Roma tra i Monti Azzurri Siglato uno storico accordo tra il Comune di Roma, l'Ente di gestione e i Comuni del Parco di Rita Chiaverini Il protocollo dintesa firmato a Visso il 19 luglio 1997 tra il Comune di Roma, lEnte Parco e i Comuni del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato definito un documento storico in quanto è la prima volta che una grande città e un parco nazionale siglano un accordo finalizzato a realizzare un interscambio turistico, culturale, economico e sociale tra le due realtà durante lintero arco dellanno. Lidea, nata circa un anno fa, si è concretizzata nel teatro della cittadina marchigiana quando il vice-sindaco di Roma Walter Tocci, il presidente del Parco Carlo Alberto Graziani e i 18 sindaci umbri e marchigiani dellarea protetta hanno sottoscritto il protocollo durante una cerimonia nel corso della quale sono intervenuti anche il sottosegretario al Ministero dellambiente on. Valerio Calzolaio, il presidente della Legambiente nazionale Ermete Realacci, il vice-presidente del Parco Giampietro Angelini, il presidente della Comunità del Parco Avelio Marini e il sindaco di Visso Alessandro Lucerna. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato considerato il territorio ideale per la popolazione di Roma sia per la vicinanza e facilità di accesso ai suoi luoghi, sia per i continui rapporti che intercorrono tra la Capitale e le comunità umbre e marchigiane. E millenario il collegamento dei comuni che oggi fanno parte del Parco dei Sibillini con Roma, e questo collegamento è dettato da esigenze economiche, culturali e religiose. Laccordo è quindi importante se si pensa ai nuovi flussi di turisti che, supportati da una adeguata informazione e promozione, potrebbero frequentare questi luoghi nei mesi di bassa stagione o ai flussi di pellegrini che, in vista del Giubileo del 2000, potrebbero raggiungere i Sibillini sulle tracce della spiritualità benedettina e mariana. E, non a caso, il Comune di Roma si è impegnato a realizzare questo obiettivo inserendo nei percorsi del Giubileo i luoghi della spiritualità del Parco dei Sibillini. Ma soprattutto sono le peculiarità ambientali del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ad attirare lattenzione del Comune di Roma al fine di dar vita a modelli di fruizione del territorio non più basati su una logica consumistica ma vissuti nel segno dei valori naturalistici, culturali e antropici. Attraverso il protocollo dintesa gli enti interessati hanno gettato le basi per svolgere una specifica opera di promozione nella Capitale tra le scuole di ogni ordine e grado, tra le famiglie, gli anziani e i disabili, ma anche per preparare i giovani a svolgere attività nel campo delleducazione ambientale e dellinterpretazione naturalistica. Ogni anno, poi, il protocollo dintesa prevede che nel mese di settembre venga organizzata a Roma una Giornata del Parco Nazionale dei Monti Sibillini al fine di permettere agli operatori economici di presentare, come in una vetrina, le proprie proposte di fruizione del Parco. Tutte le iniziative previste dal protocollo avranno il supporto di Legambiente che, tra laltro, ha collaborato alla elaborazione del documento. Inoltre, lEnte Parco, sempre dintesa con il Comune di Roma, istituirà nella Capitale una sede permanente di informazione, quasi una nuova Casa del Parco che si aggiungerà alle quindici esistenti nei Sibillini. Ormai lambiente e la sua salvaguardia vengono considerati sempre più una risorsa utilizzabile non solo a fini turistici, ma anche per la tutela della salute delluomo. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Comune di Roma attraverso il protocollo dintesa intendono sottolineare come turismo ambientale e salute costituiscano un binomio inscindibile per recuperare quei valori ambientali ed umani che spesso, nelle grandi città, a causa delle forti e veloci urbanizzazioni, si rischia di perdere. Lo stretto collegamento tra Roma e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini potrà così dar vita a significativi modelli di fruizione del territorio. Questi modelli, proprio perché tali, potranno progressivamente estendersi ad altri territori, soprattutto nei Parchi dellAppennino centrale, nellambito del processo promosso dal progetto APE (Appennino Parco dEuropa). Oggi lEnte Parco sta dunque svolgendo una funzione di stimolo e continuerà a svolgere una funzione di coordinamento, ma ovviamente, sarà compito di tutti, cittadini, amministratori, imprenditori locali, associazioni, impegnarsi per crescere e rispondere al meglio alla domanda di fruizione per non rimanere fuori dai circuiti che via via si intensificheranno. |
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