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La Grande Via del Parco: conoscere il territorio, la sua storia, i suoi abitanti Un lungo itinerario che utilizza strade già esistenti, uninfrastruttura leggera per chi si avvicina per la prima volta al Regno della Sibilla Le strade di collegamento tra i vari Comuni del Parco danno vita ad un interessante progetto: un lungo anello intorno al perimetro dellarea protetta creato sulla rete viaria esistente, da percorrere in auto, in moto o in bicletta, senza fretta e soffermandosi dove listinto ci porta. La Grande Via del Parco non è, quindi, un itinerario realizzato appositamente ma è un modo diverso per visitare il territorio dei Sibillini. Spesso sono proprio le cose più comuni a nascondere le meraviglie della scoperta... è così che è nata lidea della Grande Via del Parco: quante volte abbiamo percorso una strada provinciale o attraversato una piccola frazione senza riporre un minimo di attenzione a ciò che il nostro sguardo incontra? Questa volta abbandoniamo ogni meta e lasciamoci trasportare dalla bellezza dei luoghi, fermiamoci a chiedere informazioni alla gente del posto, o a consumare un caffè nel piccolo spaccio di paese. Attraverso la Grande Via del Parco scopriremo diversi modi di vivere questo territorio. Essa rappresenta, ad esempio, unottima occasione per conoscere i diciotto Sentieri Natura del Parco, dei facili e comodi percorsi ad anello studiati anche per le famiglie e per i meno allenati. Ne esiste uno per ogni comune del parco e ciascuno ha un suo tema che viene illustrato nei pannelli posti allinizio del tragitto. Ma nei Sibillini vi sono moltissime altre possibilità di svago: gli amanti della mountain bike potranno cimentarsi nei 14 anelli descritti dalla guida Pedalando nel Parco; gli appassionati di arte e di architettura potranno scoprire le meraviglie artistiche dei Sibillini attraverso i sentieri urbani che si snodano nei centri storici dei comuni o visitare gli affascinanti musei del territorio, custodi di un incredibile passato ricco di storia. Per affrontare questitinerario è comunque consigliabile portare con sé alcune pubblicazioni del Parco: la Carta dei Sentieri, per avere unidea dinsieme del territorio; il cofanetto dei comuni, che descrive dettagliatamente i diversi percorsi storici dei centri abitati; le guide del Grande Anello dei Sibillini e Pedalando nel Parco, che riportano mappe e descrizioni dei due trekking a piedi ed in bicicletta intorno al parco e delle tante altre possibilità per gli amanti della mountain bike; la Guida dei Musei del Parco, dove sono raccolti gli indirizzi, gli orari e tutte le informazioni utili per le visite ai diversi musei del territorio. Tra strette valli e ampie praterie Litinerario della Grande Via inizia da Visso, un vero gioello di arte medievale: le sue piazze, i suoi vicoli e i suoi palazzetti signorili sono tutti da scoprire; un bel percorso, studiato tra le vie cittadine, ci farà conoscere gli angoli più suggestivi di uno dei borghi più belli dItalia. A Visso, inoltre, è anche gelosamente custodita la copia autografa dellInfinito: la Pinacoteca con il Museo dei Manoscritti di Leopardi meritano assolutamente una visita, non solo per gli scritti del celebre poeta recanatese, ma anche per le sculture lignee, gli affreschi delle Sibille e i dipinti di Paolo da Visso che qui sono conservati. Visso è situata alla confluenza di cinque valli; verso est ha inizio la bellissima Valnerina, con le sue strette gole che interrompono una fittissima fascia di vegetazione mista, molto particolare per la presenza di specie tipiche di macchia mediterranea sviluppatesi accanto a quelle tipiche della fascia montana. Gli amanti della mountain bike qui possono cimentarsi in un difficile ma gradevolissimo percorso ad anello che è descritto nella guida Pedalando nel Parco. Il giro proposto raggiunge le frazioni di Castelsantangelo sul Nera ed è quindi anche unottima occasione per visitare questaltro importante comune, dove è dobbligo una visita allEcomuseo: comprende un Centro faunistico che ospita alcuni splendidi esemplari del nobile signore dei boschi, recentemente reintrodotto sui Sibilini, e un Centro visite che ha come tema proprio il cervo e gli ambienti di questo versante dei Sibillini. Poco distante da Catelsantangelo sul Nera troviamo Ussita, famoso centro turistico delle nostre montagne. Dominato dallimponente parete nord del maestoso monte Bove, base di partenza privilegiata per alcune delle escursioni più conosciute dei Sibillini, il grazioso comune montano sorprende anche per la bellezza di alcune sue piccole frazioni che il locale sentiero storico ci guiderà a scoprire. Tornati a Visso si riprende la Grande Via del Parco percorrendo la strada della Valnerina in direzione nord. Usciti dalla galleria del Valico delle Fornaci si apre davanti a noi uno splendido panorama: locchio spazia dalla sottostante fascia collinare dei Sibillini - disseminata di piccole frazioni e campi coltivati - alle dolci colline del Camerinese, fino a giungere alle pendici meridionali del Gruppo del Catria. In breve si giunge a Pieve Torina, sede, tra laltro, del Museo della Nostra Terra. Si tratta di una preziosa raccolta degli oggetti caratteristici della civiltà contadina dellAlto Maceratese, con i quali sono anche stati ricostruiti gli ambienti del tempo che fù. Dopo un piccolo tratto della Statale Val di Chienti si giunge a Pievebovigliana e, poco dopo, a Fiordimonte. In questo tratto collinare è lattività agricola delluomo a fare da scenario naturale allitinerario. Isolati boschi di castagno e molti campi coltivati dipingono il tipico paesaggio a mosaico delle colline dellentroterra marchigiano; alcune case coloniche si stagliano isolate sopra le dolci colline che mutano daspetto di pari passo con le stagioni. Il Sentiero Natura di Pievebovigliana è caratterizzato proprio dalla grande diffusione dei castagneti: esso percorre antiche strade comunali in disuso e regala ampie vedute panoramiche su Camerino e sul suo antico Ducato. Da Pievebovigliana la Grande Via del Parco ci conduce, attraverso una bellissima strada panoramica, a Fiastra. Da qui si continua a scendere fino allomonimo Lago, invaso artificiale realizzato negli anni cinquanta con uno sbarramento del Fiume Fiastrone, lungo il quale si snoda il locale Sentiero Natura. Con una piccola deviazione dalla Grande Via si possono poi raggiungere i comuni di Acquacanina e di Bolognola. Il primo è il comune più piccolo delle Marche ed è caratteristicamente suddiviso in piccole frazioni poco distanti tra loro. Avamposto montano dei Duchi Da Varano di Camerino, di cui sono ancora visibili i ruderi del castello, esso è celebre per la bella Abbazia romanica di S.Maria di Rio Sacro. Situata nei pressi del vicino Lago di Fiastra ed immersa nel verde intenso della vegetazione, labbazia affascina il visitatore sia per la bellezza del luogo in cui sorge che per la storia e larmonia architettonica delle sue forme. Poco più a monte troviamo Bolognola, costituita da tre centri urbani, un tempo dimora di altrettante famiglie signorili. I palazzi di queste tre famiglie sono una sicura attrattiva per gli amanti della storia che possono anche visitare le strette vie del paese e la Chiesa Matrice di S.Michele Arcangelo, ricostruita dopo la valanga che nel 1934 rase al suolo due dei tre centri del paese. Bolognola è anche il luogo di partenza per le impegnative escursioni sul gruppo settentrionale dei Sibillini. Qui gli amanti della natura, da questestate, potranno visitare anche lArea Faunistica del Camoscio, posta poco a monte dellabitato. Dai Sibillini allAdriatico Riprendendo la Grande Via del Parco, in direzione di Monastero si costeggia tutto il Lago di Fiastra fino alla diga per poi insinuarsi nella Valle del Fiastrone, sempre più angusta e stretta, coperta da una fittissima vegetazione che, anche in questo caso, presenta alcune specie tipiche della macchia mediterranea. La strada si apre poi nellampia radura coltivata di Pian di Pieca, nei pressi di Sarnano. Da qui si può deviare per visitare due importanti paesi: Cessapalombo e San Ginesio. Questi comuni meritano una sosta di almeno un paio di giorni, anche per le due belle escursioni che si possono effettuare lungo i locali Sentieri Natura. Quello di Cessapalombo ha come tema principale le carbonaie, simbolo di unimportante attività che qui ha ancora unimportante valenza economica. Per approfondire largomento si consiglia però di visitare il Museo delle Carbonaie allestito nello storico Palazzo Simonelli in località La Villa. Chi si muove in mountain bike ha invece la possibilità di pedalare tra le faggete e i boschi misti della zona seguendo lanello di San Liberato descritto dalla guida Pedalando nel Parco: un percorso facile che parte e ritorna allomonimo monastero. La Grande Via ci conduce ora ad Amandola: siamo nel pieno versante est del Parco. Qui si passa, in un attimo, dai ripidi versanti delle imponenti cime del Monte Amandola, del Pizzo, del Monte Zampa e della Sibilla alle dolci colline dellascolano. Verso ovest si erge la catena dei Sibillini, mentre verso est la vista giunge fino al mare Adriatico. Ad Amandola si consiglia di seguire il percorso storico descritto nella pubblicazione sui Comuni del parco. Una visita particolare merita inoltre l Ecomuseo del Paesaggio (Antropogeografico), situato nella Chiesa di San Francesco. È costituito da bellissimi allestimenti che guidano il visitatore alla scoperta della Civiltà dei Sibillini: un vero e proprio viaggio tra le antiche usanze che si fondono con il territorio a creare unarmonia unica ed irripetibile. La Grande Via segue ora la strada provinciale che unisce Amandola, Montefortino e Montemonaco, superando in rapida successione le valli dellAmbro, del Tenna e dellAso. Montefortino si spalanca così alla nostra vista, arroccata su di un colle che esalta la forma della cinta muraria. Qui sorge quello che è stato definito il piccolo Louvre dei Sibillini: la Pinacoteca Fortunato Duranti. Una incredibile raccolta di opere darte di inestimabile valore messe insieme da un eccentrico personaggio, artista e mercante darte, vissuto nel XVIII Secolo. Proseguendo per la Grande Via del Parco si giunge a Montemonaco, nel mitico regno della Sibilla. Qui la caratteristica Corona dellomonimo monte domina incontrastata su tutte le frazioni del comune. Subito dopo Montemonaco sincontrano le prime frazioni di Montegallo, tipico comune policentrico, suddiviso in tante graziose frazioni che si succedono una dietro laltra, tra boschi secolari di castagno e ampie radure che scoprono limponente catena dei monti Sibillini, con il versante est del monte Vettore sempre in primo piano. I tre anelli in mountain bike di questi ultimi comuni ascolani conducono alla scoperta di alcuni degli angoli più suggestivi di tutto il parco nazionale: quello della Valle del Tenna, che da Montefortino si dirige verso le colline, dove il fiume termina il suo tumultuoso viaggio tra le rapide dellInfernaccio per aprirsi la via verso il mare; lanello della Valle dellAso, che da Montemonaco porta alla scoperta della splendida chiesetta di Santa Maria in Pantano ed infine lanello della Valle del Fluvione, che costituisce un bel giro tra le piccole frazioni dominate dal maestoso versante est del monte Vettore. Si giunge così allestremo lembo meridionale del parco, ad Arquata del Tronto, unico comune dEuropa che ha il territorio ricompreso nei confini di due parchi nazionali: quello dei Sibillini e quello del Gran Sasso e Monti della Laga. È proprio questultimo gruppo montuoso che domina il paesaggio verso sud. Molto meno accessibili dei Sibillini, infatti, i Monti della Laga sono caratterizzati da immensi boschi ad alto fusto che testimoniano differenti usi del territorio da parte delluomo, nel corso dei secoli. Qui in mountain bike si può percorrere lanello della Valle del Tronto che dal Borgo di Arquata sale fino al panoramico Colle Galluccio, per poi seguire un tratto della strada che porta a Forca di Presta e quindi ridiscendere in paese lungo un percorso di media difficoltà, ma assai interessante. Larte immersa nella natura Il percorso della Grande Via del Parco prosegue snodandosi tra i due parchi nazionali fino a Capodacqua, da dove si sale fino ai 1540 metri di Forca Canapine. Con una piccola deviazione ci si può affacciare sul Pian Grande, dominato dai mille e più metri di pendio della cresta di Cima del Redentore e caratterizzato dallaffascinante paesino di Castelluccio (1452 m), il centro abitato più alto dellAppennino. Pochi chilometri ancora e lo sguardo si perde sul Piano di Santa Scolastica e su Norcia, un vero scrigno di arte e architettura. Il percorso storico che si sviluppa tra le vie del paese ci guida alla scoperta della splendida Piazza S.Benedetto e del Museo della Castellina, del Portico delle Misure e del Palazzo Comunale, della Chiesa di San Francesco con il suo tempietto, per finire con le porte cittadine e il Teatro Civico. Poco distante da Norcia troviamo Preci, laltro comune umbro del Parco, lultimo di questo lungo giro. Si tratta di un grazioso borgo, famoso per la scuola chirurgica che la Comunità monastica dellAbbazia di S.Eutizio sviluppò a partire dal primo medioevo e che può essere meglio compresa visitando il Museo annesso allAbbazia. Il versante umbro offre però molte altre possibilità agli amanti dellarte, dellescursionismo e della mountain bike. Anche qui, infatti, vi sono due bei percorsi ad anello da affrontare in bici: quello del Piano di Santa Scolastica, che passa per Nottoria e San Pellegrino, e quello della Val Castoriana, un po più impegnativo, ma particolarmente suggestivo per via degli splendidi paesini e le bellissime chiese che sincontrano lungo il tragitto. Si torna così al punto di partenza dopo aver effettuato un viaggio veramente interessante in un mondo diverso, scandito dai ritmi della natura e delle stagioni. Un mondo a cui non siamo più abituati ma che merita di essere vissuto ed apprezzato pienamente. Michele Sensini |
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