PANDA D'ORO 2010 ALLA REINTRODUZIONE DEL CAMOSCIO


 

 

Il progetto di reintroduzione del camoscio appenninico del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato premiato con il Diploma per la Conservazione della Biodiversità - Panda d’Oro 2010 – come buona pratica per la conservazione della natura in Italia. L'ambito premio con cui il WWF premia i soggetti pubblici o privati che si sono particolarmente distinti nella conservazione della biodiversità è stato consegnato il 29 ottobre scorso, a Roma. La premiazione si è tenuta a Roma, presso la Sala Spazio Europa della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea alla presenza di Emilio Dalmonte, dirigente del settore Comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione, Fulco Pratesi e Stefano Leoni, rispettivamente presidente onorario e presidente nazionale del WWF e Franco Ferroni, responsabile dei progetti di conservazione del WWF.

Con questo prestigioso riconoscimento il Parco Nazionale dei Monti Sibillini bissa il successo ottenuto nel 2003 con il progetto di reintroduzione del pino mugo e dell’abete bianco. Nello speciale "albo d'oro" di questo prestigioso riconoscimento, il Parco dei Sibillini è in terza posizione preceduto solo dal Corpo Forestale dello Stato - che vanta ben quattro statuette - e dalla Provincia di Bologna che ha ricevuto il Panda d'Oro per tre volte.
Il premio di quest'anno assume una valenza particolare dal momento che, in occasione dell'Anno internazionale per la Biodiversità, il Panda d'Oro si è presentato in un'edizione speciale: oltre ad aver ricevuto la prestigiosa Medaglia del Presidente della Repubblica, infatti, quest’edizione del premio può vantare il patrocinio della Commissione Europea e dei ministeri dell’Ambiente, delle Politiche agricole e forestali e dei Beni e le Attività culturali.

Il premio costituisce un importante riconoscimento dell'azione svolta, non solo dai Sibillini, ma anche dalle altre aree protette dell'Appennino centrale. Per questo si è voluto condividere il premio con i parchi nazionali abruzzesi con cui sono state portate avanti tutte le fasi del progetto e, in una pergamena che verrà consegnata ai direttori del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, del Gran Sasso e Monti della Laga e della Majella, è stata simbolicamente sancita l’alleanza che queste aree protette stanno perseguendo per la salvaguardia del camoscio appenninico.



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  • Il progetto candidato al Panda d’oro è stato avviato nel 2006 e si è concluso nel 2009; grazie a diversi interventi di immissione ha permesso la creazione di una neo colonia di camoscio appenninico sui Monti Sibillini, in attuazione del Piano d’azione Nazionale per il Camoscio Appenninico, redatto dall’ex INFS (ora I.S.P.R.A.) e dal Ministero dell’Ambiente. Il progetto fa parte di una più ampia programmazione nata sulla base delle azioni realizzate nell’ambito del progetto Life Natura 2002 Conservazione di Rupicapra pyrenaica ornata nell’Appennino centrale e della programmazione operativa definita congiuntamente con il Ministero dell’Ambiente, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, l’ISPRA (ex INFS), il Corpo Forestale dello Stato che ha visto anche il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Siena e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e del Molise. Nel 2008 sono stati attuati i primi interventi di rilascio per un numero complessivo di 8 camosci, di cui 5 femmine e 3 maschi catturati nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e trasportati mediante l’elicottero del Corpo Forestale dello Stato e dell’Esercito Italiano. Nel 2009 sono stati invece rilasciati 5 esemplari, di cui 3 (due femmine e un maschio) provenienti dall’area faunistica di Lama dei Peligni, nel Parco Nazionale della Majella, e 2 (una femmina e un maschio) provenienti dall’area faunistica di Farindola, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

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