COM. N. 13/2007                                                                                       Visso, 10 luglio 2007

 

OGGETTO: recupero animali selvatici nei Sibillini, presso il Centro Faunistico di Castelsantangelo un’area di prima accoglienza

 

E’ sempre più efficace il recupero della fauna selvatica ferita all’interno del territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini; grazie all’impegno degli agenti del Corpo Forestale dello Stato e al senso civico di escursionisti o semplici cittadini, solo nell’ultimo mese, sono stati ritrovati due falchi pellegrini e tre piccoli di capriolo. Gli animali vengono trasferiti a Fabriano, presso il Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) gestito dal WWF, dove vengono curati e riabilitati per poi essere rilasciati nei pressi della zona del ritrovamento.

Le ultime operazioni di rilascio nel versante maceratese, svolte in accordo con la Provincia di Macerata, il Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale, il WWF e il Comune di Castelsantangelo, sono state effettuate presso il Centro Faunistico di Castelsantangelo sul Nera, area recintata di 30 ha che già ospita cinque cervi ed è aperta al pubblico per visite guidate. Il Centro potrà diventare, in un prossimo futuro, una zona di prima accoglienza per gli animali ritrovati feriti nel territorio del Parco, svolgendo così un ruolo importante in queste delicate operazioni.

Di fondamentale importanza risulta la prevenzione del danno arrecato dalle interferenze umane alla fauna selvatica, in particolare quelli derivati dalla fitta rete viaria stradale e dalle linee elettriche. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, a tal proposito, sta partecipando al tavolo tecnico istituito dal Ministero dell’Ambiente per la redazione delle “Linee guida per la mitigazione dell’impatto delle linee elettriche sull’avifauna”. I due falchi pellegrini, recuperati recentemente nei pressi dell’Infernaccio e nell’area di Castelsantangelo e già liberati dopo le opportune cure, sono risultati feriti proprio a seguito di collisioni con le linee dell’alta tensione. Sempre per prevenire i danni all’avifauna, una recente delibera sulle misure di conservazione dei siti Natura 2000 che ricadono nei confini del Parco prevede l’interramento dei cavi per la realizzazione o la sostituzione di linee elettriche a bassa e media tensione.

In quest’ottica destano particolare preoccupazione i progetti di realizzazione di grandi impianti eolici che dovrebbero sorgere proprio nelle aree immediatamente limitrofe ai confini del Parco: la collisione con le pale eoliche, infatti, è una delle principali cause di mortalità dell’avifauna. Gli impianti eolici potrebbero costituire un ulteriore fattore di rischio per molte specie animali rare, come l’aquila reale, e potrebbero vanificare la riuscita di importanti progetti di reintroduzione faunistica programmati dal Parco come, in particolare, quello del grifone.