Quale futuro per i Monti Sibillini? Un territorio, la sua storia e le sue genti. Un mondo che poggia le proprie basi sulla cultura e le tradizioni locali, su un modello di vita che si è affermato nel corso dei secoli. Una identità Sibillina che si può riscoprire nelle forme austere di chiese e monasteri, nei sobri palazzi signorili, negli spazi e nelle aree aperte che sono state disegnate, anno dopo anno, dal lento incedere degli armenti. Un insieme di paesaggi straordinari ed irripetibili che lentamente sfumano dalle dolci e delicate colline dellalto Maceratese, alle vette delle montagne più elevate come quelle del M. Priora (2.332 m) o del M. Vettore (2.476 m), alle forre quasi impenetrabili dellAmbro o dellInfernaccio, agli spazi sconfinati dei morbidi Piani di Castelluccio. Quale futuro però, oggi, per questo mondo, che si trova quasi sospeso in un tempo dove lo spazio per Vivere e pensare è travolto dalla quotidianità, dai ritmi frenetici della società odierna? Immaginare antichi modelli del passato, sognando il ritorno di un mondo che non può più esistere o perseguire un processo di mera assimilazione a modelli di sviluppo socio-economici, analoghi a quelli delle aree circostanti, più ricche ed industrializzate, appaiono scelte improponibili, considerate anche le caratteristiche oggettive del territorio. Quale futuro reale, quindi, per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini? La risposta, certamente, non può non venire che considerando il valore di posizione che questo territorio ha assunto proprio per il fatto di essere stato riconosciuto Parco Nazionale. Affermare la propria identità, puntare verso politiche di sviluppo auto-centrato che vedono nel parco lelemento nuovo sono tutti elementi necessari per rilanciare, nei diversi settori, i Sibillini. Il Parco, lagricoltura, il turismo, lartigianato, in particolare quello di tradizione, rappresentano elementi che caratterizzano fortemente la realtà di questo territorio, facendone un unicum vero ed irripetibile. Creare sinergie, superare i tradizionali campanilismi per operare in unottica di rete, per un progetto di futuro reale e sostenibile, sviluppare le attività di conservazione della natura, sono gli elementi caratterizzanti la politica dellarea protetta. È su questa linea che sono stati così avviati alcuni progetti pilota, in collaborazione con le università e gli operatori economici del territorio, per unagricoltura sostenibile o quelli realizzati nel settore del turismo, come il Grande Anello dei Sibillini ed il Grande Anello in Mountain Bike, percorsi rispettivamente di 120 e 160 km che si sviluppano intorno al Parco, 16 sentieri natura ed altrettanti percorsi nei diversi centri storici dei comuni. Nel quadro di tali politiche, un ruolo di straordinaria importanza è inoltre rappresentato dal sistema dei Musei come, ad esempio, quello di Amandola (in via di apertura), dedicato alla realtà della presenza umana nei Sibillini, o quello sul cervo di Castelsantangelo sul Nera e quello dei Manoscritti Leopardiani a Visso. Realtà importanti che vogliono rappresentare lo spirito e lanima del comprensorio dei Monti Sibillini. La reintroduzione del pino mugo, una specie estinta da secoli che oggi finalmente ritorna a vivere nei Sibillini, e la prossima reintroduzione del camoscio e del cervo costituiscono, altresì, ulteriori importanti elementi della politica di riqualificazione naturalistica avviata dal Parco. Grazie a tali interventi è così ancora oggi possibile stupirsi di fronte al volo maestoso dellaquila reale sulle cime del Monte Vettore o osservare il lupo correre lungo i suggestivi Prati di Ragnolo. Ed ancora, vedere progressivamente tornare lacqua su alcuni fiumi e torrenti che erano stati proditoriamente seccati, negli anni passati, da captazioni irrispettose delluomo e dellambiente. Tanti differenti situazioni e progetti costituiscono i diversi elementi, i piccoli tasselli di una grande realtà che, insieme ai puntuali interventi avviati dai comuni, grazie anche ai finanziamenti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, stanno lentamente delineando un immagine di un ente che vuole e deve essere legato al territorio, che vive ed opera collaborando con i diversi soggetti pubblici e privati per contribuire a garantire una reale sostenibilità alle attività socio-economiche e soprattutto per assicurare un futuro che deve essere in linea con le reali vocazioni di questo fragile territorio che, tutti, abbiamo il dovere di salvaguardare per le future generazioni. Alfredo Fermanelli (Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini) |
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