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Un Parco per lEuropa Qualche giorno fa è stata presentata la relazione conclusiva dellindagine conoscitiva promossa dal Parlamento sulla gestione amministrativa dei Parchi nazionali. I risultati hanno confermato che la realtà dei parchi italiani è vitale, positiva e si caratterizza come la politica ambientale più efficace e più avanzata che il nostro paese riesce a sviluppare. Non era un esito scontato dal momento che lindagine era partita sotto il segno di una sorta di resa dei conti con una realtà, quella dei parchi, che, in maniera caricaturale, veniva descritta come ingessata, burocratica, autoreferenziale e dispersiva di ingenti risorse finanziarie. Bene ha fatto la Federaparchi, sostenuta anche da Legambiente, a cogliere lindagine come unoccasione per far conoscere i parchi a tanti deputati e senatori, evidenziando gli obiettivi di conservazione e di sviluppo raggiunti in questi anni e rappresentando allo stesso tempo i molti problemi che ancora permangono, primi fra tutti quelli finanziari ed amministrativi. Non è un caso che la relazione conclusiva dellindagine abbia avuto il voto favorevole di tutti i gruppi parlamentari, con leccezione dei Verdi per le critiche ritenute eccessive riferite alla gestione passata del Parco Nazionale dAbruzzo. Ma prima ancora un riconoscimento prestigioso allesperienza dei parchi nazionali e più in generale del sistema delle aree protette del nostro paese era venuto dal V Congresso Mondiale dei Parchi tenutosi a Durban nel settembre 2003. Le linee strategiche e gli impegni per il futuro usciti dal Congresso non solo confermano lesperienza italiana ma evidenziano come questa abbia anticipato molti dei temi e delle questioni che ne sono al centro. Nel momento in cui Carlo Alberto Graziani conclude la sua esperienza di Presidente, insieme a Luciano Carosi che conclude quella di Consigliere, è importante sottolineare come il Parco Nazionale dei Monti Sibillini sia stato uno dei più straordinari laboratori di una concezione aperta e moderna del ruolo delle aree protette. È questo un momento cruciale per il Parco poiché segna il passaggio del testimone ai nuovi amministratori da parte di una generazione che ha lottato ed ottenuto listituzione del Parco e poi è stata chiamata a governarlo. Dallesperienza del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è nata lidea di APE (Appennino Parco dEuropa), il più strategico progetto di sistema ad oggi avviato in Europa, che unisce parchi e territori per conservare, sviluppare e promuovere la straordinaria realtà di una catena montuosa per il 17% del suo territorio interessata da aree protette. Basti pensare che la media europea è del 5%. Il Parco dei Sibillini con il Comune di Roma è stato il primo parco a stipulare accordi con le grandi realtà urbane italiane per favorire il turismo sociale, dei giovani, degli studenti e degli anziani. Lattenzione ai diversamente abili ha portato sin dallinizio alla realizzazione del Grande Anello dei Sibillini, un percorso di media quota che circumnaviga il Parco. I temi dello sviluppo rurale e dellagricoltura di qualità hanno portato a partecipare a realtà aggregative locali come quelle promosse dai programmi Leader. Da qui nasce anche la decisione di affrontare il problema dei cinghiali con iniziative allepoca coraggiose e sperimentali. Con la collaborazione di Legambiente sono stati sviluppati progetti di conservazione della natura e di educazione ambientale, insieme ai parchi nazionali del Gran Sasso Monti della Laga e della Majella. Si è disegnata così la coreografia di un Parco di cittadini, orsi, aquile, lupi, pastori, pecore, faggi, lenticchie, prosciutti, sistemi informativi territoriali e computer. Un filo che lega tradizione e innovazione, memoria e futuro, locale e globale. Un progetto attraverso il quale promuovere il Parco come una grande esperienza di natura e di cultura che è la nuova frontiera del turismo. La stessa esperienza delle Case del Parco e delle cooperative locali è nata per animare questo progetto, di cui devono esserne sempre più allaltezza. Non volendo essere questo un elenco delle cose fatte dal Parco, voglio però sottolineare quanto sia importante la raggiunta adozione del Piano per il Parco. Ma il grande patrimonio del Parco è stato sin dallinizio il rapporto vero, a volte anche duro e difficile con le istituzioni e le comunità locali, che ci portò nel luglio del 1989 a chiedere il ritiro del primo decreto di istituzione perché difforme da quello che tutti assieme, regione, enti locali e ambientalisti, avevamo proposto. In quelloccasione si è cementato un rapporto di fiducia che, pur tra le tante vicende di questi anni, ha retto fino ad oggi. Quelli che saranno chiamati a governare il Parco nei prossimi anni siano consapevoli dei caratteri profondi dellesperienza del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e della importante eredità che viene loro consegnata. Sono tante le persone che dovrebbero essere ricordate e citate in questa bellissima ed intensa storia che le tante contraddizioni, limiti ed incoerenze proprie dei fatti degli uomini e delle vicende istituzionali non possono e non devono appannare. Per tutti saluto Carlo Alberto che, con dedizione e testardaggine, creatività e azzardo, ha segnato la prima fase della vita del Parco nazionale; lincarico prestigioso di Presidente della sezione italiana di Europarc, recentemente avuto, ci offrirà ancora nuove occasioni di lavoro e di litigio. Fabio Renzi (Segreteria Nazionale Legambiente) |
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