Dal primo di agosto in molti ristoranti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è possibile gustare il Menù della Sibilla:
un menù “tipico”, perché propone piatti preparati con i prodotti del territorio,
ma allo stesso tempo “atipico”, in quanto non si tratta di un menù unico per tutti i ristoranti, bensì di un piatto proposto da ciascun ristorante che va a comporre un unico menù, gustabile, nella sua
interezza, solo visitando i vari ristoranti della rete. Il Menù della Sibilla è il risultato di un progetto di rete con cui il Parco ha coinvolto 33 ristoranti del territorio e trenta aziende agricole
al fine di promuovere la filiera corta e la valorizzazione dei prodotti locali, ma anche per evidenziare come queste produzioni, ottenute con metodi di allevamento e di agricoltura tradizionale o
biologica, contribuiscano a favorire la biodiversità.
Ad agosto arriva una bellissima notizia per gli amanti del Parco. Il ministero dell’Ambiente ha infatti finanziato la prima tranche dei lavori di riqualificazione naturalistica del Monte Bove Sud che prevede lo smantellamento degli impianti di risalita desueti. La funivia del Bove, realizzata nel 1974 e rimasta in funzione fino al 1994, tuttora campeggia sulle creste del sottogruppo del Bove. Si tratta di due grandi tralicci di acciaio (situati nelle vicinanze del monte Bicco, all’altezza della cresta che affaccia in Val di Bove), dell’edificio in muratura di arrivo della funivia, di un piccolo manufatto rialzato – chiamato osservatorio - e dei piloni dello skilift "le spigare". Con questa prima tranche di lavori si provvederà a smantellare i piloni dello skilift spigare e l’osservatorio.
L’ultimo fine settimana di agosto si è tenuta la prima edizione della Notte Verde - Festival dei Parchi delle Marche, iniziativa ideata dalla regione Marche e dalla sezione regionale di Federparchi per valorizzare le aree protette marchigiane certificate con la Carta Europea del Turismo Sostenibile. Vi hanno preso parte cinque aree protette marchigiane e le varie iniziative hanno riscosso un grande successo di pubblico. Il Parco Nazionale dei monti Sibillini ha partecipato con un ricco programma organizzato in collaborazione con i Centri di Educazione Ambientale, i Centri Visita e le Guide del Parco, che ha visto la realizzazione di serate tematiche sui pipistrelli e sulle falene, laboratori per bambini e famiglie, concerti, proiezioni di immagini faunistiche ed un’originale escursione notturna “filosofica”, organizzata in collaborazione con Filofest, il festival della filosofia spiegata con linguaggio accessibile nei luoghi della quotidianità.
Nel 2015 sono stati realizzati gli interventi previsti nel primo anno del progetto "Conservazione delle praterie alto montane", co-finanziato dalla Regione Marche. Il progetto, redatto in collaborazione con la Scuola di Bioscienze e Medicina veterinaria dell'Università di Camerino, si propone di stabilire un equilibrio tra il recupero spontaneo dei naturali processi ecologici di aree non più utilizzate e le attività economiche tradizionali, in primo luogo agricoltura e pastorizia, anche al fine della conservazione degli habitat tutelati di praterie secondarie (6170, *6210, *6230) e delle specie faunistiche di interesse comunitario legate agli ambienti di prateria, quali il camoscio appenninico. Punto di forza del progetto è il riconoscimento del ruolo attivo degli operatori economici locali nel mantenere e conservare gli ambienti di prateria montana caratteristici del Parco. In particolare, il progetto si articola in 5 tipologie di intervento che interessano altrettanti siti nei comuni di Fiastra, Acquacanina, Ussita, Montefortino e Montegallo. Le praterie del monte Fiegni, a prevalenza di Bromus erectus, che rappresentano l’habitat di importanza comunitaria *6210 nell’ambito della Direttiva Habitat (92/43/CEE), sono stati interessati da interventi di decespugliamento; nelle praterie secondarie dei Prati di Ragnolo è stato incentivato lo sfalcio tradizionale, che in alcuni settori era stato abbandonato; nelle praterie della Val di Bove gli interventi sono stati volti a contrastare l’espansione del brachipodio genovese (Brachypodium genuense) mediante attività sperimentali di pascolo equino. Particolarmente positive sono risultate le attività di sfalcio e pascolo ovino controllato nella Foresta demaniale di monte Castel Manardo (area del P.zzo Tre Vescovi), dove si è visto anche un aumento di uccelli nidificanti nelle aree recuperate e dove l'allevatore ha manifestato interesse e soddisfazione per l'intervento anche in termini di ottime rese. Infine, gli interventi attuati nella zona del monte Oialona sono stati finalizzati a consolidare la presenza del brugo (Calluna vulgaris) che nel territorio del Parco si trova al limite meridionale dell’areale di distribuzione europea ed è minacciato dalla espansione di altre specie vegetali, anche arboree. In questo sito gli interventi hanno previsto attività sperimentali di moltiplicazione di questa pianta mediante raccolta di circa 200 piccole parti legnose dagli individui in natura al fine di ottenere talee radicanti coltivate presso i vivai dell’ASSAM di Amandola e Pollenza. Le attività proseguiranno con interventi di diradamento forestale, decespugliamento e la messa a dimora di piante di brugo, sempre in collaborazione con l'ASSAM. Le attività del progetto proseguiranno per oltre due anni, fino alla fine del 2017. |
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