Il realismo dell’utopia
Dieci anni di Parco
Sulle orme di San Benedetto
Un Parco per l’Europa
La nuova gestione
delle Case del Parco
Aperto al pubblico il Centro
di Documentazione
della Mediateca dei Sibillini
La Carta Europea
del Turismo Sostenibile
Il Piano di interpretazione ambientale
Un progetto per
l’agricoltura sostenibile
L’agricoltura biologica
La reintroduzione
del pino mugo
e dell’abete bianco
Un premio d’oro
per la biodiversità
Il lupo nel Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
Criteri per la protezione
del bestiame domestico
Un Parco per tutti:
il sogno diventa realtà
La sentieristica del Parco
I calendari del Parco
I quaderni scientifico-divulgativi
Notizie in breve
L’educazione ambientale
per ogni stagione
Amandola: l’isola inglese
Pievebovigliana:
il restauro di Palazzo Fani
Interventi del Parco
Dieci anni di progetti in sintesi
Sibillina e Berenice
Un progetto per l’agricoltura sostenibile
Lo sviluppo agricolo e zootecnico
nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Il Progetto Agricoltura Sostenibile (PAS: sostegno e sviluppo
dell’agricoltura e della zootecnia con metodo biologico) rappresenta
il primo tentativo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini di affrontare
in modo sistematico lo sviluppo agricolo e zootecnico dell’area, attraverso
la diffusione ed il potenziamento del metodo produttivo sostenibile detto
“biologico”. Il progetto è iniziato ad aprile 2002 e terminerà il 31 maggio
2005. La gestione tecnica è stata affidata ad un gruppo di coordinamento
costituito dal Professor Carlo Renieri dell’Università di Camerino,
dal Dottor Vincenzo Vizioli, presidente dell’Associazione AIAB
(Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e dal Dottor Alfredo Virgili,
agronomo componente del Consiglio Direttivo del Parco.
Il progetto si è dotato, attraverso concorsi pubblici, di cinque figure
professionali per la gestione delle attività: due agronomi (i dottori Tiberio
Roscioni e Demetrio Pancotto), un laureato in scienze delle produzioni
animali (il dottor Emanuele Pagoni), un medico veterinario (la dottoressa
Federica Martini) ed un esperto informatico (il dottor Franco Tassi).
La principale caratteristica del PAS è quella di essere un progetto
“aperto”. Una parte importante delle iniziative è stata pianificata solo
durante lo svolgimento del progetto, recependo specifiche richieste degli
operatori agricoli e commerciali. Inoltre, il progetto ha cercato fin dall’inizio
collaborazioni con altri Enti ed Istituzioni per gestire insieme progetti
di sviluppo finanziati esternamente al PAS ma ricadenti entro l’aerea del
Parco. Esempi di tale collaborazione sono il Progetto di sperimentazione
e di recupero delle produzioni agricole ed agroalimentari nell’area d’azione
del GAL Sibilla, gestito insieme al Centro di Ricerca e Sperimentazione
per il Miglioramento vegetale (CERMIS) e il progetto di Recupero,
Sperimentazione e Promozione delle Piante officinali e medicinali,
sempre finanziato dal GAL Sibilla e gestito dal Dipartimento di Botanica
ed Ecologia dell’Università di Camerino (Dottor Andrea Catorci).
Le aree d’attività del PAS sono, oltre alla progettazione e al
coordinamento, l’informazione, la formazione dei tecnici, degli operatori
delle case del Parco, degli operatori agricoli e degli operatori turistici,
la promozione dei prodotti, la mappatura aziendale, l’assistenza tecnica
ed il sostegno agli agricoltori. Quasi tutte le azioni sono già in corso
d’opera ed hanno trovato un collante importante nella visita realizzata
a tutti gli operatori agricoli dell’area del Parco (appunto la “mappatura
aziendale”); lo scopo è stato quello di discutere con ciascun operatore
agricolo i problemi generali e specifici dell’azienda stessa incontrati nello
svolgimento dell’attività medesima. La mappatura è praticamente
terminata e l’analisi dei dati è in corso. L’elenco delle problematiche
è già stato messo a punto e i risultati saranno pubblicati in un libro
bianco. La mappatura ha permesso di individuare una serie di misure
a sostegno degli agricoltori. Si tratta di progetti squisitamente agricoli
volti a mettere a disposizione nuove tecniche produttive, recuperare tipi
genetici autoctoni e creare nuovi servizi agli agricoltori. Saranno attivati
i seguenti progetti : “L’allevamento semi estensivo del maiale domestico”,
“Il fingerprint genetico: un nuovo metodo per determinare l’origine
botanica, zoologica e geografica del miele e le frodi collegate”,
“Gli insaccati di pecora”, “La valutazione di leguminose da granella per
uso zootecnico nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini”,
“La sperimentazione nel settore vitivinicolo nel comprensorio di Norcia”,
“Il recupero e la valorizzazione della mela rosa nel Parco Nazionale
dei Monti Sibillini”, “Il reperimento, la propagazione e la collezione
del germoplasma di roverelle tartufigene secolari nella Valnerina”,
“Il monitoraggio parassitologico degli ungulati domestici e selvatici
e la valutazione istologica dei danni provocati dai parassiti nella mucosa
intestinale e respiratoria”. In tutti i progetti esiste un coinvolgimento
di aziende che ricado all’interno del Parco. Sono in corso di valutazione,
infine, misure volte a valorizzare la multi funzionalità agricola..

Carlo Renieri
(Presidente del Gruppo di Coordinamento del Progetto)


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