Parco Nazionale dei Monti Sibillini

COMUNICATO STAMPA (12 dicembre 2002)

Ufficio Stampa del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

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APPROVATO IL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI

Il 18 novembre il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco ha approvato, dopo il parere favorevole della Comunità del Parco (organismo che riunisce i 18 sindaci, i presidenti delle 5 Comunità Montane, delle 3 Province e delle 2 Regioni interessate dall’area protetta), il Piano per il Parco.

Si chiude così la prima, ma decisiva tappa prevista dalla legge 394/1991 (legge quadro sulle aree protette) per l’elaborazione del Piano. Sta ora alla Regione Marche, che ha cofinanziato gran parte del Piano grazie ai fondi dell'ob.5b), e alla Regione dell'Umbria procedere alla sua adozione, ma questo compito oramai appare facilitato dal consenso pressochè unanime che il Piano ha incontrato tra gli enti locali. Questa adozione, però, non rappresenta l’atto finale: si passerà infatti attraverso la fase delle osservazioni scritte che chiunque potrà presentare e sulle quali l’Ente Parco dovrà esprimere il proprio parere per giungere all’approvazione definitiva da parte delle due Regioni.

Pur non essendo previsto dalla legge, il Parco ha voluto fin dall’inizio percorrere la strada del coinvolgimento di tutti gli enti locali nella convinzione dell’importanza strategica della ‘co-pianificazione’: il loro consenso giustifica la scelta di questa strada indubbiamente più lunga e faticosa.

Per la realizzazione del Piano – il cui responsabile scientifico è il prof. Roberto Gambino, il più autorevole dei pianificatori di aree protette italiani - sono stati avviati numerosi studi e ricerche sia a carattere naturalistico (flora, vegetazione, fauna, acque, clima, ecc…) che urbanistico territoriale (con particolare riferimento ai sistemi infrastrutturale, insediativo, paesistico-percettivo). Grande è stato il numero dei soggetti coinvolti: tre Coordinatori, sei componenti dell'Ufficio di Piano, diciotto Responsabili scientifici, le Università di Ancona, Camerino, Perugia e Urbino e undici istituti universitari.

Il Piano, che costituisce lo strumento fondamentale di riferimento per la vita e l’attività dell’Ente Parco per il prossimo decennio, definisce le strategie per un modello di sviluppo sostenibile locale basato sulla conservazione del patrimonio naturale e culturale locale e finalizzato in particolare a:

Ferme restando tali finalità generali, il Piano ha altresì tenuto conto degli obiettivi di tutela e di sviluppo indicati, per i territori di rispettiva competenza, dalle Regioni, dalle Province, dalle Comunità montane, dai Comuni e dalle Autorità di bacino in un’ottica e secondo un processo di reale co-pianificazione che ha visto un attivo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.

"Si tratta di un Piano – ha commentato il prof. Carlo Alberto Graziani, Presidente del Parco - che ha un alto livello tecnico e scientifico e che nello stesso tempo è in grado di rappresentare la base per un adeguato sviluppo del territorio. Esso inoltre contiene un elemento di alto valore simbolico: la rinaturalizzazione di quelle strade che sono vere e proprie ferite nel cuore della montagna (una per tutte: la zeta di Zorro sul Monte Sibilla, visibile da tutto l’Appennino centrale) e il cui risanamento aveva costituito una delle motivazioni più nobili e forti di coloro che si erano battuti per l’istituzione del Parco. A tutti loro pertanto vorrei dedicare questo straordinario risultato".

"Vorrei poi ringraziare – ha aggiunto il Presidente – oltre al personale del Parco e in particolare al personale generosissimo dell’Ufficio tecnico, due persone senza le quali difficilmente saremmo potuti arrivare a questa conclusione: Nando Ottavi, Presidente della Comunità del Parco, che anche nei momenti più difficili ha saputo trovare la strada della ricomposizione e che con ostinazione si è adoperato per risolvere i problemi e non, come troppe volte avviene, per complicarli; l’arch. Massimo Sargolini, che ha svolto con pazienza ed entusiasmo veramente encomiabili una preziosissima opera di coordinamento ed è riuscito a comunicare con chiarezza ed efficacia anche le questioni più complesse".