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"Giovani nelle aree protette" DallEuropa conferme per un possibile sviluppo economico di Antonella Franceschini Giovani nelle aree protette dEuropa. Intorno a questo tema si è riunita a Norcia, dal 27 settembre al 1 ottobre 2000, Europarc, lAssemblea Generale della federazione dei Parchi Nazionali e Regionali dEuropa che ha lasciata una eco che ancora oggi fa discutere vista lattualità delle argomentazioni sollevate. Dopo unassenza durata dieci anni, grazie alliniziativa del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la Federazione si è riunita nuovamente in Italia per discutere, in occasione delledizione 2000, sulle opportunità occupazionali dei giovani nelle aree protette, per valutare le strategie in grado di rafforzare la loro responsabilità nelle iniziative di conservazione, tutela e sostenibilità ambientale e per promuovere il loro coinvolgimento professionale. Tutti gli interventi che si sono susseguiti durante il convegno sono serviti e sicuramente riusciti a provare che i parchi nazionali e le aree protette possono essere di fatto riserve di economia intelligente, luoghi privilegiati per sviluppare nuove tipologie di imprenditoria eco-compatibile, realtà nelle quali gli investimenti pubblici e privati possono creare più lavoro che altrove in servizi, opere ed attività in grado di valorizzare e promuovere risorse naturali, culturali ed ambientali. I parchi nono sono delle isole o aree museo lasciate sole a sé stesse ma veri e propri laboratori in rete nei quali la popolazione locale, giovani compresi, può trovare reali occasioni di lavoro e di crescita economica e sociale durevole, generando buone pratiche e modelli di sviluppo da emulare hanno affermato Carlo Alberto Graziani, Presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini; Bruno Julien, Direttore Generale della Direzione Ambiente della Commissione Europea; Patrizia Rossi, Presidente di Europarc. I parchi ha affermato lon. Calzolaio non vogliono diventare le Usl degli anni 70-80 ma, nonostante la loro recente istituzione, si configurano sempre di più come agenzie di sviluppo sostenibile, fattore di occupazione, produzione e profitto, attraverso la salvaguardia e la valorizzazione della tipicità del territorio contro i rischi della globalizzazione. E se i parchi sono giacimenti portatori di profitto, tutti i giovani che si sono o stanno cercando di inventarsi un lavoro nei parchi possono considerarsi, fuor dogni dubbio, i soggetti sociali ed economici principali della messa a punto di tale beneficio. In tal senso ben si comprende lopinione diffusa che vede legare indissolubilmente limpegno giovanile alle linee programmatiche e alle politiche di sviluppo ambientale, sociale ed economico dei parchi. Anche le esperienze europee presentate allAssemblea di Europarc hanno confermato questo dato di fatto. Il futuro dei parchi lascia prevedere il supporto ed il coinvolgimento dei giovani su più versanti: nelleducazione, divulgazione e comunicazioni ambientali, nellinterpretazione dei paesaggi, nelle attività di monitoraggio, manutenzione dei sentieri e protezione di specie flogistiche e faunistiche, nellorganizzazione di visite guidate, nellanimazione e nella predisposizione dei servizi di accoglienza, nella gestione del flusso dei visitatori e nella sensibilizzazione ed integrazione della collettività locale, per citare solo alcuni dei potenziali settori di impiego emersi dal confronto degli oltre duecentocinquanta operatori ed amministratori di aree protette accorsi nei Sibillini per il convegno, oltre che da tutta Europa, anche dagli Stati Uniti. Chi avrebbe mai creduto, fino a pochi anni fa, il profilarsi di una così ottimistica situazione? Eppure, anche le statistiche condotte dalla Federparchi Italiana su 15 parchi nazionali e regionali del territorio nazionale hanno provato che su una popolazione complessiva di due milioni di abitanti, i lavoratori sono ben 8965, suddivisi in varie categorie (posti in organico 883, borsisti 244, operatori di servizi appaltati 1080, operatori socialmente utili e obiettori 1060, 3000 soci di 186 cooperative collegate, forestali 998, agenzie 856, operatori di agenzie 1700, ). In questo quadro di tutto rispetto è stata valutata lesperienza del parco Nazionale dei Monti Sibillini in termini di occupazione giovanile; esperienza che, non a caso, ha ben motivato la scelta della Federazione di Europarc per la sede dellincontro previsto previsto per il 2000. Il progetto Case del Parco, infatti, pur essendo nato solo sei anni fa in veste sperimentale vede attualmente coinvolte già undici cooperative, gestite per la maggior parte da giovani residenti. Più precisamente, su novanta giovani impiegati, l11% sono laureati, il 35% sono diplomati ed i restanti possiedono un altro tipo di formazione, senza contare, ovviamente, tutti coloro che, pur non essendo formalmente impiegati, operano in maniera continuativa nel Parco, per oddisfare come si legge dalla Carta dei Sibillini il loro bisogno di valori, di protagonismo e di speranza e soprattutto per vincere la sfida di vivere in unarea protetta. |
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