Il castagno e i suoi frutti Il castagno è un albero maestoso, alto, in genere, 20-25 metri, ma può raggiungere anche i 35 metri. In Italia è presente tra i 200 e i 1000 metri, sia sulle Alpi che sugli Appennini. Esso vegeta in terreni acidi o neutri, a valori medi di temperatura ed umidità. Ha il tronco eretto e tozzo che si ramifica, a breve distanza dal suolo, in grosse branche per formare una chioma ampia e rotonda. Per leccezionale longevità della pianta, 400-500 anni di vita, il fusto può raggiungere dimensioni notevoli, fino a otto metri di diametro. La corteccia del tronco è liscia e di colore bruno rossastro da giovane, mentre è fessurata con colore più scuro, fino al grigio olivaceo, più avanti negli anni. Nel nostro territorio la massiccia diffusione dei castagneti coincide con la colonizzazione da parte dei Romani. Prima di essere diffuso artificialmente e selezionato in varietà pregiate da frutto, il castagno era già presente come specie selvatica in boschi misti di querce, tigli, carpini e altre latifoglie. In seguito, già a partire dal X secolo d. C., il castagno fu diffuso progressivamente dalluomo per scopi prevalentemente alimentari: la castagna essiccata e ridotta in farina sostituì in buona parte i cereali. Il castagno predilige esposizioni a Nord - Nord Est, meno esposte ad escursioni termiche; tuttavia non risente del freddo invernale poiché sopporta anche temperature molto basse. Le gelate primaverili invece possono danneggiare sia i germogli che il legno dellanno precedente. Il fattore termico dunque è particolarmente importante durante la fioritura e la fecondazione. Il frutto di questa pianta, chiamato comunemente castagna, è un achenio, contenente generalmente un solo seme a polpa bianca ma può accadere che un solo frutto contenga anche due o tre semi. Le castagne, in numero di 1-3, sono racchiuse in un involucro spinoso, giallo bruno, il riccio appunto, che si apre a maturità in quattro valve. Le varietà colturali di castagno sono continuamente selezionate tramite le tecniche di potatura e di innesto. I frutti delle varietà colturali di castagno sono detti marroni. I marroni sono più grandi dei frutti delle varietà selvatiche di castagno in quanto ve ne sono solo tre in ogni riccio. Hanno la cicatrice alla base più regolare di color cuoio, la buccia interna è più facile da togliere e sono più saporiti e dolci delle castagne in generale. I Monti Sibillini presentano diverse zone con castagneti secolari. Qui, le castagne coltivate, cioè i marroni veri e propri, trovano nellambiente incontaminato un fattore congeniale al loro sviluppo biologico naturale senza aggiunta di concimi. Si ottengono così delle castagne sostanziose, ad aroma spiccato, di buon sapore zuccherino, con polpa soda ma non legnosa e facili da sbucciare. Giulia Grilli |
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