Quale futuro
per i Monti Sibillini?
Tre musei per scoprire
la natura della nostra terra
Un avvio positivo
per i rifugi del Grande Anello
PanParks il concetto
La conferenza annuale
nel Parco dei Sibillini
Cosa sono i funghi
Il tartufo bianco
Le XII giornate micologiche
Le castagne, un tesoro
di ieri e di oggi
Le sagre della castagna
Il castagno e i suoi frutti
Indennizzo dei danni
provocati dalla fauna
selvatica
Un progetto
per il turismo sostenibile
Notizie in breve
Le manifestazioni
nei comuni
del Parco
Le piante officinali:
un’opportunità
economica e ambientale
Un avvio positivo per i rifugi del Grande Anello

Sembrano proprio “far gola” i centoventi chilometri del Grande Anello
dei Sibillini con la sua ricetta vincente fatta di ingredienti che si snodano
tra vallate, sentieri, boschi, storia, leggende e centri montani del nostro
territorio.
Infatti, alla tavola imbandita dall’offerta turistica del Parco Nazionale dei
Monti Sibillini hanno partecipato in molti nell’estate appena trascorsa,
almeno stando ai primi dati forniti dai gestori dei tre rifugi di Tribbio,
Colle le Cese e Montegallo i quali, seppur avendo aperto i battenti da
poco, sono stati in grado di offrire ospitalità con vitto e alloggio lavorando
a pieno ritmo. Rifugi per la maggior parte ricavati da antichi fabbricati
completamente ristrutturati in base ai canoni tipici delle zone in cui si
trovano, dotati di ristoranti e posti letto affidati in gestione sulla base
di un bando pubblico.
Turisti di passaggio ma non solo, italiani e stranieri - la parte del leone
l’hanno fatta soprattutto gli inglesi e i tedeschi - sono coloro che hanno
scelto nei mesi di luglio e agosto, quali mete del loro riposo e delle loro
escursioni, le località montane comprese nel circuito del Grande Anello.
Un itinerario escurionistico che, in sole nove giornate, consente di
scoprire le bellezze naturali, artistiche e architettoniche del territorio
dei Sibillini.
Gli sforzi affrontati nel realizzare questo grande progetto hanno dunque
dato i loro frutti e la risposta positiva alla particolare offerta turistica non
si è fatta attendere alimentando la soddisfazione degli operatori montani.
Risposta positiva che tra le altre cose è arrivata in un periodo di “vacche
magre”, nel corso di un’estate che è stata caratterizzata soprattutto da
una flessione dei vacanzieri, dando vita ad un turismo etichettato dagli
addetti al lavoro “al risparmio”.
Infatti c’è da mettere in conto la crisi economica che sta attanagliando
il Paese la quale ha costretto la maggior parte degli italiani, non tanto a
rinunciare alla vacanze, ma a diminuire la durata delle ferie e a porre più
attenzione ai costi.
Ma in questo senso la montagna sembra aver vinto sul mare e i Comuni
compresi nel Parco sono stati privilegiati forse per il minor affollamento,
per le tariffe meno care e soprattutto per la bellezza della natura e dei
beni artistici e architettonici e, perché no, anche per i cibi tipici e genuini.
Un bilancio positivo dunque quello che il Parco si sente di tracciare
sulla base delle presenze registrate, soprattutto nei settori
enogastronomico - vedi i punti di ristoro dei rifugi - e naturalistico.


Loretta Bentivoglio


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