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Newsletter n.3 del 13 settembre 2013


1. Editoriale: lettera del Presidente

Pur avendo ricevuto, dal Ministro dell’Ambiente, il mandato di Presidente del Parco dei Monti Sibillini solo nello scorso mese di luglio, sono stato subito colpito dalle molteplici difficoltà che quotidianamente si incontrano nel dover gestire, nel rispetto dei compiti affidati dalla legge, un territorio così ampio e così complesso ed articolato dal punto di vista ambientale, sociale, politico ed economico.
In questo breve periodo ho avuto il piacere di incontrare molti amici e persone, anche tra gli operatori turistici, che apprezzano l'operato del Parco e riconoscono gli effetti positivi derivanti dalla visibilità, anche a livello internazionale, dei Sibillini, e dai servizi turistici e ambientali sviluppati dal Parco, anche in collaborazione con gli Enti Locali e soggetti privati, come il sistema di percorsi completamente segnalato, i Centri visita e faunistici, i Musei, i Centri di Educazione Ambientale e i Rifugi.
Inoltre ho potuto constatare che l'Ente Parco non è una "roccaforte" distante dal territorio, ma un luogo in cui lavorano, con impegno e competenza, persone sempre disponibili e aperte al confronto e al dialogo. Moltissimi sono stati gli spunti di riflessione già ricevuti dal territorio e dai visitatori, sollecitati talvolta da segnalazioni e critiche costruttive; ma ho constatato che, accanto a critiche fondate e costruttive, sempre ben accette, vi è una parte di dicerie e luoghi comuni alimentati dalla disinformazione e, forse, da fantasiose ipotesi talvolta strumentali.
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2. Verso un turismo responsabile e sostenibile

Con la fine di agosto, anche la stagione di maggior affluenza turistica del Parco volge al termine; proviamo quindi a tracciare un bilancio delle problematiche registrate e degli interventi promossi dal Parco per una fruizione rispettosa delle fragilità ambientali.
Analogamente a molte aree protette italiane, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è facilmente raggiungibile ed è circondato da aree intensamente urbanizzate e comprendenti importanti città; anche Roma non è così distante. Un ampio bacino di utenze ha quindi la possibilità di svolgere in giornata o nel fine settimana attività sportive o ricreative all'aria aperta; un fatto, questo, che rappresenta senz'altro una importante opportunità di sviluppo economico locale. Ma non dobbiamo dimenticare che gli ecosistemi e gli ambienti del Parco, spesso fragili e che costituiscono l'ultimo rifugio per molte specie floristiche e animali a rischio di estinzione, sono messi a dura prova dalle invasioni incontrollate di umani e, soprattutto, dai comportamenti non sempre in sintonia con gli equilibri naturali.
Un fenomeno che si ripercuote negativamente, però, anche sulle politiche di valorizzazione e promozione turistica del territorio, sottraendo risorse ambientali (anche in termini di degrado) che non sempre vengono compensate dai benefici economici.
La sfida, quindi, è quella di migliorare, seppur gradualmente, la qualità del turismo, nel rispetto delle finalità delle aree protette, stabilite dalla legge n. 394/1991, ed in coerenza con la Carta Europea del Turismo Sostenibile.
Il Parco si è quindi impegnato nel promuovere un turismo sostenibile, nella consapevolezza che turismo e ambiente naturale sono legati l’uno all’altro a “doppio filo”. L’ambiente integro è, per il turismo, un forte motivo di attrattiva. Ma per contro il turismo rappresenta, per l’ambiente, un fattore di rischio in quanto in grado di generare un forte carico antropico ed un impatto negativo sul territorio.
Il turismo sostenibile rappresenta dunque la soluzione per conciliare lo sviluppo economico con la conservazione dell’ambiente, ma sarebbe ancora più corretto parlare di turismo responsabile, perché solo grazie al coinvolgimento diretto di ciascuno può essere garantita la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
In questa newsletter affrontiamo alcune tematiche legate al turismo, con particolare riguardo ad alcuni passi recentemente compiuti e avviati nella direzione della sostenibilità.


3. La Carta Europea del Turismo Sostenibile

Sulla tematica del turismo sostenibile e sulle problematiche ad esso correlate il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si è fortemente impegnato sin dal 1999, anno in cui è stato avviato il processo di adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile ed è stata avviata l’elaborazione del Piano di Interpretazione Ambientale.
L’importanza della Carta Europea del turismo sostenibile sta nel considerare e collegare, all'interno di un quadro complessivo e di una prospettiva temporale che abbraccia il breve e il lungo periodo, i singoli elementi della filiera turistica e tutte le competenze espresse dal territorio, a beneficio sia dei visitatori sia di coloro che vivono e operano nel Parco.
Aderire alla Carta non significa semplicemente adottare e sottoscrivere dei principi generali ma, piuttosto, impegnarsi a pianificare - con la partecipazione dei vari attori locali a vario titolo coinvolti nel turismo e sulla base di un’attenta analisi del contesto - una strategia quinquennale ed un piano di azioni atti a garantire un miglioramento del contesto stesso nell’ottica dello sviluppo di un turismo responsabile in grado di garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Il Parco ha appena ottenuto il rinnovo dell’adesione alla Carta per il quinquennio 2013-2017. Tutta la documentazione relativa al rinnovo, compreso il Piano delle azioni, sono disponibili nel sito del Parco: clicca qui.


5. Attività sportive e ricreative

Le attività sportive e ricreative negli ambienti naturali, che certamente costituiscono una opportunità di sviluppo locale nelle aree protette, pone inevitabilmente problematiche di compatibilità ambientale; la difficoltà nella valutazione dei possibili impatti, nonché le implicazioni sociali, rendono la gestione di queste attività uno dei compiti più complessi che Parco è chiamato a svolgere, e quasi sempre le misure adottate stimolano vivaci dibattiti.
La compatibilità ambientale delle attività sportive e ricreative dipende da molti fattori, quali, soprattutto, la fragilità dei luoghi interessati, la quantità dei partecipanti (che in relazione ai limiti fisici e spazio temporali dovrebbe rispettare la "capacità portante" di ogni luogo), la tipologia delle attività e, non secondario, il comportamento e la sensibilità di ogni singolo partecipante.
Il Parco, al fine di garantire che lo svolgimento di tali attività avvenga senza compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati - come richiedono sia la legge quadro sulle aree protette (n. 394 del 1991) sia la normativa comunitaria - ha realizzato attività conoscitive che confluiscono nel Piano del parco; lo stesso Piano è stato sottoposto ad apposito screening, per valutarne la coerenza con gli obiettivi di conservazione dei Siti Natura 200, fornendo anche le indicazioni per l'adozione delle misure di conservazione. Inoltre, sono state adottate disposizioni in vari settori (escursionismo a piedi, mountain bike e cavallo, manifestazioni sportive e motoristiche, campeggio, accensione di fuochi, conduzione di cani, disposizioni specifiche) grazie alle quali è possibile svolgere una serie di attività sportive e ricreative nel rispetto dell'ambiente naturale.
Tutte le norme del Parco, comprese quelle riguardanti le attività sportive e ricreative sono pubblicate sul sito: clicca qui. E' quindi buona norma, prima di organizzare un'attività nel Parco, informarsi sulle norme vigenti attraverso il suddetto sito e, per avere eventuali altri chiarimenti o informazioni, contattando direttamente il Parco (parco@sibillini.net; tel: 0737/972711).


5. Centri informativi e Guide del Parco

I Centri Visita e i Musei sono dei punti di informazione turistica e di documentazione allestiti con spazi tematici e strutturati per offrire ai visitatori un’esperienza conoscitiva più ampia del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
A Castelsantangelo sul Nera e a Bolognola sono inoltre presenti e fruibili il Centro faunistico del Cervo e il Centro di Recupero degli Animali Selvatici (C.R.A.S.) e l'Area Faunistica del Camoscio appenninico dove è possibile osservare da vicino gli animali ospitati.
Quasi ogni Centro ospita, al suo interno, la Casa del Parco, che svolge una funzione strategica volta sia all’accoglienza turistica sia all’educazione ambientale. La loro funzione è infatti quella di garantire al visitatore le informazioni indispensabili per una corretta ed adeguata fruizione dell'area protetta.
Presso tali Centri è inoltre possibile reperire il materiale informativo sul Parco e sul suo vasto territorio e acquistare, oltre ai gadget, anche le guide, le mappe e le pubblicazioni del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Il Parco, in sinergia con i Comuni del territorio, garantisce in estate l'apertura e la gestione di 13 di questi Centri informativi. Dal 2011, inoltre, il Parco attua nel periodo estivo un servizio di monitoraggio, informazione e sensibilizzazione dei visitatori, attraverso le Guide Ufficiali ed esclusive del Parco, nelle seguenti aree sensibili: Valle del Fiastrone, Lago di Fiastra, Madonna dell'Ambro, Infernaccio, Foce di Montemonaco, Monte Bove e Piano Grande di Castelluccio.
Si tratta di un servizio molto apprezzato dai visitatori, che trovano nelle mete più frequentate personale competente in grado di dare utili consigli sui percorsi ed informare sulle norme vigenti; i dati derivanti dal monitoraggio dei visitatori costituiscono inoltre per il Parco una base necessaria per le attività di gestione e pianificazione. In alcuni casi, le Guide hanno anche provveduto a rimuovere i rifiuti da siti particolarmente frequentati da visitatori evidentemente non adeguatamente educati al rispetto dell'ambiente.


6. Sentieri e Rifugi del Parco

Molte segnalazioni di visitatori e operatori turistici riguardano la segnaletica dei sentieri; in proposito va innanzitutto chiarito che, considerata la notevole estensione del territorio e il numero sterminato di sentieri e piste esistenti, non è possibile, da parte del Parco, per ovvie ragioni anche economiche, oltre che di compatibilità ambientale, provvedere alla completa manutenzione e segnalazione di tutti i sentieri. Molto però è stato fatto.
Il Parco ha quest'anno completato la realizzazione del sistema dei percorsi, costituito da 17 Percorsi Escursionistici, 18 Sentieri Natura, il Grande Anello dei Sibillini (lungo 120 Km e suddiviso in 9 tappe), il Grande Anello in Mountain Bike (lungo 225 Km e suddiviso in 5 tappe e una traversata), 14 percorsi ad anello per Mountain Bike, La Grande Via del Parco e 7 itinerari, da percorrere in bicicletta da strada o veicolo a motore.
Tutti i percorsi, selezionati sulla base di criteri di sostenibilità ambientale, sono segnalati con segnaletica orizzontale e verticale e descritti sul sito internet del Parco www.sibillini.net, da cui è anche possibile scaricare le relative coordinate geografiche utilizzabili nel GPS. Lo scorso anno il Parco ha inoltre realizzato la nuova Carta dei Percorsi in scala 1:40:000, che rappresenta la carta più aggiornata e precisa esistente, sia nei percorsi sia nella toponomastica.
Nei punti di partenza dei 17 Percorsi escursionistici, completati quest'anno, sono in fase di allestimento anche bacheche informative che descrivono le peculiarità dei luoghi attraversati e richiamano le principali norme da rispettare. Al fine di semplificare l'applicazione delle norme, il Parco ha modificato le disposizioni sulla conduzione di cani, prevedendo la possibilità di condurre al guinzaglio i cani lungo 13 di questi percorsi, mentre non è consentito condurre cani negli altri 4 percorsi, che attraversano aree particolarmente fragili e neppure nella zona A di particolare delicatezza e fragilità, per i motivi descritti nello specifico paragrafo dedicato alle norme sull'accesso dei cani.
Per una migliore fruizione del Grande Anello dei Sibillini (GAS), il Parco ha ristrutturato 7 edifici, spesso casali antichi e abbandonati, trasformandoli in Rifugi escursionistici la cui gestione è affidata a privati. Quest'anno è stata avviata la gestione anche del Rifugio di Rubbiano che, oltre che un punto tappa del GAS, costituisce un punto di partenza strategico per escursioni alle gole dell' Infernaccio e alla valle del Tenna; tale struttura si affianca così ai rifugi, già attivi da anni, di Cupi di Visso, Fiastra, Garulla, Colle di Montegallo e Colle Le Cese. Il rifugio di Monastero è, invece, ancora in fase di ristrutturazione, mentre per quello di Campi deve essere affidata la gestione e devono essere realizzati alcuni interventi di adeguamento.


7. Educazione ambientale

L’educazione ambientale è uno degli strumenti chiave per garantire qualsiasi forma di sviluppo sostenibile, o per meglio dire, di sviluppo responsabile. Il Parco ha affrontato il tema dell’educazione ambientale, che rientra fra le sue attività istituzionali, sotto un duplice aspetto. Il primo è legato al miglioramento dell’offerta di servizi didattico ricreativi come strumento per incentivare lo sviluppo di attività economiche e nuove professionalità; il secondo aspetto riguarda invece l’educazione ambientale come strumento per aumentare la conoscenza e la condivisione degli obiettivi del Parco da parte della popolazione locale, così da sviluppare il senso di appartenenza al luogo.
Nel Parco operano 9 Centri di Educazione Ambientale (CEA) , gestiti prevalentemente da imprese di cui il Parco, con specifici progetti, ha cercato di agevolare i processi costitutivi ed evolutivi. In tali processi hanno inciso in maniera significativa anche le Regioni, attraverso lo sviluppo della Reti regionali In.F.E.A. (Informazione, Formazione ed Educazione Ambientale), grazie alle quali vengono cofinanziati i progetti di educazione ambientale.
Così, nel corso degli anni i CEA hanno assunto un ruolo centrale nelle politiche per il turismo sostenibile avviate dal Parco. Il turismo scolastico è costantemente aumentato ed oggi rappresenta circa il 10% degli arrivi nel territorio dei Sibillini configurandosi come uno dei principali fattori di destagionalizzazione della domanda turistica. Le scuole infatti visitano il Parco nei periodi di minor affluenza turistica (periodo autunnale e primaverile) e, sebbene la spesa media di questi visitatori non sia elevata, il turismo scolastico contribuisce in modo significativo all’economia del settore didattico-ricreativo.
Ma l’offerta dei CEA non si limita al turismo scolastico. Negli ultimi anni, grazie anche ai cofinanziamenti della Regione Marche per lo sviluppo di progetti di Rete dei CEA, è stata rafforzata l’offerta di programmi didattico ricreativi per il tempo libero. Nell’ambito del progetto “Equilibri naturali. Il benessere dalla natura.” è stato proposto nel 2011 e nel 2012 il programma “E…state nel parco” .
Il programma ha previsto, nel periodo estivo, l’organizzazione di attività diversificate sia nei contenuti, sia nelle formule organizzative, proponendo campi residenziali e non residenziali, rivolti prioritariamente a bambini e ragazzi e formule week-end, rivolte prioritariamente a famiglie.
La realtà dei CEA è oggetto di crescente attenzione, soprattutto da parte della Regione Marche che sta avviando delle specifiche azioni di promozione delle attività didattico ricreative, nella convinzione, pienamente condivisa dal Parco, del ruolo strategico dei centri per una concreta applicazione dei principi del turismo sostenibile.


8. Formazione degli operatori turistici

La strategia quinquennale per il turismo sostenibile elaborata dal Parco in attuazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile prevede un’azione finalizzata al miglioramento del sistema di informazione.
Obiettivo dell’azione è quello di estendere il servizio di informazione turistica, erogato dal sistema delle case del Parco e dei centri visita, ai rifugi del Grande Anello, ai centri di educazione ambientale del Parco, alle fattorie didattiche del territorio e alle strutture ricettive, con particolare riguardo a quelle della rete qualità del Parco.
L’esigenza di ampliamento della rete dei punti informativi è nata da più considerazioni. In primo luogo, la progressiva diminuzione delle risorse economiche del Parco e degli Enti Locali non offre la prospettiva di un’apertura delle Case del Parco e dei Centri visita che vada oltre i periodi di massima affluenza turistica e ciò crea ai turisti, nei restanti periodi, difficoltà nel reperire informazioni. La seconda considerazione è che il turista ha come primo contatto i gestori delle strutture ricettive o operatori turistici che offrono vari servizi ed è a loro che per primi vengono richieste informazioni riguardo le peculiarità del territorio e le occasioni di visita che esso offre.
Sulla base di tali considerazioni si è ritenuto di organizzare degli incontri informativi per gli operatori turistici finalizzati ad accrescere la conoscenza del territorio, delle sue risorse, dei suoi valori e delle opportunità di fruizione.
Per agevolare la partecipazione, gli incontri sono stati organizzati in tre distinte sedi: Amandola, Norcia e Visso. L’iniziativa ha riscosso un grande interesse da parte degli operatori; agli incontri hanno infatti presso parte operatori in rappresentanza di 63 diverse imprese turistiche.
L’azione di miglioramento del sistema dell’informazione ha toccato anche un altro aspetto, connesso alla riorganizzazione del sistema di distribuzione dei materiali informativi e di accoglienza prodotti dal parco (depliant, brochure, ecc). A partire da questa estate, infatti, detti materiali sono resi disponibili, oltre che nei centri informativi della rete, unicamente presso le strutture i cui operatori hanno partecipato agli incontri formativi.
Vista la richiesta da parte di vari operatori che non hanno potuto prendere parte agli incontri, si intende ripetere l’iniziativa anche il prossimo anno.


9. Arrampicata e sorvolo

Oltre alle finalità della legge quadro sulle aree protette n. 394/1991 e smi, nell'ambito dei Siti Natura 2000 ricadenti nel proprio territorio il Parco ha il compito di adottate specifiche misure di conservazione, tra cui, come stabilito dal D.M. del 17/10/2007, la regolamentazione dell'"avvicinamento a pareti occupate per la nidificazione da capovaccaio (Neophron percnopterus), aquila reale (Aquila chrysaetos), aquila del Bonelli (Hieraetus fasciatus), falco pellegrino (Falco peregrinus), lanario (Falco biarmicus), grifone (Gyps fulvus), gufo reale (Bubo bubo) e gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax) mediante elicottero, deltaplano, parapendio, arrampicata libera o attrezzata e qualunque altra modalità".
A tal fine il Parco, avvalendosi dei massimi esperti del settore, sta realizzando le attività conoscitive propedeutiche a tale regolamentazione e sta ultimando l'indagine sui rapaci diurni di interesse comunitario nel PNMS: specie migratrici e specie rupicole nidificanti 2012-2013", realizzata da Mauro Magrini, considerato tra i più competenti ed esperti del settore. [Segue in un'altra pagina]


10. Conduzione di cani nel Parco

In nostri amici a quattro zampe possono accompagnarci quasi ovunque lungo le piacevoli passeggiate nel Parco, con l'unica accortezza di tenerli sempre al guinzaglio, una norma, questa, finora vigente nell'intero territorio nazionale e che tutela anche i nostri cani da possibili aggressioni da parte dei cani da pastore e della fauna selvatica, un rischio sempre possibile negli ambienti naturali e di montagna. Non dobbiamo dimenticare, però, che, soprattutto negli ambienti più sensibili, il cane è anche un fattore di rischio nei confronti della fauna tutelata.
Le norme che regolano l’accesso dei cani nel Parco sono contenute nel “Disciplinare per lo svolgimento di attività sportive, attività ricreative […]” in vigore dal 2007 e consultabile sul nostro sito (clicca qui).. Tali norme, che consentono la conduzione di cani, con l'obbligo del guinzaglio (come per tutta la normativa nazionale), su quasi l'intero territorio del Parco ad eccezione delle zone A di riserva integrale, sono state emanate in attuazione della l.394 del1991 che all’art 11, comma 3, vieta "le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat" e, in particolare, vieta "la cattura, l'uccisione, il danneggiamento, il disturbo delle specie animali".
E' noto, infatti, che il cane può essere causa di danneggiamento e disturbo, sia diretto (es. predazione di uova e animali, inseguimento di animali) sia indiretto, della fauna selvatica, e che alcuni di tali effetti possono essere prodotti anche quando il cane è al guinzaglio come, ad esempio, nel caso di trasmissione di patologie attraverso gli escrementi o il disturbo arrecato dall'abbaiare, che può causare la fuga o l'allarme di quelle specie faunistiche, come i grandi erbivori, che riconoscono il cane come un loro potenziale predatore.
Le valutazioni effettuate dal Parco sono state comunque finalizzate al raggiungimento di un equilibrio tra le finalità di conservazione e le esigenze di valorizzazione del turismo sostenibile, vietando l'accesso dei cani nelle sole aree più sensibili e più impervie (zone denominate "A") e in cui, quindi, le attività di sorveglianza risultano meno agevoli. In proposito va aggiunto che, considerata l'impossibilità di poter tabellare i confini della zona A e delle altre zone (B, C e D) del Parco, si raccomanda di consultare la cartografia pubblicata sul sito www.sibillini.net prima di organizzare un'escursione nel Parco. Il Parco ha comunque in programma di allestire adeguata segnaletica nei principali accessi alla zona A.
In un'ottica di semplificazione, il Parco ha modificato le disposizioni sulla conduzione di cani, prevedendo la possibilità di condurre al guinzaglio i nostri amici a 4 zampe lungo 13 percorsi Escursionistici ufficiali, mentre non è consentito condurre cani negli altri 4 percorsi, che attraversano aree particolarmente fragili.
Un discorso a parte meritano i cani da difesa delle greggi, per i quali le norme nazionali ne consentono l'utilizzo nell'ambito delle tradizionali attività pastorali; resta però fermo che la conduzione di tali cani deve escludere pericoli per la pubblica incolumità (oltre che per la fauna selvatica) e, in tal senso, le segnalazioni al Parco da parte degli escursionisti possono risultare utili per gestire, attraverso le Autorità competenti, eventuali criticità.
Anche in questo ambito il Parco non è stato comunque a guadare, intervenendo con un apposito programma denominato RE.can.d.o (rete dei cani da difesa degli ovini), avviato con i fondi comunitari del progetto Life ex-tra e poi proseguito e ulteriormente ampliato; il programma garantisce che i cani da guardiania siano adeguatamente addestrati per la difesa del gregge prevalentemente dalle predazioni dei grandi carnivori, senza tuttavia manifestare aggressività nei confronti delle persone.


11. Aree sensibili

In relazione alla elevata valenza e fragilità ambientale e alla intensa frequentazione turistica, alcune aree del Parco presentano problematiche particolarmente complesse, la cui soluzione richiede la realizzazione di articolate strategie e interventi strutturali che richiedono specifiche misure di finanziamento e che non possono prescindere dalla stretta collaborazione con le altre istituzioni competenti - principalmente Comuni, Regioni e Corpo Forestale dello Stato - e dal coinvolgimento dei portatori di interesse.
I Piani di Castelluccio sono una meta molto ambita soprattutto nel periodo della fioritura. I principali problemi ambientali dovuti ad una elevata presenza di visitatori in questo sito è legata soprattutto alla concentrazione di veicoli a motore e di camper, che superano di molto la disponibilità di aree di sosta autorizzate. La soluzione di questa complessa problematica deve pertanto necessariamente prevedere la realizzazione di aree di sosta integrate nel paesaggio e di sistemi di mobilità alternativa, atti a ridurre il carico di veicoli a motore nei piani.
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12. Sorveglianza

A differenza di alcuni Parchi Nazionali storici e Parchi Regionali, che sono dotati di Guardiaparco, le attività di sorveglianza nei nuovi Parchi Nazionali, tra cui quello dei Monti Sibillini, sono svolte dal Corpo Forestale dello Stato che, nell'area protetta, è organizzato in un Coordinamento Territoriale per l'Ambiente (C.T.A.) e 8 Comandi Stazione Forestali. Alle normali difficoltà di svolgere la sorveglianza in un territorio complesso e frequentato come quello dei Sibillini, si aggiungono i limiti derivanti dalla riduzione di personale che, dalle 70 unità previste conta oggi circa 40 unità. Ciò nonostante, l'impegno del C.F.S. nella sorveglianza resta prioritario, con particolare attenzione alle aree più sensibili.

 

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