Quale futuro
per i Monti Sibillini?
Tre musei per scoprire
la natura della nostra terra
Un avvio positivo
per i rifugi
del Grande Anello
PanParks il concetto
La conferenza annuale
nel Parco dei Sibillini
Cosa sono i funghi
Il tartufo bianco
Le XII giornate micologiche
Le castagne, un tesoro
di ieri e di oggi
Le sagre della castagna
Il castagno e i suoi frutti
Indennizzo dei danni
provocati dalla fauna
selvatica
Un progetto
per il turismo sostenibile
Notizie in breve
Le manifestazioni
nei comuni
del Parco
Le piante officinali:
un’opportunità
economica e ambientale
Quale futuro per i Monti Sibillini?

Un territorio, la sua storia e le sue genti. Un mondo che poggia le proprie
basi sulla cultura e le tradizioni locali, su un modello di vita che si è
affermato nel corso dei secoli. Una identità “Sibillina” che si può riscoprire
nelle forme austere di chiese e monasteri, nei sobri palazzi signorili,
negli spazi e nelle aree aperte che sono state disegnate, anno dopo
anno, dal lento incedere degli armenti. Un insieme di paesaggi
straordinari ed irripetibili che lentamente sfumano dalle dolci e delicate
colline dell’alto Maceratese, alle vette delle montagne più elevate come
quelle del M. Priora (2.332 m) o del M. Vettore (2.476 m), alle forre
quasi impenetrabili dell’Ambro o dell’Infernaccio, agli spazi sconfinati dei
morbidi Piani di Castelluccio.
Quale futuro però, oggi, per questo mondo, che si trova quasi sospeso
in un tempo dove lo spazio per “Vivere” e pensare è travolto dalla
quotidianità, dai ritmi frenetici della società odierna?
Immaginare antichi modelli del passato, sognando il ritorno di un mondo
che non può più esistere o perseguire un processo di mera assimilazione
a modelli di sviluppo socio-economici, analoghi a quelli delle aree
circostanti, più ricche ed industrializzate, appaiono scelte improponibili,
considerate anche le caratteristiche oggettive del territorio. Quale futuro
reale, quindi, per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini?
La risposta, certamente, non può non venire che considerando il valore
di posizione che questo territorio ha assunto proprio per il fatto di essere
stato riconosciuto Parco Nazionale. Affermare la propria identità, puntare
verso politiche di sviluppo auto-centrato che vedono nel parco l’elemento
nuovo sono tutti elementi necessari per rilanciare, nei diversi settori,
i Sibillini.
Il Parco, l’agricoltura, il turismo, l’artigianato, in particolare quello di
tradizione, rappresentano elementi che caratterizzano fortemente la
realtà di questo territorio, facendone un “unicum” vero ed irripetibile.
Creare sinergie, superare i tradizionali campanilismi per operare in
un’ottica di rete, per un progetto di futuro reale e sostenibile, sviluppare
le attività di conservazione della natura, sono gli elementi caratterizzanti
la politica dell’area protetta.
È su questa linea che sono stati così avviati alcuni progetti pilota,
in collaborazione con le università e gli operatori economici del territorio,
per un’agricoltura sostenibile o quelli realizzati nel settore del turismo,
come il Grande Anello dei Sibillini ed il Grande Anello in Mountain Bike,
percorsi rispettivamente di 120 e 160 km che si sviluppano intorno al
Parco, 16 sentieri natura ed altrettanti percorsi nei diversi centri storici
dei comuni.
Nel quadro di tali politiche, un ruolo di straordinaria importanza è inoltre
rappresentato dal sistema dei Musei come, ad esempio, quello di
Amandola (in via di apertura), dedicato alla realtà della presenza umana
nei Sibillini, o quello sul cervo di Castelsantangelo sul Nera e quello dei
Manoscritti Leopardiani a Visso. Realtà importanti che vogliono
rappresentare lo spirito e l’anima del comprensorio dei Monti Sibillini.
La reintroduzione del pino mugo, una specie estinta da secoli che oggi
finalmente ritorna a vivere nei Sibillini, e la prossima reintroduzione del
camoscio e del cervo costituiscono, altresì, ulteriori importanti elementi
della politica di riqualificazione naturalistica avviata dal Parco. Grazie
a tali interventi è così ancora oggi possibile stupirsi di fronte al volo
maestoso dell’aquila reale sulle cime del Monte Vettore o osservare
il lupo correre lungo i suggestivi Prati di Ragnolo. Ed ancora, vedere
progressivamente tornare l’acqua su alcuni fiumi e torrenti che erano
stati proditoriamente seccati, negli anni passati, da captazioni
irrispettose dell’uomo e dell’ambiente.
Tanti differenti situazioni e progetti costituiscono i diversi elementi,
i piccoli tasselli di una grande realtà che, insieme ai puntuali interventi
avviati dai comuni, grazie anche ai finanziamenti del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini, stanno lentamente delineando un immagine di un ente
che vuole e deve essere legato al territorio, che vive ed opera
collaborando con i diversi soggetti pubblici e privati per contribuire a
garantire una reale sostenibilità alle attività socio-economiche e
soprattutto per assicurare un futuro che deve essere in linea con le reali
vocazioni di questo fragile territorio che, tutti, abbiamo il dovere di
salvaguardare per le future generazioni.


Alfredo Fermanelli
(Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini)


I numeri pubblicati home