NEWSLETTER n.2 del 28 marzo 2017 |
Eccoci con la nuova newsletter! Tanti articoli che raccontano l’attività del Parco. Buona lettura... I temi affrontati nei primi mesi del 2017 sono stati diversi, alcuni dei quali, inevitabilmente, connessi alle difficoltà e alla programmazione post terremoto: dall’emergenza neve per gli animali, con un gennaio caratterizzato da eccezionali nevicate, alla posizione del Parco sul Piano d’azione per la gestione del lupo. Abbiamo poi dedicato molta attenzione ad alcune tra le specie tenute sotto costante controllo dall’Ente Parco, come il cinghiale, per il quale sono stati abilitati nuovi operatori per il controllo numerico, e le starne e coturnici, due uccelli galliformi oggetto di un monitoraggio che ha evidenziato i rischi per la biodiversità del territorio dei Sibillini se non verranno adottate opportune contromisure. Senza dimenticare le iniziative post sisma con il Parco che, malgrado l’inagibilità della sede e lo status di terremotati di tutti i dipendenti, continua ad assicurare i suoi servizi a favore del territorio, a cominciare dalla concessione dei nulla osta per enti pubblici e privati. Accanto a ciò vanno ricordati l’audizione alla Camera tenuta dal presidente Olivieri, che ha illustrato le azioni prioritarie da intraprendere per il rilancio del territorio dei Sibillini, e la grande mobilitazione per la raccolta fondi a favore degli allevatori e le attività imprenditoriali in ambito zootecnico, in difficoltà a seguito proprio dei rovinosi eventi sismici. Last but not least il tema turismo, connesso alla fruibilità dei sentieri e dei vari centri di educazione ambientale anch’essi resi quasi totalmente inagibili dal terremoto: decine le richieste di informazioni arrivate sulla nostra pagina facebook da parte di tante persone interessate a capire se e come sia possibile visitare il Parco. Ma di questo, e delle strategie di rilancio per il turismo affidate al rinnovo dell’adesione dell’ente alla Carta Europea per il Turismo Sostenibile, si parlerà in un articolo apposito. Aggiungiamo soltanto che attraverso la Carta, di cui il Parco è coordinatore e referente, sarà possibile consolidare e ampliare la rete pubblico-privata esistente e garantire attraverso di essa il rilancio del turismo e di tutte le attività compatibili con la gestione sostenibile del territorio del Parco.
Dicono di noi... |
Abstract |
Visso, 01.02.2017 Le copiose nevicate che si sono verificate tra il 15 e 17 gennaio hanno prodotto nel territorio del Parco accumuli notevoli. Secondo i dati del servizio METEOMONT del Coordinamento territoriale Carabinieri per l'Ambiente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (CTCA), il manto nevoso ha raggiunto lo spessore di 170 cm a Pintura di Bolognola, di 134 cm a Montemonaco e 110 cm a Montegallo. Lo spessore medio della neve in queste località era comunque di circa 150 cm e di quasi un metro nel versante dell'Alto Nera, raggiungendo altezze più consistenti, fino a oltre due metri, nei punti di maggiore accumulo dovuto al vento. Si tratta di una nevicata molto intensa ma non eccezionale per i Sibillini, dove eventi simili si sono verificati anche in tempi recenti tra cui nel 2005 e nel 2012. L'evento ha inevitabilmente causato dei disagi che si sono aggiunti ad una situazione già resa molto critica dagli eventi sismici, in particolare nei confronti di quegli allevatori che hanno subìto danni alle stalle. In questo contesto gli animali domestici lasciati all'aperto, soprattutto cavalli e mucche, possono risultare molto vulnerabili alle avversità climatiche e facili prede di lupi o cani vaganti. Il Parco, anche tramite il CTCA, sta quindi monitorando alcune situazioni e ha richiamato l'attenzione della Regione Marche sull'urgenza di realizzare le previste strutture sostitutive delle stalle inagibili. Oltre che per il bestiame domestico, le forti nevicate creano inevitabilmente condizioni di criticità anche per la fauna selvatica, soprattutto ungulati, a causa delle difficoltà nella ricerca del cibo e della maggiore vulnerabilità nei confronti dei predatori. In questi giorni sono stati osservati diversi caprioli in difficoltà o predati, anche nelle vicinanze di centri abitati. Si tratta comunque di eventi che rientrano nei normali cicli naturali e che, pertanto, non destano preoccupazione per la conservazione della biodiversità e degli equilibri ecologici.
Le attività di monitoraggio del camoscio appenninico, specie di interesse comunitario reintrodotta dal Parco nel 2008, ha invece evidenziato una situazione
di sostanziale normalità anche successivamente alle forti nevicate: si tratta infatti di animali perfettamente adattati agli ambienti e al clima estremo di
alta montagna e che scelgono idonee aree di svernamento dove, grazie alle forti pendenze e all'esposizione a sud, la neve non forma spessi accumuli e non permane a lungo. |
Visso, 03.02.2017 La Conferenza Stato - Regioni, che riunisce Ministero dell'Ambiente e rappresentanti delle Regioni, ha deciso di rinviare al 23 febbraio prossimo la discussione del Piano per la conservazione e gestione del lupo che prevede, tra l'altro, la possibilità di abbattere questa specie, anche se in casi limitati. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini era stato chiamato a formulare delle osservazioni, tramite i suo tecnici, nell'ambito di un gruppo che includeva i massimi esperti di lupo a livello nazionale. Le osservazioni del Parco, peraltro in linea anche con la posizione di diverse altre aree protette, sono state critiche in merito alla possibilità di prevedere l'abbattimento di lupi, seppure in particolari circostanze e in misura molto limitata. Si ritiene infatti che tale previsione non solo non appaia risolutiva nei confronti del conflitto tra coesistenza delle attività zootecniche e conservazione di questa specie di interesse comunitario, ma rischi di trasformarsi in un palliativo tale da mettere in secondo piano attività di fondamentale importanza, ma tuttora non sempre adeguatamente attuate, come l'adozione di sistemi di difesa del bestiame e la prevenzione del randagismo canino. Quest'ultimo fenomeno, in particolare, appare in crescita e costituisce un serio problema sia per i danni alla zootecnia sia per la diffusione di ibridi tra lupo e cane che attualmente rappresentano una delle principali minacce per la conservazione del lupo. La posizione del Parco è in linea anche con quella di molte associazioni ambientaliste e di Federparchi, che in un comunicato, a nome del suo presidente Giampiero Sammuri, ha evidenziato che l'abbattimento del lupo, proprio perché azione poco significativa, andrebbe stralciata dal piano, per indirizzare il confronto su tutto il resto che ha invece una valenza molto maggiore.
Il Parco effettua un costante monitoraggio del lupo nel proprio territorio con diverse tecniche, tra cui il tracciamento su neve, l'ululato indotto,
le analisi genetiche, le videotrappole e la localizzazione satellitare; i dati del monitoraggio indicano che nel 2016 il numero di lupi nel territorio
del Parco era compreso tra 35 e 43, suddivisi in gruppi familiari ciascuno composto da un numero di individui variabile da 2 a 9. Il Parco attua diverse
misure per mitigare il conflitto con gli allevatori, soprattutto mediante la fornitura di recinzioni elettrificate per la prevenzione dei danni.
La mortalità per cause antropiche è purtroppo piuttosto alta e, tra il 2103 e il 2016, sono stati ritrovati 12 lupi morti, di cui 3 per avvelenamento,
5 investiti da autoveicoli, 2 per bracconaggio, 1 per rogna e 1 per cause ignote. A tal proposito, in calce al comunicato, informiamo che è possibile visionare sulla pagina facebook del Parco un video realizzato nei giorni scorsi, in cui si racconta la storia del lupo Merlino, accolto e custodito nel centro faunistico di Castelsantangelo sul Nera. |
Visso, 09.02.2017
Il Parco Nazionale dei monti Sibillini ha in questi giorni provveduto a conferire l'abilitazione a 15 nuovi operatori di selezione del cinghiale, che si aggiungono
ai circa 160 già iscritti all'apposito Albo del Parco, addetti al controllo numerico di questa specie. Tutti gli operatori sono stati formati direttamente dall'Ente,
attraverso un corso articolato in: preselezione per titoli e prova pratica di tiri al bersaglio; addestramento teorico-pratico; prova teorica finale; tirocinio.
Per questi motivi, da oltre vent'anni, il Parco attua una articolata strategia di gestione del cinghiale comprendente l'indennizzo e la prevenzione dei danni,
il monitoraggio della specie e il prelievo selettivo, mediante abbattimento da appostamento e catture. Il prelievo selettivo avviene nel rispetto della legge
quadro sulle aree protette (L. n. 394/1991), nell'ambito di piani di gestione redatti in coerenza con le linee guida del Ministero dell'ambiente e dell'I.S.P.R.A.,
e secondo le modalità definite da un apposito Regolamento. Le attività di sorveglianza sono svolte dal Coordinamento territoriale Carabinieri per l'Ambiente
del Parco. I drammatici eventi legati al terremoto hanno inevitabilmente reso difficoltose anche attività di gestione svolte dall'ente, tra cui il controllo
del cinghiale, a causa della chiusura di molte strade e della indisponibilità di molti operatori sfollati. Per questo motivo si è reso necessario abilitare
nuovi operatori di selezione. |
Visso, 13.02.2017
Si è concluso in questi giorni il secondo studio sulle popolazioni di coturnice e starna, due uccelli galliformi presenti nel territorio del Parco. Il progetto
di monitoraggio, finanziato con fondi del Ministero dell’Ambiente per la conservazione della biodiversità e attuato dal Parco, si è avvalso di un gruppo di lavoro
dell’Università della Tuscia di Viterbo coordinato dal Prof. Andrea Amici e ha previsto diverse tecniche, tra cui la conta al canto, il censimento con il cane da
ferma, indagini genetiche su campioni biologici.
La popolazione di starna presente nei Piani di Castelluccio di Norcia è da sempre di estremo interesse per il Parco in quanto rappresenta una piccola popolazione
presumibilmente isolata dalle altre e in grado di riprodursi ad una quota (1.400 m slm) inconsueta per questa specie, in un ambiente di eccezionale valore
ambientale e paesaggistico. I risultati delle indagini svolte dall’Università della Tuscia sono in questo caso purtroppo negativi, con valori di densità di specie
in netto calo rispetto agli ultimi dati acquisiti nel 2009. Inesorabili sono le previsioni degli esperti per questa piccola popolazione montana di starna, la cui
scomparsa viene data come molto probabile se non si mettono in atto interventi urgenti di conservazione. |
Visso, 23.02.2017
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si sta adoperando con tutte le proprie risorse umane e strumentali per facilitare e accelerare tutte le procedure tecniche e
amministrative di competenza, e anche per questo ha cercato di riattivare nel più breve tempo possibile tutti i suoi servizi al fine di adempiere in maniera adeguata
ai propri compiti istituzionali. Ricordiamo infatti che la crisi sismica che ha colpito il centro Italia ha reso inagibile anche la sede dell’ente Parco e che i
dipendenti, anche loro terremotati, vivono e sentono fortemente le problematiche di carattere sociale e organizzativo che le popolazioni dell’intero territorio
dell’area protetta stanno vivendo in questo periodo. |
Visso, 02.03.2017
Martedì 28 febbraio, nell’ambito dell’esame del decreto legge n. 8/2017, C. 4286 Governo, recante "Nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite
dagli eventi sismici del 2016 e del 2017", il presidente del Parco dei Monti Sibillini, Oliviero Olivieri, ha partecipato ad una audizione della Commissione Ambiente
della Camera presieduta dall’onorevole Ermete Realacci in cui ha rappresentato la situazione dell’Ente. Al di là dei drammatici aspetti legati alla morte di decine
di persone e alla distruzione di abitazioni ed edifici, il quadro che si evince dal resoconto è oltremodo grave: a Visso, la sede istituzionale del Parco è inagibile;
la rete di sentieri e percorsi è stata interessata da crolli e frane che ne hanno compromesso in gran parte l’utilizzo in condizioni di sicurezza; cinque dei sette
rifugi del Parco risultano inagibili; il patrimonio dei musei, dei centri visita, delle aree faunistiche e dei centri di educazione ambientale ha riportato danni
gravi al punto da renderne, in molti casi, impossibile la fruizione. Le uniche strutture di accoglienza del sistema di fruizione del Parco attualmente agibili
risultano essere i rifugi di Tribbio di Fiastra e di Garulla di Amandola, il Museo della Sibilla e il CEA Sibilla di Montemonaco. Tutto il resto è danneggiato,
comprese le aree faunistiche di Castelsantangelo sul Nera e Bolognola. Tornando ai sentieri e alla loro fruibilità, si riscontrano criticità in diversi percorsi
di media e alta quota potenzialmente interessati da eventi franosi, mentre per i percorsi bike e alcuni itinerari trekking che attraversano centri abitati danneggiati
dal sisma, e quindi inseriti in zona rossa, occorre valutare possibili alternative o disincentivarne temporaneamente l’utilizzo. NB: di seguito il link dell’audizione LINK per la parte relativa all’intervento del presidente Olivieri la traccia va dal minuto 8’47” al minuto 15’13”. |
Visso, 03.03.2017
Dal Liceo Monti di Cesena al Parco Natura Viva di Bussolengo, dal Parco Zoo Punta Verde di Lignano Sabbiadoro al Giardino Zoologico di Pistoia, dalla Fondazione
Arca fino alle aziende del Gruppo Martini di Longiano, vi è stata una mobilitazione per la raccolta di fondi a favore di iniziative promosse dal Parco Nazionale
dei Monti Sibillini per sostenere attività imprenditoriali in ambito zootecnico in difficoltà a seguito dei recenti eventi sismici. |
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