Libero e Maja: la prima coppia di camosci nel Parco Un progetto determinante nellambito del Programma dAzione Nazionale per il Camoscio Appenninico Unalleanza per i Parchi dellAppennino, un saldo legame per collaborare e contribuire, ricostituire e valorizzare congiuntamente il patrimonio naturale delle nostra Grande Italia. È questo limpegno, la missione, che il Parco Nazionale della Majella, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco Nazionale dAbruzzo, Lazio e Molise, oltre al Parco Nazionale dei Sibillini si sono dati. È questo, anche, il senso dellintervento che segna il ritorno dei primi esemplari di camoscio nel comune di Bolognola, proprio nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Maja, una femmina di due anni, e Libero, maschio di tre anni, sono i primi due camosci appenninici a rimettere piede, anzi, unghia, nei Monti Sibillini dopo una lunghissima assenza durata forse millenni. I due, provenienti dal Parco Nazionale della Majella, sono stati trasportati direttamente in elicottero fino a Pintura per poi essere trasferiti, a bordo di un mezzo appositamente attrezzato, nellarea faunistica. Si tratta di unarea di proprietà del comune che si estende per circa 3 ha, a quote comprese fra i 1100 ed i 1300 m, e realizzata con fondi LIFE, proprio a monte del centro abitato di Bolognola, in un ambiente caratterizzato da rupi, pascoli, boschi ed immerso nello splendido scenario dellalta valle del Fiastrone. I camosci ospitati nellarea saranno gestiti in maniera coordinata con quelli presenti sul Gran Sasso, sulla Majella e al Parco Nazionale dAbruzzo, così da ridurre eventuali problemi di consanguineità e ottenere esemplari idonei ad essere rilasciati in natura. Essi potranno inoltre essere osservati in condizioni molto simili a quelle naturali, seguendo il sentiero natura denominato appunto Bentornato Camoscio! realizzato dal Parco, in collaborazione con il comune. Quindi certamente, oltre alle finalità legate alla ricerca scientifica e alla conservazione del camoscio appenninico, larea faunistica rappresenterà anche un importante elemento di promozione turistica del territorio. Essa sarà altresì il luogo ideale in cui svolgere attività didattiche e di educazione ambientale, che saranno curate da personale appositamente qualificato della cooperativa Alcina. Una cooperativa locale, formata da giovani interessati ed appassionati alle problematiche della natura e del territorio, che garantirà anche una corretta gestione dellarea. Lintervento costituisce solo il primo passo di un progetto più vasto che porterà ben presto a far rivivere il camoscio dellAppennino, in libertà, sulle nostre montagne. Questo progetto si integra peraltro con altri interessanti azioni di riqualificazione ambientale e naturalistica avviate dal parco che, nel corso degli ultimi anni, hanno portato a far rivivere sugli affascinanti Monti Azzurri di Giacomo Leopardi, il cervo - estinto dai Sibillini da quasi duecento anni - ed il pino mugo, unimportante specie anchessa scomparsa dal territorio del parco nei secoli passati. Alfredo Fermanelli Alessandro Rossetti |
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