COM. N. 01/2007                                                                           Visso, 16 gennaio 2007

 

 

OGGETTO: Identificato tramite il DNA l’orso dei Monti Sibillini, ma gli orsi sono più di uno

 

L’orso bruno che, almeno da settembre 2006, vive stabilmente nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è un esemplare maschio, non compreso tra quelli finora identificati nell’Appennino abruzzese. Questo è il risultato delle analisi genetiche effettuate sulle molecole di DNA estratto da campioni di pelo inviati dal Parco all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Tali dati si aggiungono alle molte altre informazioni raccolte sul campo, comprendenti numerose impronte, escrementi e fotografie scattate direttamente all’animale. Da esse emergono, peraltro, alcune importanti sorprese: durante un sopralluogo effettuato a novembre, infatti, sono state rilevate impronte della zampa anteriore di due diverse dimensioni, che evidenziavano, quindi, che gli orsi presenti nei Monti Sibillini erano almeno due. In realtà, l’insieme dei dati raccolti suggeriscono che attualmente gli orsi siano probabilmente tre: oltre al maschio, identificato geneticamente, è infatti ipotizzabile che siano presenti una femmina adulta e un giovane di circa 2 anni e mezzo. Non si esclude, quindi, che le segnalazioni di orso nell’Appennino umbro-marchigiano, registrate con una certa regolarità a partire dal 1992, siano riconducibili alla presenza stabile nel territorio di un nucleo di tale specie, in grado di riprodursi, piuttosto che all’arrivo occasionale di qualche esemplare erratico proveniente dall’Appennino abruzzese, come finora prudentemente ritenuto. Viene quindi confermata l’importanza di svolgere il monitoraggio sistematico di questo animale, non solo nel Parco, ma nell’intero Appennino umbro-marchigiano. Ciò al fine di contribuire concretamente alla conservazione di questa sottospecie di interesse comunitario, a grave rischio di estinzione, della quale si stima che sopravvivano in totale non più di 30-40 individui. La presenza dell’orso costituisce quindi un’importante e positivo indicatore della qualità ambientale del territorio, che l’istituzione del Parco ha contribuito ad elevare, attraverso numerosi interventi di riqualificazione ambientale e faunistica in particolare, che sottolineano ancor più il ruolo, in termini di conservazione della natura, che un’area protetta è chiamata a svolgere. Ciò senza peraltro dimenticare i positivi aspetti di valorizzazione turistica legata alla presenza della grande fauna, comprendente, oltre all’orso, anche il cervo, recentemente reintrodotto dal Parco.