COM. N. 20/2006 Visso,
31 ottobre 2006
OGGETTO: Fotografato l’orso nel Parco Nazionale dei
Monti Sibillini
L’orso è tornato a vivere sui Monti Sibillini: è questo il
risultato delle indagini e delle attività di monitoraggio che hanno consentito
di raccogliere, nel corso degli ultimi mesi, preziose informazioni
sull’esemplare di orso bruno avvistato nel Parco
Nazionale dei Monti Sibillini. In seguito alla segnalazione di
alcune impronte osservate dagli allevatori di Visso, infatti, la
presenza dell’animale è stata accertata a settembre dagli zoologi Paolo Forconi
e Massimo Dell’Orso, dello Studio Faunistico Chiros.
Subito dopo tale importante scoperta, gli zoologi - che
collaborano con il Parco anche in altri progetti faunistici
- hanno avviato un’intensa attività di monitoraggio dell’area
interessata e, in 40 giorni, hanno raccolto 25 escrementi e 26 campioni
di pelo. Sono state inoltre scattate 12 foto, mediante l’uso di trappole
fotografiche; una documentazione eccezionale, se si pensa che queste sono le
prime foto di orso realizzate nell’Appennino Umbro
Marchigiano. I campioni di pelo raccolti sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo che, attraverso le
analisi del DNA, determinerà il sesso dell’animale e accerterà se si tratta di
uno degli esemplari già “schedati” nell’ambito del Programma nazionale per la
tutela dell’Orso.
Si ritiene che la popolazione di provenienza non possa che
essere quella dell’area abruzzese-molisana-laziale,
la quale - attraverso i monti della Laga e i monti Reatini, situati in continuità ecologica con i Sibillini -
sostiene il pur minimo flusso di individui. Ed è
proprio questo l’anello più debole di questa preziosa
catena: la connettività ecologica tra i Parchi
Nazionali appenninici e, in particolare, il corridoio della Valle del Tronto,
interposto tra Sibillini e Laga. Questa è, infatti,
l’area dove si sviluppano le vie di comunicazione e gli insediamenti esistenti.
E’ possibile, quindi, che mentre i Parchi fanno del loro meglio per migliorare
la qualità ambientale dei territori montani, i colli di bottiglia ecologici dei
fondovalle, sempre più stretti o interrotti, rischiano di vanificarne o ridurne
l’efficacia, impedendo o comunque riducendo le
probabilità di formazione di una nuova popolazione umbro-marchigiana. E’ in
questo senso che una forte azione di cooperazione con le amministrazioni
provinciali e quella regionale risulta indispensabile
per garantire la conservazione di una specie in pericolo di estinzione e particolarmente
protetta sia dalla normativa nazionale che comunitaria.
Va sottolineato che il ritorno
dell’orso sui Monti Sibillini risulta accertato da oltre dieci anni, anche se
con bassa densità di individui e senza prove di avvenuta riproduzione. Infatti,
a differenza del lupo - l’altro grande predatore
dell’Appennino che non è mai scomparso dal territorio dei Sibillini - l’Orso
risulta essersi estinto tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento.
Da quegli anni, nessuna prova concreta ha dimostrato la sua
presenza, fino agli inizi degli anni ‘90, quando, sul versante marchigiano del
Monte Vettore sono state rinvenute le prime tracce. E’ stato proprio da questo
periodo che il Parco ha stabilito un programma di collaborazione con
l’Università degli Studi di Perugia e con il coinvolgimento del Corpo Forestale
dello Stato in base al quale è stato avviato un
monitoraggio di diverse specie faunistiche molto
importanti, tra cui proprio l’orso. Tra il 1992 e il 2003, la presenza del grande carnivoro nel Parco è stata così regolarmente
accertata su entrambi i versanti dell’area protetta, anche se le osservazioni
più numerose si sono registrate nella zona meridionale.
Sebbene avvistarlo sia un evento assai difficile, dato che
la specie è prevalentemente notturna, sapere comunque che
un orso vive indisturbato nei boschi dei Monti Sibillini o poterne osservare le
tracce, aggiunge senz’altro fascino a questo territorio e costituisce un
ulteriore motivo di attrazione per tutti coloro che desiderano entrare in
contatto con la natura incontaminata di questo grande Parco Nazionale.