montagna, è stata unesperienza irripetibile: al piacere di camminare allaria aperta ho unito il piacere di instaurare il contatto umano con la gente del posto. Quando abbiamo pensato alla dislocazione dei rifugi - lavoro complicato, perché dovevamo coniugare le esigenze del progetto con quelle dellescursionista e suddividere omogeneamente le tappe - siamo andati in giro per le frazioni a cercare i caseggiati da restaurare ed adibire a rifugio; abbiamo conosciuto moltissime persone e questo ci ha arricchito anche umanamente. Ripensando a questa esperienza, è motivo di orgoglio pensare che noi progettisti siamo stati anche i primi fruitori del Grande Anello. |
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