LE AQUILE REALI DELLA SIBILLA


 

 

Storia della nascita e dell'involo di una coppia di aquilotti raccontata da Maria Gaetana Barelli e Carlo Ambrosi

Dopo anni ed anni dedicati all’osservazione delle due coppie di aquila reale presenti nei territori dei comuni di Montemonaco e Montefortino, pensavamo che non avremmo più provato le emozioni forti, vissute, quando ancor giovani alle prime armi, iniziammo a scoprire il mondo affascinante di questo splendido rapace.
Quest’anno, infatti, grazie alla vitalità e all’imprevedibilità della natura, abbiamo vissuto un’ intensa ed emozionate primavera come testimoni di un evento eccezionale che, nella sua valutazione complessiva, corona lo sforzo di tanti uomini nella protezione e salvaguardia del nostro territorio. E’ con grande soddisfazione che possiamo annunciare che una coppia di aquile reali, nidificante nel territorio della Sibilla, è riuscita a portare all’involo due aquilotti. Un’impresa veramente rara che solo gli addetti ai lavori possono compiutamente valutare nella sua portata complessiva.

L’aquila reale è un rapace che si colloca, come il lupo, all’apice della catena alimentare ed è quindi utilizzato come un indice assai affidabile della salute complessiva dell’ecosistema di un territorio. L’aquila, di norma, nidifica ogni primavera, depone due uova, che solitamente schiudono a distanza di un lasso di tempo che va da alcune ore a qualche giorno l’uno dall’altro. Normalmente, dei due aquilotti, ne sopravvive solo uno, in quanto il primo nato o il più forte entra in una spietata competizione con il fratello (Cainismo), per accaparrarsi il cibo che viene portato dai genitori. I rarissimi casi, nei quali la coppia riesce a far involare ambedue gli aquilotti, sono indice di una grande abbondanza di prede, che consentono ai genitori catture frequenti senza pause particolarmente lunghe, che creano motivi di conflitto fra i due aquilotti.
Solo un ecosistema in ottima salute può consentire ciò, un ecosistema, quindi, pronto per un potenziale aumento delle coppie nidificanti. Il fatto che anche nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini si sia potuto verificare questo evento, deve essere un motivo di grande soddisfazione per tutti.

Come ogni anno la coppia della “Sibilla” ha iniziato la cova in aprile, su un nido che non utilizzava da qualche tempo ma in una zona storica particolarmente vocata. Il nido piuttosto ampio ha senz’altro favorito l’evento, consentendo un adeguato spazio anche con gli aquilotti già cresciuti. La schiusa è avvenuta verso la prima metà del mese di maggio e l’involo dei due aquilotti nei giorni compresi tra il 16 ed il 20 luglio. Dei due aquilotti uno è sempre sembrato più attivo e di dimensioni leggermente maggiori del fratello, forse si tratta di una femmina. Non abbiamo mai osservato scontri per il cibo anche nell’immediato rientro del genitore con la preda o lotte in assenza dei genitori. Si sono sempre spostati liberamente nel nido, rimanendo lontani o uno attaccato all’altro. Nel periodo successivo alla schiusa, la femmina curava l’imbeccata di cibo spostandosi alternativamente da un pulcino all’altro.

Successivamente, i pasti venivano consumati apparentemente in maniera separata, probabilmente la preda veniva smembrata dai genitori e portata sia a l’uno che all’altro aquilotto. Nel periodo prima dell’involo erano frequenti effettuare vigorose battute d’ali sollevandosi lievemente dal nido. Nel periodo successivo all’involo la sera rientravano sovente insieme ai genitori nel nido per passare la notte. Le osservazioni di ritorno al nido dopo azioni di caccia, hanno evidenziato che l’alimentazione è costituita in prevalenza da mammiferi (lepri, volpi, caprioli, ecc.) con una percentuale elevata di lepri. Sono state osservati anche riporti di rettili e di uccelli, con evidenti spiumature eseguite nel nido.

Abbiamo curiosamente notato che i riporti di prede di maggiori dimensioni, di norma eseguiti dalla femmina e che impegnavano il rapace in manovre complesse per un rientro il più possibile soft nel nido, avvenivano sempre con il maschio che scortava da una quota più alta la compagna, come ad eseguire voli di protezione. Ipotizziamo che tale comportamento sia stato adottato per evitare eventuali attacchi (mai osservati) di altri rapaci o corvidi verso l’aquila, resa vulnerabile dall’impegno nel trasporto della preda. In queste circostanze il maschio continuava anche dopo l’arrivo della femmina con la preda ad effettuare frequenti sorvoli sul nido. Nelle pause di caccia e prevalentemente verso sera la coppia ha riportato con costanza rami verdi che sistemava con cura al fine di rinverdire il nido.

I filmati delle osservazioni sono stati eseguiti da grande distanza per evitare qualsiasi possibile disturbo alla fase di riproduzione della coppia. E’ per questo motivo che la qualità delle immagini ne ha molto risentito, a causa dei forti ingrandimenti che si sono resi necessari. Il nostro interesse era solo quello di poter documentare l’eccezionalità dell’evento, senza ricercare la spettacolarità di riprese ad alta definizione.
Ora se vedete quattro Aquile insieme in volo, sapete che sono le nostre, le Aquile Reali della Sibilla.