Com. N. 3/2006                                                                              Visso, 22 febbraio 2006

 

Oggetto: prosegue il programma di reintroduzione del cervo, altri 28 esemplari nei Sibillini

 

Ventotto esemplari di cervo sono stati liberati ieri nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini: si è così completato il programma di reintroduzione faunistica messo in atto dal Parco. La prima immissione di cervi - avvenuta lo scorso anno, sempre in questo periodo – ha avuto esiti decisamente positivi: gli animali immessi, costantemente monitorati grazie ai radiocollari applicati, si sono adattati bene al nuovo ambiente.

 

“Il ritorno di questa specie, estinta dai Sibillini da quasi 200 anni, - ci ricorda il Direttore del Parco, Alfredo Fermanelli - risulta fondamentale per il ripristino degli ecosistemi originari: anche il lupo, specie d’interesse conservazionistico prioritario a livello europeo, ne beneficerà. Di conseguenza riteniamo inoltre che si ridurranno progressivamente le interazioni con gli animali allevati dall’uomo. Anche dal punto di vista della valorizzazione del territorio questo intervento è di particolare significato proprio perché in questo modo molti visitatori ed amanti del territorio dei Sibillini potranno avere, sempre più frequentemente, la fortuna di osservare i nobili e maestosi esemplari di cervo muoversi liberamente nei boschi e nelle praterie del parco, valorizzando con la loro presenza, anche sotto il profilo turistico, questo straordinario territorio”.

 

Durante le operazioni di rilascio – avvenute nel territorio comunale di Castelsantangelo sul Nera – tutto è andato per il meglio: i cervi, provenienti dalla Foresta Demaniale di Tarvisio, sono stati liberati di buon mattino sotto gli occhi discreti di uno sparuto gruppo di tecnici ed operatori del Parco. La buona riuscita dell’operazione si deve anche alla professionalità degli agenti del Corpo Forestale dello Stato - intervenuti sia nella fase di cattura che in quella del rilascio - così come di fondamentale importanza è stato l’intervento del Servizi Veterinari delle AUSL di Tarvisio e di Camerino e la collaborazione con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino.

 

Anche in questo caso ai cervi è stato applicato un radiocollare. Questo permetterà di controllare l’inserimento in natura degli animali, monitorarne costantemente gli spostamenti e valutare, in tal modo, l’esito della reintroduzione. I dati raccolti lo scorso anno hanno permesso di ricostruire gli spostamenti degli ungulati evidenziando una inaspettata capacità di orientamento ed una fortissima adattabilità della specie. La collaborazione con il confinante Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga - verso cui alcuni esemplari si sono mossi per poi ritornare nei Sibillini - ha permesso un proficuo scambio di conoscenze e di dati, mostrando inequivocabilmente il senso e l’importanza di una continuità “ecologica” territoriale nel sistema di protezione ambientale dell’Appennino.