Quattro domande di "Voci dal Parco" al Ministro Ronchi 1) Per quali motivi e con quali scopi è stata indetta la Conferenza? La Conferenza Nazionale sulle Aree protette è stata proposta dalla VII commissione della Camera dei Deputati con la risoluzione n° 7.00089 e approvata il 14 gennaio di questo anno. Costituirà un passaggio fondamentale per la futura politica nazionale in materia di parchi e conservazione della natura. La Conferenza sinserisce, infatti, in un momento delicato dellapplicazione della legge 394/91 e ha come obiettivo principale quello di inaugurare la seconda fase della politica dei parchi, ovvero il passaggio dalla istituzione di nuovi parchi allo sviluppo sostenibile di tutto il sistema delle aree protette. Sono state chiamate a parteciare tutte le Regioni, gli enti locali interessati e forze sociali, al fine di contribuire allapprofondimento delle problematiche inerenti ai parchi nazionali e regionali. 2) Gli Enti Parco Nazionali lamentano una difficoltà di rapporti con il Ministero dellAmbiente. Recentemente, in occasione del Suo incontro ufficiale ad Arquata del Tronto con lEnte Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il Presidente del Parco ha confermato questa difficoltà Lei pensa che la Conferenza possa contribuire a risolvere il problema? E in che modo? E in via di approvazione in Parlamento il disegno di legge per lo sviluppo e la qualificazione degli interventi e delloccupazione in campo ambientale. Allinterno di questo disegno vi sono il riordino e la razionalizzazione dei servizi, la riqualificazione e laumento del personale. Unattenzione particolare verrà rivolta alla riorganizzazione del Servizio Conservazione della Natura dove verranno attivate energie, sia esistenti che nuove, che diano nuovo impulso allazione a sostegno dei parchi. Snellire le procedure, ridurre i tempi burocratici è condizione necessaria per il buon funzionamento degli enti parco. Ritengo questo passaggio importante per far decollare la politica dei parchi e dellintero sistema delle aree protette e contribuire così allo sviluppo sostenibile che per i nostri parchi significa nuova occupazione e conservazione delle risorse naturali con la partecipazione degli enti e delle comunità locali. 3) La Conferenza riuscirà a offrire indicazioni per lavvio di uneffettiva politica nazionale delle aree protette? E comunque quali sono secondo Lei i punti fondametali di questa politica? Aree di notevole valenza naturalistica geografica, architettonica e culturale possono diventare punti di riferimento per grandi flussi turistici; aree interne e marginali possono essere recuperate alluso e alla fruibilità collettiva. La prospettiva presuppone da un lato la conservazione e la valorizzazione dellenorme patrimonio naturale e di biodiversità, dallaltro lavvio di progetti allinterno delle singole aree protette e su sistemi territoriali omogenei quali le Alpi, gli Appennini, le isole minori. In questo quadro di riferimento la Carta della Natura, le linee fondamentali di assetto del territorio e lavvio di progetti finanziati dalla delibera Cipe del 18 dicembre dello scorso anno sul versante dellinfrastrutturazione turistica e dellagricoltura di qualità, unitamente ai progetti dei parchi sui piani triennali, costituiscono le direttrici principali per garantire il consolidamento delle aree protette così come prevede la legge 394/91. La convenzione delle Alpi il progetto APE rappresentano il quadro di riferimento territoriale che nel 98 prenderà lavvio grazie ai contributi straordinari assegnati ai parchi nazionali tra il 92 e il 97 di 440 miliardi che potranno avere un ulteriore moltiplicatore con fondi regionali ed europei. 4) Il rischio cui oggi si va incontro è che la politica ambientale - e ancor di più la politica delle aree protette - sia considerata questione di proprietà del Ministero dellAmbiente e quindi venga considerata una politica settoriale e non trasversale come invece dovrebbe essere. Ritiene che con la Conferenza si possano porre le basi per il coinvolgimento del Governo nella sua collegialità sui problemi delle aree protette? In che modo? Non cè questione oggi che non riguardi lambiente. Lacqua che beviamo, laria che respiriamo, il cibo che mangiamo sono beni che la natura ci mette a disposizione e che bisogna usare in modo sostenibile. Vi sono processi irreversibili che mettono a rischio il delicato equilibrio degli ecosistemi. Operare in modo efficace richiede la definizione di una politica che non si limiti alla rincorsa delle sempre più temibili emergenze, ma che affronti nella globalità e alle radici i problemi. Lazione del Governo e del Ministero dellAmbiente va in tale direzione, il rilancio delle aree protette rientra nella stessa prospettiva. Vi è oggi la consapevolezza che questingente e unico patrimonio rappresentato dal sistema delle aree protette, dalla flora e dalla fauna al pari dei beni archeologici e culturali è una risposta collettiva, una grande ricchezza italiana, che tutti sono chiamati a difendere e conservare. |
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