struttura fruibile

foto della tradizione Storia e curiosità

Caratteristico ristorante alla carta che ha ottenuto il marchio di Ristorante tipico certificato e locale storico.

foto del piatto I nostri piatti per il Menù della Sibilla

Zuppa di castagne sibilline (Disponibile in autunno e inverno)
Antica zuppa di castagne della tradizione locale accompagnata da funghi porcini. Viene servita su una ciotola di pane lavorata a mano.

Cappellacci ai funghi porcini (Disponibili tutto l'anno)
Si tratta di un primo piatto di pasta sfoglia molto diffuso in tutta l'area dei Sibillini. La pasta è tirata a mano e il ripieno è di ricotta fresca. Vengono conditi con funghi porcini locali.

foto degli ingredienti di qualità Cosa c'è nel piatto

I prodotti utilizzati... 

Castagne di Montemonaco
Funghi porcini
Ricotta fresca di pecora


...e i loro produttori  

Le castagne vengono raccolte direttamente nel castagneto di famiglia, situato a pochi km dal centro di Montemonaco. I funghi provengono dall’azienda Filotei - Via Salaria SNC Zona Ind.le Pescara del Tronto, Arquata del Tronto (AP). La ricotta e i formaggi provengono dall'azienda Di Mulo -Via Calvaresi, Amandola (FM)

Il luogo di produzione  

castagne e funghi provengono rispettivamente da Montemonaco e Arquata del Tronto, mentre la ricotta proviene dagli allevamenti dell'azienda Di Mulo. Tutta la produzione proviene quindi dal territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Metodo di produzione  

il castagno e il fungo porcino sono colture che caratterizzano profondamente questo territorio, contribuendo con un notevole apporto all’ecosistema agroforestale, ma anche alla dieta alimentare. Il metodo di produzione è compatibile con le esigenze dell'ambiente e con la cura dello spazio naturale in quanto non vengono impiegati fertilizzanti o pesticidi, ma soltanto la forza delle leggi della natura. I “marroni” di Montemonaco vengono raccolti, castrati e lasciati asciugare all’aria per la conservazione.

Questi prodotti aiutano la biodiversità

La coltivazione del castagno ha costituito per secoli una delle forme più radicate e diffuse di sostentamento per il territorio appenninico e rappresenta un elemento del paesaggio tipico di alcune aree del Parco Nazionale. La coltura del castagno non rende necessario l'uso di concimi e diserbanti, pertanto non si hanno alterazioni doveute a sostanze chimiche. Gli unici interventi effettuati sul castagneto sono la potatura e prima del periodo di raccolta, la pulizia del sottobosco che consiste nella rimozione di parte dei residui di potatura, felci e piccoli arbusti. Per sua natura il castagneto coltivato rappresenta un ambiente particolarmente idoneo ai chirotteri forestali (pipistrelli), che beneficiano di spazi più ampi rispetto a quelli disponibili nei castagneti spontanei.

 

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