Il saluto e l'augurio di Alfredo Fermanelli


Prossimi passi

(...continua)
Quasi un processo di catarsi che ha permesso di rileggere questa realtà in un’ottica nuova e moderna, che ha definito nuove strategie e modelli di lavoro per un territorio che sembrava condannato all’esodo ed alla marginalizzazione. Quasi 20 anni di Parco hanno spazzato le voci di sciatte cassandre: l’abbandono territoriale, in questi anni, si è fermato proprio grazie anche, ma non solo, a nuove idee e modelli di sviluppo locale ed ad un naturale riequilibrio territoriale che ha posto le basi per una diversa realtà ed economia locale. Il Parco è divenuto quindi il naturale momento di confronto di strategie per il territorio: un’occasione per lasciare un’ottica di lavoro campanilista per aprirsi ad una visione su vasta scala dei problemi. Non più un approccio da sola realtà municipale (anche meno di 100 abitanti) ma da “Società” complessa ed articolata sia territorialmente che culturalmente, formata da quasi 20.000 abitanti, 18 comuni e due regioni.

Questa mera operazione di somma ha però dato un risultato, per così dire, positivamente inaspettato: ha innescato una visione ed una comprensione del territorio fondamentali per il suo riscatto garantendo quell’efficace confronto con una realtà nazionale ed internazionale che spinge sempre più verso la coesione e la sinergia territoriale.

Sta nascendo così nei Sibillini una nuova comunità del parco che non è semplicemente quella formata dai rappresentanti degli enti locali che si incontrano nelle sedi istituzionali, ma la società vera e propria, che sta maturando una visione d’insieme della realtà dei Sibillini, grazie anche a progetti a carattere interterritoriale sviluppati dal Parco in attuazione di misure dei GAL o in seguito a specifici progetti finanziati con fondi europei o nazionali (ad esempio la rete dei musei del territorio).

Dal 2004 si sono invece consolidate le politiche di sviluppo del settore del turismo: da una fruizione del territorio disorganica ed approssimata, frutto di una totale assenza di politiche coordinate avviate negli anni precedenti, si è strutturato un articolato sistema di fruizione (dal Grande Anello dei Sibillini, percorso escursionistico di oltre 120 km, al Grande Anello in Mountain Bike percorso da seguire in bicicletta di oltre 160 km, ai Sentieri Natura che dipartono dai diversi centri comunali alla Grande Via del Parco, itinerario da percorrere in auto, moto o camper lungo tutto il confine del parco e nei suoi luoghi culturalmente più vivi ed interessanti, fino a raggiungere i Sentieri Storici nei diversi centri abitati) che ha come obiettivo fondamentale il riequilibrio dell’uso del territorio favorendo, con ciò, l’economia legata al turismo in tutti i comuni del Parco e la riduzione dell’impatto turistico dalle aree più fragili e delicate. Una politica che proprio recentemente ha avuto un importante riconoscimento internazionale certificato con il Diploma della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) che è stato consegnato al Parco, nel mese di ottobre, nel corso della conferenza internazionale di Europarc, di fronte ad una assemblea di oltre 300 delegati provenienti da tutta Europa.

E’ proprio questo nuovo modello di fruizione che si sta consolidando nel territorio che ha permesso lo sviluppo, sempre in questi ultimi anni, di una attenta azione di recupero e riqualificazione naturalistica: dalla chiusura della strada che attraversava squarciando la bella valle del Piano della Gardosa, a Foce di Montemonaco, ai progetti di recupero e riqualificazione della cabinovia del Monte Bove o della strada della Sibilla, due classici esempi di come lo spreco di risorse e distruzione del paesaggio siano state spesso facce di una stessa medaglia, agli interventi previsti per il recupero e la valorizzazione dei piani di Castelluccio.

Tutto ciò grazie anche alla capacità del Parco di essere un catalizzatore straordinario per ottenere finanziamenti sia a carattere nazionale che europeo che, in alcuni casi, come ad esmpio per i prossimo fondi POR, saranno gestiti in sintonia con gli enti locali. L’azione dispiegata sempre in questi anni è stata poi caratterizzata da importanti progetti a carattere naturalistico quali la reintroduzione del Cervo e soprattutto del Camoscio di cui oggi vive una piccola popolazione formata da 19 esemplari proprio nel cuore dei Sibillini. Progetti importanti che finanziati con i fondi europei LIFE costituiscono un ulteriore esempio della vitalità e della capacità di fare del Parco e che rappresentano altresì nuove occasioni per sviluppare modelli di fruizione e di valorizzazione turistica basati proprio su quei valori unici e specifici del territorio dei Sibillini. Il ritorno dell’orso, il consolidamento della popolazione del lupo (circa 25-30 esemplari in totale) costituiscono altri importanti indicatori della capacità di ripresa degli ecosistemi e della natura in generale del parco.

Certamente oggi si pongono nuove delicate sfide per il Parco, come il taglio dei finanziamenti del 50% approvato dalla recente manovra finanziaria che rischia di azzerare la realtà della tutela reale della natura in Italia o quella dell’energia che rischia di alterare, per sempre, con i nuovi generatori eoloci il paesaggio o i boschi dei Sibillini (utilizzo delle biomasse). Proprio come nel caso delle acque che negli anni passati, ovvero precedentemente all’ istituzione dell’area protetta, sono state selvaggiamente captate senza piani che tenessero nel rispetto la realtà del territorio ma che il Parco ha saputo poi efficacemente contrastare, dove altri enti avevano sempre fallito.

Da parte mia continuerò a tenere nel cuore la realtà di questo territorio che, così come nel caso della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra che ho diretto per circa 10 anni, ho amato ed apprezzato sin da quando ero ragazzo, fino a farlo diventare occasione e centralità di vita e di lavoro. Dal prossimo mese la mia esperienza nel settore si svilupperà, in seno alla Regione Marche ed interesserà l’intero ambito regionale: dai parchi, alle riserve naturali, alla Rete Natura 2000, dall’educazione ambientale, al turismo sostenibile. Una nuova sfida a favore del territorio e per il rispetto dei diritti delle future generazioni a cui dobbiamo saper tramandare i valori della nostra terra; per lo crescita di una Green Economy che non può che basarsi proprio sulla realtà e le vocazioni specifiche delle Marche affinché possa essere asse portante delle politiche di sviluppo regionale. Resteranno comunque nel mio cuore le esperienze e i tanti amici maturati in questi anni fra le magiche montagne della Sibilla. Un grazie di cuore a tutti e soprattutto i migliori auguri per le esaltanti sfide che attendono il nuovo direttore Franco Perco.