HOME HOME PAGE

NEWSLETTER n.2 del 24 luglio 2020

Sosteniamo il Parco Nazionale con il 5x1000

I progetti volti alla tutela della biodiversità, le iniziative legate ad un modo più consapevole di vivere un'esperienza di immersione totale nella natura, la bellezza di paesaggi straordinari ed ancora integri dove l'uomo riesce a vivere in armonia con il creato... Tutto questo, e tanto altro ancora, è il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un patrimonio inestimabile, racchiuso in un territorio che si estende per 70mila ettari, che può essere supportato dal contributo di ognuno di noi semplicemente attraverso la donazione del 5x1000. Si tratta di una quota di imposte a cui lo Stato rinuncia dando la possibilità al contribuente di scegliere un ente non profit. Non è una tassa in più, non costa nulla. Si cerca nella modulistica tradizionale di CUD, 730 e Unico la parte dedicata alla scelta per la destinazione del 5x1000 dell'Irpef e il riquadro riservato agli ENTI GESTORI DELLE AREE PROTETTE. Qui va indicato il codice fiscale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e va apposta una firma.

GRAZIE A NOME DI TUTTI GLI ABITANTI DEL PARCO!

Parco Nazionale dei Monti Sibillini luogo del cuore FAI

Scoprire il Parco significa vivere e comprendere una natura ed un territorio caratterizzati da un'originalità senza pari, lo sanno bene i nostri visitatori. Arrivano dall'Italia, dall'Europa o dal resto del mondo gli amanti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e in tanti, oggi più che mai, hanno scelto di trascorrere le proprie vacanze in un territorio a cavallo tra due regioni, le Marche e l'Umbria, incredibilmente ricco di risorse. Ad ogni vacanza, ad ogni escursione, ma anche ad ogni fugace visita è legato un ricordo, e il ricordo di un luogo vissuto così intensamente, come il Parco permette di fare, può, oggi, trasformarsi in un voto a tutela della natura e non soltanto. Come? Lo si può scoprire nel dettaglio visitando il sito FAI, fondoambiente.it, e cliccando nella sezione dedicata alla 10° edizione de "I Luoghi del Cuore". L'iniziativa, nata nel 2003, è una campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare e prevede un censimento biennale. Dopo ogni censimento viene aperto un bando sul quale si può candidare un progetto di valorizzazione per tutti i luoghi che hanno ottenuto almeno 2.000 voti. È questo l'obiettivo al quale il Parco dei Monti Sibillini vuole puntare. La votazione si chiuderà il prossimo 15 dicembre e, fino ad allora, c'è tempo per registrarsi al sito del FAI, andare alla sezione "Luoghi del Cuore", cercare il Parco e votare con un semplice clic. Oggi l'invito è trasformare il legame emotivo che abbiamo con questo luogo, l'interesse alla sua tutela e conservazione, in un voto che si tradurrà, nel prossimo futuro, in un contributo economico o nella collaborazione tecnica del FAI in specifici ambiti. La natura e gli animali, quella biodiversità che è ricchezza dal valore inestimabile, i borghi, le attività e la gente che vive a lavora in un territorio tanto complesso quanto sorprendente, sono il motivo per cui il Parco si candida ad essere il luogo del nostro cuore, da non dimenticare e da preservare anche con un gesto semplice come questo. Link sito FAI: https://www.fondoambiente.it/



Itinerari e idee alternative per scoprire il Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Un'esperienza, quella legata all'emergenza covid19, che nei mesi scorsi ha scardinato le nostre certezze e sovvertito la quotidianità. Tutto questo ci ha anche spinti a riscoprire spazi di bellezza ed armonia, ma soprattutto la Natura, elemento dalla forza rigenerativa straordinaria. Perché allora non tirar fuori un paio di comode scarpe, l'armamentario necessario per le escursioni e partire?

Cominciamo da un sentiero facile, così, per sgranchirci le gambe. Che ne dite del lago di Fiastra? Incantevole luogo, e non a caso il sentiero natura dedicatogli è stato denominato "Dentro un dipinto". La descrizione del percorso la trovate qui: https://www.sibillini.net//chiedi_sibilla/sentieri/sentierinatura/index.php . Un primo tratto di circa 1 km si presenta pianeggiante e con un percorso realizzato con materiale ecocompatibile, pressato e rullato, che lo rende stabile e percorribile anche con passeggini e sedie a ruote. Insomma, un inno alla più ampia accessibilità da dove si possono scorgere scenari e bellezze paesaggistiche di assoluto valore oltre che immergersi nella storia del territorio, con i ruderi del castello Magalotti sulle alture sopra il lago, e nella spiritualità più profonda sulle tracce del beato Ugolino in quel di Fiegni.

Ci sono luoghi che testimoniano la fede profonda che ha pervaso queste terre: eremi, chiese, santuari che, ancor oggi sono meta di chi vuol coltivare la sacralità dello spirito oltre che la qualità psicofisica del corpo. E non a caso, dunque, uno dei percorsi escursionistici indicato come E7 s'intitola "Le vie della fede" ed ha come punto di riferimento il santuario di Macereto, una struttura inaspettata ed incredibile in un contesto così naturale, che si erge con una maestosità che la rende davvero unica. Qui, dove la tradizione vuole che si sia fermato un asino che trasportava una statua della Madonna e che non abbia più voluto saperne di muoversi nonostante frustate e calci, venne dapprima eretta una chiesetta e poi, nel '500, un complesso architettonico imponente, con tanto di chiesa, porticato, casa delle guardie e dei pellegrini e palazzo delle guaite. Purtroppo il terremoto, anche se non ha leso in modo significativo il santuario, ne ha comunque reso inaccessibili al momento le diverse strutture che, per ragioni di sicurezza, sono state chiuse in attesa dei lavori di consolidamento. Ma anche soltanto la vista esterna ripaga della fatica della camminata. Qui https://www.sibillini.net//chiedi_sibilla/sentieri/escursionistici/index.php trovate tutte le coordinate e le informazioni per conoscere ed affrontare l'escursione.

Altro itinerario molto suggestivo dal punto di vista paesaggistico e, soprattutto, di facile percorribilità, è quello che vi porterà "fra camosci e aquile": poco meno di 6 chilometri per un paio d'ore di cammino tra andata e ritorno. Si tratta di un percorso che, partendo da Bolognola, costeggia, nel primo tratto, l'area faunistica del camoscio per poi proseguire fino a raggiungere la Fonte dell'Aquila da cui, oltre che dissetarsi, si può osservare, dall'alto, lo splendido panorama delle cime più settentrionali del parco con, in primo piano, il Monte Rotondo e la suggestiva Gola dell'Acquasanta. Se si ha un po' di fortuna (e di pazienza) è possibile imbattersi nel camoscio, tornato a vivere nel parco nel 2006 grazie al progetto Life ( https://www.sibillini.net//chiedi_sibilla/areeFaunistiche/camoscio.php ).
magari, in prossimità della fonte, veder volteggiare le maestose aquile che sembra prediligano questi luoghi. In lontananza, i prati di Ragnolo, straordinari per la fioritura di primavera. Maggiori informazioni sull'itinerario le trovate qui: https://www.sibillini.net//chiedi_sibilla/sentieri/escursionistici/index.php



Lago di Pilato: una recinzione per proteggere il Chirocefalo

Chi è che, conoscendo almeno un poco il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, non è mai stato tentato dall'idea di salire verso il "lago di Pilato"? Luogo mitico e leggendario che già dal nome tradisce qualcosa di ambiguo per quel riferimento al prefetto romano che "si lavò le mani" della sorte di Gesù lasciando ai farisei la scelta di condannarlo alla crocifissione secondo l'interpretazione evangelica. La tradizione vuole che in quello specchio d'acqua d'origine glaciale sia stato trainato da buoi in fuga il corpo esanime di Pilato.
In realtà qualcosa di unico ed irripetibile effettivamente vi è nel lago, anche se non si tratta di magia bensì di evoluzione e adattamento: stiamo parlando del Chirocefalo del Marchesoni, un crostaceo minuscolo che vive solo in queste acque, ad oltre 1900 metri d'altezza sul livello del mare. Da qualche anno la crisi idrica che investe i nostri territori ha messo in seria difficoltà la "permanenza" del lago, non solo nel periodo estivo quando le precipitazioni diminuiscono. Per questo motivo all'inizio del mese di luglio i tecnici del Parco, in collaborazione con i Carabinieri Forestali e l'Associazione delle Guide del Parco, si sono recati nel sito per realizzare una delimitazione fisica con lo scopo di rendere ben visibile il limite che non può essere superato dagli escursionisti che si rechino sul posto. La delimitazione è temporanea ed è costituita da paletti e filo normalmente utilizzati dai pastori per realizzare gli stazzi delle greggi. Questa misura, disposta dal direttore del Parco Carlo Bifulco, si è resa necessaria proprio per la tutela del Chirocefalo che in tutto il mondo vive solo qui. Si tratta di un animaletto arcaico che si è adattato ad un ambiente mutevole com'è quello del piccolo specchio d'acqua che resta ghiacciato per mesi ma che in estate è soggetto sempre più frequentemente a periodi di siccità; il Chirocefalo del Marchesoni riesce a sopravvivere in condizioni estreme grazie alle sue uova molto tenaci che possono resistere in uno stato di quiescenza anche all'asciutto per più di un anno.
Altro fattore di criticità per la "permanenza delle acque" è il fattore sisma che, come rilevato dai geologi dell'ISPRA, avrebbe provocato un aumento della permeabilità del fondo del lago. Il Parco dal 2018 ha messo sotto osservazione l'habitat del lago e il ciclo riproduttivo del Chirocefalo mediante un monitoraggio effettuato dall'Università di Perugia. In questa situazione ambientale così fragile, la sopravvivenza del piccolo crostaceo dipende anche dal nostro comportamento: è infatti fondamentale da parte degli escursionisti evitare di transitare nelle aree del lago ora all'asciutto, in quanto il calpestio può danneggiare le uova del Chirocefalo. È anche necessario non introdurre oggetti nell'acqua per evitare possibili contaminazioni con inquinanti o organismi estranei a questo fragile habitat.
Per continuare ad alimentare la leggenda di Ponzio Pilato e lo straordinario valore di biodiversità del lago grazie al suo prezioso abitante, è necessario il rispetto. Tuteliamo insieme un patrimonio unico che appartiene a tutti.



Grotta della Sibilla: testimonianze da un passato recente

Mauro Marzoni, classe 1942, fermano, ex responsabile dell'unità operativa dipartimentale di citologia diagnostica dell'ospedale di Fermo, ci ha portato una fotografia scattata nel luglio del 1956 che lo ritrae, appena quattordicenne, insieme ad altri ragazzi, all'interno della grotta della Sibilla. Ecco cosa ci ha raccontato di quell'esperienza.

"Ogni anno la parrocchia di Santa Lucia di Fermo organizzava, grazie a Don Tommaso, una vacanza di 15 giorni per i ragazzi tra i 14 e i 20 anni, e quell'estate fu scelta come meta Monte Monaco. Facevamo escursioni, lunghe camminate, si giocava a pallone, apprendevamo i rudimenti dello stare in gruppo e condividere il lavoro ed il divertimento, insomma quella vita all'aria aperta che, per un ragazzo appena adolescente poco avvezzo alla montagna, rappresenta un importante momento di formazione. Un giorno affrontammo la scalata del monte Sibilla: sembrava che non si arrivasse mai, poi, all'improvviso, ci ritrovammo in cima. Incontrammo un pastore che ci indirizzò verso l'imbocco della grotta posto al di sotto della corona che circonda la vetta. L'ingresso, di forma trapezoidale e non tanto alto, sembrava opera di mani umane, con rocce artefatte e probabilmente trasportate o lavorate lì, a segnare l'apertura dell'antro. O, almeno, io lo ricordo così. Come si entrava nella grotta il cunicolo si allargava e si riusciva a rimanere in piedi, poi si restringeva di nuovo ma sempre consentendo che un paio di persone potessero stare affiancate in modo eretto. Percorso qualche metro ancora, si entrava finalmente in uno spazio più ampio: sulla destra si scorgeva una roccia compatta, probabilmente il prolungamento della corona esterna, omogenea e quasi verticale con una altezza di circa 5/6 metri; la parte sinistra era invece frastagliata con pezzi di quarzite che emettevano particolari riflessi. Ricordo una luce naturale che non so da dove entrasse ma forse amplificata proprio dalla quarzite. Il pavimento era liscio, quasi levigato. La grotta, che era puntellata con strutture in legno per evitare cedimenti, proseguiva attraverso stretti ed oscuri cunicoli. Di certo tutti noi respirammo quell'estate un'atmosfera magica che riportava al mondo delle fate." Un ricordo vivido di quella che è diventata un'esperienza di pochi, ossia l'ingresso nell'antro della Sibilla, uno dei luoghi più evocativi del Parco Nazionale dei Monti Sibillini che, però, ormai è inaccessibile. Ricordiamo che, per chi volesse saperne di più, a Montemonaco vi è il Museo della Grotta della Sibilla. Per maggiori informazioni: http://retemusei.sibillini.net/museo.php?id=3