Sono stati avviati gli interventi previsti dal progetto denominato "conservazione delle praterie alto montane" realizzato nell’ambito del programma della Regione Marche (PAR -FAS) "conservazione e valorizzazione della biodiversità attraverso la valorizzazione delle aree naturali protette". Il progetto, coordinato dall'Università di Camerino, è finalizzato a stabilire un equilibrio tra il recupero dei naturali processi ecologici e le attività economiche tradizionali, in primo luogo agricoltura e pastorizia, anche al fine della conservazione degli habitat di prateria secondaria di interesse comunitario. Il progetto, della durata di 4 anni, si articola in 5 tipologie di intervento, che interessano altrettanti siti. Le praterie del Monte Fiegni saranno interessate da interventi di decespugliamento; nelle praterie secondarie dei Prati di Ragnolo verrà incentivato lo sfalcio tradizionale, che in alcuni settori è stato abbandonato; nelle praterie della Foresta demaniale di Monte Castel Manardo e del Bove gli interventi sono volti a contrastare l’espansione del brachipodio mediante sfalcio e attività controllate di pascolo rispettivamente ovino ed equino. Sul Monte Oialona gli interventi sono invece finalizzati a consolidare la presenza del brugo (Calluna vulgaris), ericacea che nel territorio del Parco trova il limite meridionale dell’areale di distribuzione europeo ed è minacciato dalla espansione di altre specie vegetali, anche arboree. Ecco il progetto nel dettaglio.
Il 10 settembre, sui ghiaioni del Lago di Pilato è stato catturato, e liberato immediatamente dopo la sua determinazione, un esemplare di arvicola delle nevi (Chionomys nivalis) accertandone così la presenza anche sui Sibillini. L'importante risultato è stato ottenuto nell'ambito del progetto di ricerca per la biodiversità finanziato dal Ministero dell'Ambiente. E' stato quindi risolto il mistero di questo grazioso roditore che, in Italia, vive solo sulle Alpi e sui principali massicci montuosi dell'Appennino centrale.
Il 26 settembre, in attuazione del Piano triennale di monitoraggio del lupo e del cervo, viene effettuato il censimento al bramito del cervo, con la collaborazione di volontari e del personale del Corpo Forestale dello Stato. Il censimento consiste nell'ascoltare, individuandone il numero e la localizzazione, il potente e suggestivo richiamo, denominato "bramito", che i possenti maschi adulti di Cervo emettono nel periodo degli amori, tra settembre e ottobre, per difendere il territorio delle femmine. Il Cervo, specie estinta nei Sibillini nel XIX secolo, è stato reintrodotto dal Parco nel 2005 e, attualmente, conta una popolazione stimata in circa 300 individui.
In questo mese è stato avviato il progetto di monitoraggio della coturnice, finanziato dal Ministero dell'Ambiente con i fondi destinati alla biodiversità. Il censimento post-riproduttivo di questa specie di questo splendido uccello galliforme di montagna, sempre più raro in Appennino, viene effettuato, con l'ausilio di cani da ferma specificatamente addestrati, nelle aree campione del M. Sibilla, del M. Rotondo, del M. Cardosa, del M. Vettore, del M. Patino, del P.zzo Tre Vescovi - P.zzo Berro e del M. Moricone. Vengono inoltre raccolte le fatte da destinare ad indagini genetiche e sanitarie.
E' stata adeguata alla necessità la struttura del carnaio per rapaci necrofagi (in particolare nell’ambito del progetto sul nibbio reale), di prossima inaugurazione. Nella struttura verranno depositate in quantità misurate le spoglie di animali incidentati (ungulati) nel Parco nonché, eventualmente animali domestici (ovi-caprini) deceduti e/o predati dal lupo previa, naturalmente, visita veterinaria. Il progetto si prefigge lo scopo di rivitalizzare la presenza dei predetti rapaci - grifone, avvoltoio monaco ed eventualmente il gipeto nonché altre specie parzialmente necrofaghe (aquila reale, nibbio reale ecc) - anche per finalità ecoturistiche, oltre che naturalmente di conservazione. |
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