Un avvio positivo per i rifugi del Grande Anello Sembrano proprio far gola i centoventi chilometri del Grande Anello dei Sibillini con la sua ricetta vincente fatta di ingredienti che si snodano tra vallate, sentieri, boschi, storia, leggende e centri montani del nostro territorio. Infatti, alla tavola imbandita dallofferta turistica del Parco Nazionale dei Monti Sibillini hanno partecipato in molti nellestate appena trascorsa, almeno stando ai primi dati forniti dai gestori dei tre rifugi di Tribbio, Colle le Cese e Montegallo i quali, seppur avendo aperto i battenti da poco, sono stati in grado di offrire ospitalità con vitto e alloggio lavorando a pieno ritmo. Rifugi per la maggior parte ricavati da antichi fabbricati completamente ristrutturati in base ai canoni tipici delle zone in cui si trovano, dotati di ristoranti e posti letto affidati in gestione sulla base di un bando pubblico. Turisti di passaggio ma non solo, italiani e stranieri - la parte del leone lhanno fatta soprattutto gli inglesi e i tedeschi - sono coloro che hanno scelto nei mesi di luglio e agosto, quali mete del loro riposo e delle loro escursioni, le località montane comprese nel circuito del Grande Anello. Un itinerario escurionistico che, in sole nove giornate, consente di scoprire le bellezze naturali, artistiche e architettoniche del territorio dei Sibillini. Gli sforzi affrontati nel realizzare questo grande progetto hanno dunque dato i loro frutti e la risposta positiva alla particolare offerta turistica non si è fatta attendere alimentando la soddisfazione degli operatori montani. Risposta positiva che tra le altre cose è arrivata in un periodo di vacche magre, nel corso di unestate che è stata caratterizzata soprattutto da una flessione dei vacanzieri, dando vita ad un turismo etichettato dagli addetti al lavoro al risparmio. Infatti cè da mettere in conto la crisi economica che sta attanagliando il Paese la quale ha costretto la maggior parte degli italiani, non tanto a rinunciare alla vacanze, ma a diminuire la durata delle ferie e a porre più attenzione ai costi. Ma in questo senso la montagna sembra aver vinto sul mare e i Comuni compresi nel Parco sono stati privilegiati forse per il minor affollamento, per le tariffe meno care e soprattutto per la bellezza della natura e dei beni artistici e architettonici e, perché no, anche per i cibi tipici e genuini. Un bilancio positivo dunque quello che il Parco si sente di tracciare sulla base delle presenze registrate, soprattutto nei settori enogastronomico - vedi i punti di ristoro dei rifugi - e naturalistico. Loretta Bentivoglio |
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