VALFORNACE

 

PIEVE DI SANTA MARIA

Pieve di Santa Maria Assunta Lo stile romanico della chiesa fa ricadere la sua costruzione nel periodo a cavallo tra i secoli XI e XII, in concomitanza con la nascita di altre Pievi nella zona. Ciò é provato anche da una lapide ritrovata durante i lavori di restauro dell’800, che reca una data riferibile forse alla sua consacrazione: 1162. Il titolo ed i privilegi della Pieve sono confermati da atti del 1218 ed anche da successivi documenti del ‘400.Le sue parti più antiche sono l'abside orientale con monofore e la parete ad est in pietra, in cui appaiono ancora le feritoie, due monofore e una porta a tutto sesto chiusa. La chiesa é stata fortemente rimaneggiata nel ‘700: la facciata é stata completamente nascosta dalla canonica, la parete di ponente é stata affiancata da edifici successivi e, in quell’epoca, é stato eretto il campanile.L’interno ha subìto vari rifacimenti per esigenze statiche, con abbassamento del tetto, ma anche per il cambiamento dello stile, con la nuova suppellettile e la chiusura delle scale d’accesso alla cripta. Nella chiesa sono conservate diverse tele dell’epoca dei restauri. Cripta romanica della Pieve di S. Maria
Cripta della Pieve di Santa Maria Assunta Risale allo stesso periodo della Pieve, ma è stata riscoperta solo nel 1922, in seguito a dei restauri  che riguardarono la plebale, che riportarono alla luce tutto l’ambiente sotterraneo, adibito a cantina, nel rispetto dei materiali usati nella primitiva costruzione. La cripta è divisa da quattro ordini di colonne, con capitelli vari, che formano cinque navatelle chiuse da tre absidiole. Le quattro colonne dell’altare sono materiale di riporto romano, perché di piperino, pietra esclusiva del Lazio; inoltre i numerosi reperti archeologici ritrovati rafforzano l’ipotesi della preesistenza di un tempio pagano e di monumenti funebri romani. Nella cripta sono conservate due lapidi con epigrafi, di cui la più grande risale al II sec. d. C., e un affresco posto nell’abside centrale, raffigurante S. Lucia, che sembra attribuibile ad Arcangelo di Cola e databile intorno al 1420-25.

CHIESA DI SAN GIUSTO

Chiesa di San Giusto E’ uno degli esempi più singolari dell’architettura romanica delle Marche. Fu eretta tra il 1050 e il 1200. Non ebbe il ruolo di Pieve, bensì di parrocchia del Castello dei Signori feudatari di S. Maroto. Pur essendo coeva alle altre chiese romaniche marchigiane, quali S. Vittore di Genga, S. Maria di Portonovo e S. Claudio al Chienti, e pur condividendone la struttura a pianta centrale, S. Giusto si differenzia da quelle per la singolare architettura circolare. E’ costituita da un cilindro alto metà del suo diametro, cu cui s’imposta la cupola. Al corpo cilindrico si addossano quattro absidi con semicupole; sia quello, che queste, sono ornate con archetti pensili policromi. La cupola non poggia su pilastri, ma si stacca dal muro circolare ed é realizzata ad anelli concentrici.

CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA

E' una piccola chiesa isolata, posta a 1112 m. d’altitudine tra le pendici del Poggio della Pagnotta e del M. Fiegni. Di origine molto antica, riconducibile ai canoni romanici, mostra scarsi segni pittorici ridotti in frammenti, che rivelano un mezzo busto del Crocifisso e la parte superiore della Maddalena, in cui si può riconoscere la mano di Cola di Pietro, che li può aver eseguiti nel 1370-80.

 



FIORDIMONTE


 

CHIESA DI SANT'ANTONIO A CASTELLO

Chiesa di Sant'Antonio a Castello Ricavata nell’ambito del Castello di Cornacuna, é di antiche origini, ma subì un forte declino nel XVI sec., tanto da restare chiusa al culto. Ha un portale d’ingresso in pietra a tutto sesto con stemma sulla parte superiore.
La chiesa, ad una navata, presenta un orientamento a nord, anziché ad est, per antiche esigenze di difesa. Successivamente, fu aperta una monofora verso est, che illuminava l’altare e sottolineava il ricordo del Cristo che viene da oriente.
All’interno é possibile ammirare affreschi di Girolamo di Giovanni, risalenti al 1456 e restaurati negli anni 1992-93, sulla parete di fondo, e un affresco del 1613 attribuito a Peregrino di Milano.

 

 

 

 

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