COM N. 8/2007                                                                              Visso, 24 maggio 2007

 

OGGETTO: nell’area faunistica di Bolognola è nato il primo piccolo di camoscio appenninico del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

 

Nell’alta Valle del Fiastrone attendevano tutti con ansia questa notizia. Le probabilità che Libero e Maja – i primi due camosci appenninici che nel giugno scorso sono stati reintrodotti nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini alla presenza del Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraio Scanio – si riproducessero già dal primo anno erano bassissime: circa il 30% affermano gli esperti. I due camosci che vivono nell’Area Faunistica di Bolognola da quasi un anno, infatti, sono due individui definiti “sub – adulti”, cioè non ancora pienamente maturi; elevate erano, inoltre, le possibilità che la femmina saltasse l’annuale fase riproduttiva a causa dello stress connesso proprio alle operazioni di reintroduzione.

Per questo la nascita del piccolo, avvenuta all’alba di sabato 19 maggio, ha un sapore ancor più dolce ed è stata accolta con molto entusiasmo dal Parco. Ancora non è possibile stabilire il sesso del “kid” – questo il nome che viene dato agli individui con meno di due anni – e probabilmente passerà qualche mese prima che si possa stabilirlo con certezza: prima di allora, infatti, non sarà possibile catturare l’animale ed effettuare manipolazioni su di esso. La gestione di questa delicatissima specie prevede che per il primo mese i disturbi siano ridotti al minimo indispensabile; anche gli operatori e i tecnici eviteranno, quindi, intrusioni all’interno dell’area.

Nell’ambito delle gestione e della conservazione di questa specie si deciderà il futuro del piccolo, primo nato all’interno del territorio dei Sibillini dalla lontana epoca dell’estinzione del Camoscio Appenninico da questo territorio.

Scopo dell’area faunistica è proprio quello di fungere da “serbatoio” per le reintroduzioni in natura e il nuovo arrivato potrà forse essere utilizzato per scopi di reintroduzione o divenir parte, in rapporto alle caratteristiche genetiche, del programma di gestione coordinata con le altre aree faunistiche dei Parchi Nazionali della Majella, del Gran Sasso – Laga o del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise.

“La prima fase di questo ambizioso progetto si conclude nel modo migliore - ha affermato soddisfatto il direttore del parco, Alfredo Fermanelli - la nascita del piccolo evidenzia infatti come i due individui si siano perfettamente ambientati e come la gestione dell’area sia stata quanto mai oculata.

Si tratta di un risultato concreto estremamente importante che fa ben sperare per la seconda e fondamentale fase del progetto: la reintroduzione in natura, in tempi brevi, di una colonia di camosci appenninici nei Sibillini. Ciò risulterà fondamentale per l’ampliamento dell’areale di questa specie che, sebbene negli ultimi anni stia superando la situazione di forte criticità che l’aveva ridotta a poche decine di individui, è tuttora considerata a rischio di estinzione”.