COM. N. 14/2008 Visso,
8 maggio 2008
OGGETTO: respinto il
ricorso della Società Acquedotto del Nera
Il Tribunale
Superiore delle acque pubbliche, con sentenza del 16 aprile 2008, ha respinto
il ricorso della Società Acquedotto del Nera contro il Protocollo di Intesa tra
il Parco dei Sibillini e la Regione Marche,
documento che stabilisce i criteri per valutare gli effetti sugli
ecosistemi del fiume Nera della captazione idrica di S. Chiodo, nel Comune di Castelsantangelo
sul Nera .
Il Protocollo
di intesa, firmato il 12 ottobre del 2006,
stabilisce che la portata di acqua attualmente concessa, pari a 150 l/s
a fronte di 550 l/s richiesti dalla Società acquedotto del Nera, potrà essere
modificata solo sulla base di approfondite attività di monitoraggio qualitativo
e quantitativo delle acque del Nera per almeno tre anni.
La sentenza -
ultimo atto di una lunga vicenda iniziata nel 1999 – ribadisce, quindi, il
ruolo fondamentale del Parco Nazionale nella tutela delle acque, risorsa sempre
più strategica e preziosa, e degli ecosistemi legati agli ambienti fluviali. La
necessità di un uso razionale e sostenibile dell’acqua richiede che non solo il
Parco, ma anche gli altri enti competenti, provvedano a promuovere azioni volte
al risparmio idrico: innanzitutto attraverso la manutenzione degli acquedotti
esistenti, ma anche differenziando le acque di sorgente, ad altissima qualità,
dalle acque destinate ai servizi civili ed industriali.
Il lungo
impegno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini nella tutela delle risorse
idriche è iniziato a concretizzarsi nel 2002 con la redazione del Piano per le
acque che, oltre ad evidenziare il notevole sfruttamento del territorio dei
Sibillini, ha rappresentato la base per la predisposizione del Disciplinare per la salvaguardia e l’uso
compatibile delle risorse idriche approvato nel 2007. Sempre dello scorso
anno è il completamento dello Studio
Idrogeologico per l’identificazione e la caratterizzazione degli acquiferi che
alimentano le sorgenti dei corsi d’acqua perenni dei Monti Sibillini,
documento di alto valore tecnico realizzato dall’Università La Sapienza di
Roma, su incarico del Parco e dell’Autorità di Bacino del Tevere, in accordo
con le Regioni, e coordinato dal compianto Professor Carlo Boni, uno dei
massimi esperti in materia. Oltre a confermare i dati emersi dagli studi per il
piano delle acque, lo studio ha evidenziato la presenza di acquiferi
alternativi che potrebbero integrare l’acqua derivata dalla sorgente San Chiodo
fino al raggiungimento del fabbisogno richiesto.