Il realismo dell’utopia
Dieci anni di Parco
Sulle orme di San Benedetto
Un Parco per l’Europa
La nuova gestione
delle Case del Parco
Aperto al pubblico il Centro
di Documentazione
della Mediateca dei Sibillini
La Carta Europea
del Turismo Sostenibile
Il Piano di interpretazione ambientale
Un progetto per
l’agricoltura sostenibile
L’agricoltura biologica
La reintroduzione
del pino mugo
e dell’abete bianco
Un premio d’oro
per la biodiversità
Il lupo nel Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
Criteri per la protezione
del bestiame domestico
Un Parco per tutti:
il sogno diventa realtà
La sentieristica del Parco
I calendari del Parco
I quaderni scientifico-divulgativi
Notizie in breve
L’educazione ambientale
per ogni stagione
Amandola: l’isola inglese
Pievebovigliana:
il restauro di Palazzo Fani
Interventi del Parco
Dieci anni di progetti in sintesi
Sibillina e Berenice
Un Parco per l’Europa

Qualche giorno fa è stata presentata la relazione conclusiva dell’indagine
conoscitiva promossa dal Parlamento sulla gestione amministrativa dei
Parchi nazionali. I risultati hanno confermato che la realtà dei parchi
italiani è vitale, positiva e si caratterizza come la politica ambientale
più efficace e più avanzata che il nostro paese riesce a sviluppare.
Non era un esito scontato dal momento che l’indagine era partita sotto
il segno di una sorta di resa dei conti con una realtà, quella dei parchi,
che, in maniera caricaturale, veniva descritta come ingessata, burocratica,
autoreferenziale e dispersiva di ingenti risorse finanziarie. Bene ha fatto
la Federaparchi, sostenuta anche da Legambiente, a cogliere l’indagine
come un’occasione per far conoscere i parchi a tanti deputati e senatori,
evidenziando gli obiettivi di conservazione e di sviluppo raggiunti in questi
anni e rappresentando allo stesso tempo i molti problemi che ancora
permangono, primi fra tutti quelli finanziari ed amministrativi. Non è un
caso che la relazione conclusiva dell’indagine abbia avuto il voto favorevole
di tutti i gruppi parlamentari, con l’eccezione dei Verdi per le
critiche ritenute eccessive riferite alla gestione passata del Parco
Nazionale d’Abruzzo. Ma prima ancora un riconoscimento prestigioso
all’esperienza dei parchi nazionali e più in generale del sistema delle aree
protette del nostro paese era venuto dal V Congresso Mondiale dei Parchi
tenutosi a Durban nel settembre 2003. Le linee strategiche e gli impegni
per il futuro usciti dal Congresso non solo confermano l’esperienza italiana
ma evidenziano come questa abbia anticipato molti dei temi e delle
questioni che ne sono al centro. Nel momento in cui Carlo Alberto
Graziani conclude la sua esperienza di Presidente, insieme a Luciano
Carosi che conclude quella di Consigliere, è importante sottolineare come
il Parco Nazionale dei Monti Sibillini sia stato uno dei più straordinari
laboratori di una concezione aperta e moderna del ruolo delle
aree protette.
È questo un momento cruciale per il Parco poiché segna il passaggio del
testimone ai nuovi amministratori da parte di una generazione che ha
lottato ed ottenuto l’istituzione del Parco e poi è stata chiamata a governarlo.
Dall’esperienza del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è nata l’idea di APE
(Appennino Parco d’Europa), il più strategico progetto di sistema ad oggi
avviato in Europa, che unisce parchi e territori per conservare, sviluppare
e promuovere la straordinaria realtà di una catena montuosa per il 17%
del suo territorio interessata da aree protette. Basti pensare che la media
europea è del 5%.
Il Parco dei Sibillini con il Comune di Roma è stato il primo parco
a stipulare accordi con le grandi realtà urbane italiane per favorire il
turismo sociale, dei giovani, degli studenti e degli anziani. L’attenzione
ai diversamente abili ha portato sin dall’inizio alla realizzazione del Grande
Anello dei Sibillini, un percorso di media quota che circumnaviga il Parco.
I temi dello sviluppo rurale e dell’agricoltura di qualità hanno portato a
partecipare a realtà aggregative locali come quelle promosse dai
programmi Leader. Da qui nasce anche la decisione di affrontare
il problema dei cinghiali con iniziative all’epoca coraggiose e sperimentali.
Con la collaborazione di Legambiente sono stati sviluppati progetti di
conservazione della natura e di educazione ambientale, insieme ai parchi
nazionali del Gran Sasso Monti della Laga e della Majella. Si è disegnata
così la coreografia di un Parco di cittadini, orsi, aquile, lupi, pastori,
pecore, faggi, lenticchie, prosciutti, sistemi informativi territoriali e
computer. Un filo che lega tradizione e innovazione, memoria e futuro,
locale e globale. Un progetto attraverso il quale promuovere il Parco come
una grande esperienza di natura e di cultura che è la nuova frontiera del
turismo. La stessa esperienza delle Case del Parco e delle cooperative
locali è nata per animare questo progetto, di cui devono esserne sempre
più all’altezza.
Non volendo essere questo un elenco delle cose fatte dal Parco, voglio
però sottolineare quanto sia importante la raggiunta adozione del Piano
per il Parco.
Ma il grande patrimonio del Parco è stato sin dall’inizio il rapporto vero,
a volte anche duro e difficile con le istituzioni e le comunità locali, che
ci portò nel luglio del 1989 a chiedere il ritiro del primo decreto
di istituzione perché difforme da quello che tutti assieme, regione, enti
locali e ambientalisti, avevamo proposto. In quell’occasione si è
cementato un rapporto di fiducia che, pur tra le tante vicende di questi
anni, ha retto fino ad oggi. Quelli che saranno chiamati a governare
il Parco nei prossimi anni siano consapevoli dei caratteri profondi
dell’esperienza del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e della importante
eredità che viene loro consegnata. Sono tante le persone che dovrebbero
essere ricordate e citate in questa bellissima ed intensa storia che le
tante contraddizioni, limiti ed incoerenze proprie dei fatti degli uomini
e delle vicende istituzionali non possono e non devono appannare.
Per tutti saluto Carlo Alberto che, con dedizione e “testardaggine”,
creatività e azzardo, ha segnato la prima fase della vita del Parco
nazionale; l’incarico prestigioso di Presidente della sezione italiana di Europarc, recentemente avuto, ci offrirà ancora nuove occasioni di lavoro
e di litigio.


Fabio Renzi
(Segreteria Nazionale Legambiente)


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