La valle del Lago di Pilato è l’ecosistema più fragile di tutto il Parco. Aiutaci a proteggerlo adottando un comportamento corretto!
il lago non ha immissari, è alimentato solo dallo scioglimento delle nevi e dalle precipitazioni, quindi le sue dimensioni possono variare notevolmente sia nel corso degli anni che nell’arco dello stesso anno in risposta ai cambiamenti meteoclimatici. Inoltre, la ghiaia che scivola dalle pareti rischia di riempire il bacino abbassando quindi il livello dell’acqua. Il Chirocefalo depone le uova nella ghiaia, vicino alle sponde del lago dove l’acqua è più bassa; le uova, anche in caso di esposizione all’aria, sopravvivono al gelo e alla siccità e, pertanto, se ci avviciniamo rischiamo di calpestarle e distruggerle.
Lungo il perimetro del massimo livello del bacino è presente una delimitazione che evidenzia bene il limite da non oltrepassare quando il livello del lago si abbassa, come stabilito dalle vigenti misure di conservazione. Rispettiamo quindi questo limite per non danneggiare le uova del chirocefalo del Marchesoni deposte tra la ghiaia che può restare all’asciutto, non tocchiamo l’acqua per non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche, evitiamo di provocare la caduta di pietrisco nel bacino. QUI e QUI servizio video sulla situazione del chirocefalo estate 2024 e intervento del Parco
il Lago di Pilato non è raggiungibile attraverso i sentieri ufficiali poiché il Parco ha scelto di non promuovere un’area così delicata. Tuttavia non ci sono divieti, e il Lago può essere raggiunto utilizzando i sentieri storici che partono da Foce di Montemonaco o da Forca Viola. È invece fortemente sconsigliata, anche per i più esperti, la discesa dalle Roccette (traccia visibile sotto al rifugio Zilioli) poiché non esiste un sentiero vero e proprio, il percorso è esposto, e il rischio di precipitare, specialmente in condizioni di pioggia o umidità, è molto alto. Gli altri due percorsi sono lunghi e impegnativi a causa del notevole dislivello e del fondo, in molti casi costituito da ghiaioni. Vanno affrontati con buona preparazione fisica e adeguato abbigliamento tecnico da montagna, acqua e molta attenzione.
il lago di pilato sorge a quota 1941 m. nel territorio del comune di Montemonaco, circondato dalle vette più alte dei Monti Sibillini: il Vettore (2476 m.), Cima del Redentore (2449), Cima del Lago (2422), Pizzo del Diavolo (2410). A seconda del livello dell’acqua, l’aspetto può essere quello di occhiali o di due specchi d’acqua separati. In caso di scarse precipitazioni, soprattutto nevose, il lago può rimanere completamente asciutto. La valle su cui sorge il lago è una tipica valle ad “U” di chiara origine glaciale modellata dall’azione erosiva di un ghiacciaio nel Pleistocene-Olocene. Il movimento del ghiacciaio ha poi trasportato detriti di varie dimensioni generando i classici depositi morenici che hanno sbarrato la parte alta della valle. In alcune zone di tali depositi, prevalentemente grossolani, si sono creati degli accumuli di materiale più fine creando un fondo impermeabile e rendendo possibile la formazione del lago di Pilato. Quest’epoca è caratterizzata prima dalla glaciazione che ha consentito a molte specie viventi di estendere il loro areale, poi con lo scioglimento dei ghiacci, e la frammentazione delle aree ancora idonee, alcune specie sono sopravvissutee rimaste isolate. È proprio questo il caso del Chirocephalus Marchesonii ma anche della Stella Alpina dell’Appennino.
La valle ospita inoltre alcune specie di interesse comunitario l’Adonis distorta come e la piccola Arvicola delle Nevi.
Narra la leggenda che gli inaccessibili picchi dei monti, luoghi terribili e demoniaci nascondono oscuri segreti. Maghi e negromanti si recavano un tempo nella misteriosa Valle del Lago di Pilato per compiere riti oscuri: consacravano ai demoni del lago i loro libri di magia nera per accrescerne il potere scatenando così tempeste e distruzione sui raccolti dei paesi vicini. Anticamente il Lago era chiamato anche “della dea Nortia” o di Averno (es. Ludovico Ariosto – Orlando Furioso), come fosse uno degli ingressi agli inferi.
Il lago deve il suo nome attuale invece ad una tradizione (con analogie in altri paesi europei es. Monte Pilatus in Svizzera ) riguardante Ponzio Pilato: il suo corpo, trascinato su un carro trainato da buoi, è stato gettato nel lago ad opera di forze demoniache.
Questo almeno è quello che ci racconta Antoine de la Sale nel “Il Paradiso della Regina Sibilla” in cui narra quanto appreso dagli abitanti di Montemonaco in un viaggio nel 1420, ma riportato anche da altri illustri testimoni.
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Revised -- 19.05.2022
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