NEWSLETTER n.2 del 23 dicembre 2019 |
IL PARCO HA UN NUOVO PRESIDENTE: ANDREA SPATERNA
Andrea Spaterna è il nuovo presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Nato a Perugia nel 1962, è Prorettore dell'Università degli Studi di Camerino, professore ordinario della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria dell’Ateneo camerte e direttore sanitario dell’Ospedale Veterinario Universitario Didattico di Matelica. L’insediamento ufficiale è avvenuto martedì 15 ottobre a Visso presso la sede dell’Ente.
Il nostro impegno, mio e di tutto il personale ed i collaboratori del Parco, sarà quello di far percepire questa realtà come una straordinaria opportunità per il rilancio del tessuto socio-economico del territorio dei Sibillini, in continuità con il lavoro di chi mi ha preceduto ed in sinergia con le realtà amministrative locali, regionali e nazionali. Il Parco dovrà coniugare le politiche di tutela e valorizzazione della biodiversità con quelle di uno sviluppo sostenibile in grado di integrarsi perfettamente con il contesto naturalistico e paesaggistico, rispettoso di un territorio di rara bellezza ma purtroppo ancora sofferente per le conseguenze dei recenti accadimenti sismici. Uno sviluppo sostenibile che sappia ridare fiducia a coloro che hanno deciso di rimanere in questi luoghi, ma ai quali occorre assicurare una visione prospettica di rilancio e di ripartenza, che possa confortare la loro volontà di vivere e lavorare nel contesto del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Scenario possibile grazie allo straordinario lavoro che i sindaci dei Comuni del Parco, insieme alle loro amministrazioni, stanno portando avanti per far percepire ai cittadini che quello che è successo sarà presto solo un ricordo, che ciò che è andato distrutto verrà ricostruito e che saranno messi nella condizione di risollevarsi quanto prima grazie anche a quelle prerogative di dignità, fierezza, determinazione, che da sempre contraddistinguono le genti di questi luoghi. |
ANDREA SPATERNA: THE NEW PRESIDENT OF THE SIBILLINI PARK |
CARTA EUROPEA DEL TURISMO SOSTENIBILE: IL PARCO OTTIENE L’OK DA BRUXELLES
Un piano articolato, caratterizzato da progetti già realizzati o in procinto di diventare realtà, ma soprattutto una strategia frutto di un dialogo costante tra attori pubblici e privati: questo, in sintesi, il significato della CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile), strumento programmatico ed operativo che caratterizzerà l'azione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini da qui ai prossimi cinque anni. L'Ente ha ottenuto questo riconoscimento da Europarc Federation, la Federazione che raggruppa oltre 600 enti gestori di 400 aree protette in 28 paesi europei e che rappresenta il più importante riferimento della politica turistica a livello europeo nelle aree protette. Alla cerimonia per il rinnovo dell’adesione alla CETS tenutasi a Bruxelles il 2 dicembre scorso è intervenuto il direttore Carlo Bifulco. |
EUROPEAN CHARTER OF SUSTAINABLE TOURISM: THE PARK GETS THE OK FROM BRUSSELS |
IL CENSIMENTO DEL CAMOSCIO APPENNINICO
Sono 123 gli individui di camoscio appenninico censiti nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini in base all’ultima rilevazione effettuata lo scorso 7 novembre: 6 femmine e 1 maschio adulto già marcati, 41 adulti non marcati, 19 yearling (esemplari giovani con almeno un anno di vita) di sesso indeterminato, 21 piccoli, tutti nati tra i mesi di maggio e luglio 2019, e 35 esemplari indeterminati. La stima sul totale si aggira intorno alle 180 unità dislocate in prevalenza nella zona del Monte Bove (Bove Nord, Bove Sud, Bicco), ma l'elemento più significativo emerso da questo censimento è la conferma della presenza di un branco che gravita, da questa estate, sul versante sud del Monte Priora. |
THE CENSUS OF THE APENNINES CHAMOIS |
EDUCATIONAL TOUR: LA “SCUOLA” NEL PARCO. LA TESTIMONIANZA DI UNA INSEGNANTE
Due giornate intense trascorse nel territorio del Parco, un soggiorno gratuito con esperienze dirette sul campo, attività laboratoriali, visite guidate. È questa la proposta dell'Educational Tour, corso formativo dedicato a docenti delle scuole primarie e secondarie di ogni ordine e grado, che si è svolto nei mesi di settembre ed ottobre. Il progetto, finanziato dal Comitato Sisma Centro Italia con la collaborazione del WWF Italia, ha permesso di presentare la realtà del Parco al mondo della scuola, mettendo in evidenza il valore e l’importanza dell’area protetta e della sua fruizione, soprattutto dopo gli eventi sismici. 143 in totale i docenti partecipanti, provenienti da Marche, Umbria, Lazio, Emilia Romagna, Puglia e Campania, che hanno avuto l'opportunità di conoscere molteplici aspetti del territorio, dalle bellezze naturali ai beni storico-artistici, passando per l’offerta ricettiva, i produttori e la lavorazione delle materie prime che la montagna offre. Portare insegnanti a conoscere o riscoprire le bellezze del Parco potrebbe significare ampliare il numero dei suoi fruitori coinvolgendo gli studenti in occasione delle loro gite scolastiche e, potenzialmente, le loro famiglie. Riportiamo una emozionante testimonianza inviataci dalla maestra Pina Cipolletta di Porto Sant'Elpidio che ha partecipato all’Educational Tour:
Ho rimesso ieri sera gli scarponcini nello sgabuzzino, la scatola che oramai non tiene più malgrado gli strati sovrapposti di scotch. Tracce di fango e foglie secche ai bordi e sul fondo dentellato: l’ultima camminata sopra Macereto, verso i Piani di Pao, le roverelle che iniziano a perdere il verde, le mucche di Vallestretta a sera ancora al pascolo mentre le pecore s’incamminano lente verso Cupi. Appena possiamo scappiamo verso i monti, la superstrada da Civitanova e via: la Rancia, la facciata della basilica di Tolentino transennata, dopo la galleria immancabile un’occhiata a sinistra diretta a San Maroto, lo svincolo alla Maddalena fino alla sosta a destra per l’indispensabile rifornimento di pizza al bar-forno di Pieve Torina, locale sempre fornito di ogni ben di Dio, sempre affollato, e tutto attorno case squarciate, le macerie, ci si rallegra di qualche demolizione che lascia sperare nella prossimità della ricostruzione. Si rientra in auto e si decide spesso sul momento: fra tutti l’anello di Montecavallo da Collattoni o i monti sopra Macereto sono le nostre mete preferite, poi al ritorno se non si fa troppo tardi un salto a Pievebovigliana per il formaggio, certo, e questo oramai da anni. Si fa rifornimento di aria buona, si fanno faticare le gambe mentre gli occhi catturano le forme dei monti e ti sorprendi ogni volta di come avvicinandoti i profili diventino altro. Altro. Guardi e basta, ed avverti quel benessere che solo il diretto contatto con la natura pura sa restituire. Ecco da dove vengo io, io abito ed insegno in una scuola elementare a Porto Sant’Elpidio, ma vengo anche da questo contesto di ambiente e di vita che si muove attorno al massiccio montuoso dei nostri Sibillini. Ecco perché ho accolto con entusiasmo l’invito dell’educational tour che avrebbe portato gli insegnanti nei “territori mutati”, così come una felice espressione recentemente li ha connotati. Sono tornata a Montalto di Cessapalombo, quello della marcia della Memoria è un appuntamento che mantengo in aprile ed avevo già visto come il terremoto avesse danneggiato l’edificio, reso incredibilmente silenzioso quel mondo rumoroso ed in movimento di insetti, uccelli, piante aromatiche ed arbusti allungati verso lo stagno. Ho ritrovato nel luogo e nelle persone che lo hanno inventato, creato e difeso, Patrizio e Fabiana, un’energia ed una generosità straordinarie. Sorvegliati dal castello di Montalto, rudere maestoso che ti racconta di come lì un tempo ci fosse una comunità, un’economia, una cultura, Patrizio e Fabiana ci hanno mostrato come si siano attrezzati (malgrado il terremoto e quella tentazione nera e dolorosa di andarsene e ricominciare l’esistenza da un’altra parte) per portare avanti le attività che il loro centro offre a quanti vogliano farsi guidare verso la conoscenza di mondi ed abilità manuali che paiono oramai scomparsi, inutili. Ti narrano la necessità della pazienza, della competenza e della premura: foglie, fiori, specie autoctone ed altre piantumate, perfette per accogliere gli insetti, le farfalle così delicate, chissà che di questo luogo non sappiano loro riconoscerne la gentilezza, questo mi chiedevo mentre Patrizio ci informava sul loro lavoro, le proposte didattiche, e Fabiana era in cucina a preparare la pizza squisita che di lì a poco avremmo abbondantemente consumato (fantastica, cotta col forno a legna, quella con erbette e funghi indimenticabile, da tornarci sia solo per una delle pizze più buone di sempre, giuro). Dopo “La casa delle farfalle” di Cessapalombo abbiamo incontrato Federica, località Vallato di San Ginesio e la sua “Quercia della memoria”, azienda multifunzionale della quale avevo sentito parlare in ambienti interessati al biologico e alla promozione della biodiversità delle specie domestiche. Come già con Patrizio e Fabiana, un altro entrare in una esperienza che è storia di vita totale, di lavoro e di ciò che si è nel profondo. L’agriturismo di Federica e del marito è stato seriamente danneggiato dal terremoto, con conseguenze economicamente pesanti ma le scuole agri-nido ed agri-infanzia sono attive grazie all’allestimento di una tenda yurta acquistata in parte con il contributo volontario di quanti credono in questo progetto ed in parte ancora da pagare. Dallo Stato aiuti zero, va detto. Quello di Federica è un grande progetto, ma la parola progetto non mi basta, è anche una costruzione voluta, sapiente ed al tempo stessa poetica di un sogno, un immaginare un mondo che verrà più lento, più dolce, più profondo, e questo attraverso una scuola immersa nel verde, fra le case ferite dal terremoto in quel borghetto dove già in pochi vivevano e che ora è quasi disabitato. Ho visto foto di bambini che conoscevano ancor prima dell’uso di pastelli e pennarelli la bellezza dei colori dai petali di un prato fiorito, bambini che fanno pratica della cura partecipando all’accudimento degli asinelli, e poi quel mosaico dove le tessere erano parti di calcinacci, di mattoni e piastrelle che erano stati una casa, un luogo dove la gente nei giorni uno dopo l’altro trascorreva la vita fino a quel 30 ottobre 2016, quel 30 ottobre... |
THE "SCHOOL" IN THE PARK. THE TESTIMONY OF A TEACHER |
IL CALENDARIO 2020 DEL PARCO RACCONTA LA BIODIVERSITÀ
366 giorni di un 2020 bisestile che si prospetta intenso per la vita e le attività del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. 12 mesi da trascorrere con altrettante immagini di un gioiello di fotografia e grafica rappresentato dalla nuova edizione del tradizionale calendario del Parco, realizzato in collaborazione con l’AFNI, l’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani, sezione Marche. “I buoni lavori, com’è questo calendario, sono sempre quelli realizzati da una equipe” ha sottolineato il presidente del Parco, Andrea Spaterna. “Per il 2020 abbiamo scelto di centrare l'attenzione sugli animali selvatici e raccontare per immagini la biodiversità di questo territorio: il calendario si fa ambasciatore del Parco e delle sue bellezze, e si configura come uno degli strumenti di promozione più validi”. A descrivere il materiale fotografico raccolto dai fotografi dell’AFNI che conta nelle Marche una cinquantina di soci amanti di fotografia e natura, è uno di loro, Maurizio Giorgi: “il Parco è un luogo magico; ci siamo mossi con attenzione, pazienza, lunghi tempi di osservazione e tutta la tranquillità necessaria per non turbare gli animali. Ci sono immagini che abbiamo scattato anche a 800 metri di distanza e questo per cercare di coglierli nei loro atteggiamenti naturali. Non c'è alcuna post-produzione nelle foto di questo calendario, ma solo la volontà di rappresentare la natura in maniera corretta, perché questo sia un efficace strumento di divulgazione e sensibilizzazione a tutela del patrimonio naturalistico”. |
THE 2020 PARK CALENDAR TELLS BIODIVERSITY |
Per cancellarsi dalla mailing list | Informazioni sulla privacy | |
Copyright © 2019 Parco
Nazionale dei Monti Sibillini |