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Un amico del Parco Si é conclusa a settembre la seconda edizione della rassegna itinerante di canto popolare Era semplice e profondo Don Fabrizio, ed era bello: a vederlo e ad ascoltarlo. Di lui colpiva lo sguardo nero, mistico, nel quale lampi di malinconia facevano presagire la fine, non voluta ma accettata: quello sguardo suggeriva itinerari che gli altri forse solo intuivano e pur desideravano. Lo avevo conosciuto nella sua abbazia di S. Eutizio. Sua perché era stato lui a volerla riportare alloriginario splendore: quello splendore che proveniva non soltanto dallarmonia delle forme e della mirabile sua collocazione nella natura circostante, ma soprattutto dalla forza della sua missione. Splendeva anticamente labbazia perchè era segno e richiamo: segno di riappacificazione verso se stessi e verso gli altri, richiamo a una ricerca interiore che ciascuno poteva tentare, liberamente, serenamente. Labbazia era tornata alla sua missione. Silenziosamente Don Fabrizio era riuscito a compiere lopera: proprio perché egli stesso era segno e richiamo per tutti coloro che lo avvicinavano e che avvicinava. Tale egli è stato anche per me: non solo per me personalmente - e qui non posso fare a meno di esprimere la nostalgia di non essere riuscito ad afferrare meglio il suo tacito suggerimento - ma anche come presidente del Parco. Don Fabrizio infatti è stato un amico del Parco. Direi di più, egli ne è stato testimone, nel senso che ne ha testimoniato il vero messaggio, anzi ha contribuito a delinearlo. E il messaggio di una terra che a tutti offre i suoi più autentici valori e che chiede di costruire rapporti tra persone e tra persone e natura nel segno dellarmonia. Spetta ora a tutti noi far sì che lopera di Don Fabrizio non venga vanificata, che questo messaggio venga diffuso. Carlo Alberto Graziani | |
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