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La natura del Parco lungo i Grandi Anelli Il Grande Anello dei Sibillini e il Grande Anello in Mountain bike, i due più lunghi itinerari del Parco, si inseriscono a pieno titolo tra i principali interventi volti alla promozione di forme di turismo sostenibile, cioè in grado di coniugare la conservazione delle risorse naturali con le legittime aspettative di sviluppo economico del territorio. Lo spirito che accomuna i due itinerari, ideati per escursioni di più giorni da compiere rispettiva- mente a piedi e in mountain bike, è quello di condurre il visitatore in un entusiasmante viaggio che circonda interamente la dorsale dei Monti Sibillini, alla scoperta dei valori più autentici del Parco, toccando aree che, sebbene spesso situate ai margini delle mete classiche più note e frequentate, propongono motivi di interesse tuttaltro che secondari. Partendo idealmente da Visso, sede del Parco, i percorsi attraversano quasi per intero il ricchissimo e variegato campionario dei paesaggi offerti dai Sibillini, raggiungendo angoli nascosti e dimenticati, ma anche dorsali e valichi che si aprono dimprovviso su scenari e panorami mozzafiato. Il Grande Anello dei Sibillini è un percorso di 120 Km completamente segnalato, che richiede nove giorni di cammino lungo sentieri, mulattiere e strade secondarie, spesso coincidenti con tracciati storici apposita- mente recuperati. Nei cinque posti tappa di Cupi di Visso, Tribbio di Fiastra, Colle di Montegallo, Colle Le Cese e Campi Vecchio, sono attivi altrettanti rifugi escursionistici, ai quali se ne aggiungeranno presto altri attualmente in fase di completamento. Lungo il cammino lescursionista può immergersi in ambienti di straordinario interesse naturalistico, peraltro attraversando ben 8 Siti di Interesse Comunitario e 3 Zone di Protezione Speciale, istituiti in attuazione delle direttive comunitarie uccelli e habitat al fine di tutelare ambienti di particolare pregio, come le stupende fioriture di orchidee, e animali rari o minacciati di estinzione, come il lupo, laquila reale, il falco pellegrino, la coturnice, il gracchio corallino, la vipera dellOrsini, il coleottero Rosalia alpina, la trota mediterranea e il gambero di fiume. Non mancano, tuttavia, i punti di interesse storico e architet- tonico, rappresentati da luoghi dal sapore medioevale - come le torri di Visso, il Castrum Flastrae di Trebbio e i ruderi di Castelfranco a Capo del Colle - da suggestivi borghi montani - come Cupi, Monastero, Garulla, Rubbiano, Colle di Montegallo e Campi Vecchio - e da luoghi di culto dispersi nel silenzio di vasti altipiani e boscose vallate - come il Santuario di Macereto, lAbbazia di S. Salvatore e le chiesette dei S.S. Vincenzo e Anastasio e di Santa Maria in Pantano. Nel primo tratto, da Visso a Cupi, il paesaggio cambia completamente oltrepassando lo spartiacque che divide il bacino idrografico del Tevere, nel versante tirrenico, da quello del Chienti, nel versante adriatico. Dalla valle boscosa e chiusa del Nera, che a ovest si fa strada attraverso le strette Gole della Valnerina, si passa agli aperti altipiani di Macereto - dove è situato lomonimo Santuario - racchiusi dalla morbida dorsale appenninica che si protende a perdita docchio verso nord, mentre a sud-est incombono le imponenti pareti di calcare massiccio del Monte Bove Nord. Da Cupi a Fiastra si attraversano le fresche praterie montane del M. Val di Fibbia, ricche di specie floristiche rare, come la fritillaria dellOrsini, e dove, con un po di fortuna, è possibile avvistare laquila reale veleggiare maestosa in cerca di prede. La discesa verso Tribbio di Fiastra offre suggestivi scorci sul lago del Fiastrone e, più in là, sullampia conca di Camerino. Il percorso per Monastero domina il lago e lambiente selvaggio e lussureggiante della Valle del Fiastrone, in cui il bosco, composto anche da specie mediterranee, quali il leccio e la fillirea, offre rifugio a una ricca fauna, comprendente il cinghiale, il capriolo, listrice, il gatto selvatico e il lupo. Le ampie distese dei Prati di Ragnolo, che caratterizzano il tratto per Rubbiano, regalano in primavera variopinte fioriture in cui spiccano il narciso dei poeti, la viola dEugenia, la peonia officinale e diverse specie di orchidee, tra cui la comune sambucina. Dinverno, invece, quando i prati riposano sotto una spessa coltre di neve, è possibile compiere interessanti escursioni con gli sci ai piedi, magari in cerca di impronte in grado di svelare lattività frenetica di innumerevoli animali, come lo scoiattolo, la lepre, la volpe e il cinghiale. A sud dei Prati di Ragnolo si stagliano le affilate creste del M. Priora, del P.zo Berro e del Monte Rotondo, mentre ad oriente il panorama spazia sulle armoniche colline picene, che sfumano allorizzonte fino a confondersi con lazzurro del mare Adriatico. E proprio i netti contrasti tra il paesaggio collinare e quello aspro dellalta montagna caratterizzano il percorso fino a Rubbiano, ai piedi dei ripidi versanti orientali del M. Castelmanardo, del M. Priora e del M. Sibilla, che precipitano con balze rocciose sulle selvagge valli dellAmbro e del Tenna, che nel tratto più stretto forma le impressionati Gole dellInfernaccio. Questi ambienti rupestri offrono i siti adatti alla nidificazione di numerose specie di uccelli rupicoli, tra cui il falco pellegrino, il gufo reale e il picchio muraiolo, e rappresentano lambiente ideale per il camoscio appenninico, che è tornato da poco a vivere nel Parco. Il tratto fino a Colle di Montegallo giunge invece alla base della possente mole del Monte Vettore, solcato da ripidi fossi in cui la neve permane fino a estate inoltrata. Salendo verso Colle Le Cese passando per Colle Galluccio e Forca di Presta, lungo lo storico sentiero dei mietitori, si domina la valle del Tronto, dove il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si congiunge con quello del Gran Sasso e Monti della Laga. Da Colle Le Cese il percorso si sviluppa sulla lunga dorsale che separa la valle del Campiano e il Piano di Santa Scolastica dallalta valle del Nera e dal Piano Grande di Castelluccio, la cui superficie, quasi perfettamente levigata, è interrotta solo dallincisione carsica del Fosso dei Mergani. È qui che la primavera regala le fioriture più spettacolari, dapprima inondando le vaste distese erbose di ranuncoli, narcisi e dei rari tulipani montani, e, più tardi, tingendo gli appezzamenti coltivati, soprattutto a lenticchia, con il giallo della senape selvatica, il rosso del papavero e lazzurro del fiordaliso. Nellultimo tratto, da Campi Vecchio, il Grande Anello si chiude tornando a Visso attraverso la conca dei Casali dellAcquaro - una delle aree meno frequentate del Parco - e i boschi misti della valle di Visso, in un territorio che, da sempre, ospita il lupo. La stessa varietà di ambienti e paesaggi viene riproposta dal Grande Anello in Mountain Bike, che si articola in 5 tappe per una lunghezza complessiva di 176 Km, attraverso strade, per lo più sterrate, che quasi mai, tuttavia, si sovrappongono ai percorsi del Grande Anello dei Sibillini. Litinerario può inoltre essere accorciato di una tappa, con la traversata da Visso ad Amandola che scavalca la dorsale più alta dei Sibillini passando per la Forcella del Fargno, ad oltre 1800 m di quota, dopo una salita di ben 1278 m di dislivello. Dal punto di vista tecnico, gli itinerari dei due Grandi Anelli del Parco non presentano particolari difficoltà e, quindi, sono rivolti tanto ai semplici appassionati di natura quanto agli escursionisti e bikers più esperti ed allenati, i quali potranno cimentarsi nel compiere i percorsi in meno tempo o in condizioni più difficili, come quelle invernali. Per apprezzarne pianamente lo spirito autentico non bisogna però dimenticare che la vera sfida che questi percorsi propongono non riguarda le prestazioni fisiche, bensì la capacità di osservare e scoprire mondi fantastici e tesori nascosti, entrando in piena armonia con i ritmi, i suoni e gli odori della natura. Alessandro Rossetti |
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