![]() |
![]() |
Per una strategia del turismo sostenibile nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini Nel nostro paese la carenza di un approccio strategico è particolarmente evidente nel settore del turismo, forse perché storicamente si è beneficiato di un patrimonio straordinario di risorse e, anche in assenza di un'offerta turistica ben congegnata , il turista del passato comunque era attratto da tale ricchezza. Ciò ha alimentato e diffuso l'illusione, o la presunzione, di poter evitare di inserirsi in un processo programmato e continuativo d'innovazione del prodotto-turismo. Da qualche anno però il contesto è mutato radicalmente: gli investimenti pubblicitari sono in aumento, l'abbattimento delle tariffe aeree ha cambiato la mappa delle destinazioni turistiche, i turisti manifestano la tendenza a modificare le proprie abitudini. Oggi non si può più sperare di essere competitivi sul mercato turistico se non mettendo al centro degli interventi una strategia di sviluppo, di comunicazione e di commercializzazione dei prodotti turistici. Nella consapevolezza di questa prospettiva, Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini - tra i primi 15 parchi in Europa - ha sottoscritto la Carta Europea per il turismo sostenibile, predisposta dalla Federazione Europarc su commissione dell'Unione Europea. L'impegno, sorto dalla sottoscrizione, è di raggiungere - nel quadro di un equilibrio tra le necessità dell'ambiente, quelle dei visitatori e quelle delle comunità locali - le seguenti tre finalità fondamentali: - dare al territorio un approccio strategico per creare benefici per la comunità locale e per l'economia, - qualificare la propria offerta a fronte di un mercato sempre più competitivo, - costituire un prodotto turistico legato ai valori che il Parco esprime. Il processo di costruzione della strategia, definito metodologicamente dalla Carta Europea, è attualmente in corso di elaborazione. Le singole fasi, messe a punto dall'Ente Parco in collaborazione con un gruppo di lavoro composto dalle associazioni ACTA e The Tourism Company e da un gruppo di operatori locali, sono le seguenti: > analisi delle informazioni e dei dati relativi al territorio e la valutazione dei punti di forza, di debolezza, delle opportunità e delle minacce in relazione allo sviluppo turistico attraverso la predisposizione di un "rapporto diagnostico", > coinvolgimento degli attori locali nella definizione degli obiettivi strategici, delle azioni, delle risorse, degli indicatori di monitoraggio, > predisposizione del documento contenente la Strategia del turismo sostenibile che dovrà essere approvato anche da un'apposita Commissione europea, > valutazione dei risultati ottenuti nell'attuazione della Strategia. Il "rapporto diagnostico", che ha costituito la prima fase della costruzione della Strategia, è stata anche il prodotto di una riflessione condotta con gli attori locali. Sempre più si è consapevoli che la qualità del prodotto turistico è determinata dalla qualità dei rapporti fra gli attori locali: tanto più ricca è l'interazione fra le istituzioni e gli operatori , tanto più è veloce uno sviluppo turistico ed una valorizzazione economica e sociale del territorio. Se ciò è vero ovunque , lo è a maggior ragione nel territorio del Parco, dove le sfide poste sono particolarmente ambiziose e non possono prescindere dal contributo sinergico di ciascuna componente territoriale. Si sono pertanto avuti incontri con i Sindaci dei Comuni del Parco, con le Comunità Montane, con gli Assessori provinciali al turismo, con le Cooperative che gestiscono le Case del Parco, con gli uffici del Parco. Dagli incontri con i sindaci è risultato come l'attuazione della Carta Europea del turismo sostenibile possa costituire una preziosa opportunità per superare i conflitti esistenti i quali sono indicatori che esprimono l'attaccamento delle comunità locali e la preoccupazione che i propri problemi non vengano risolti: si tratta dunque di una conflittualità che è risorsa e non dissidio, ed essa dà modo di comprendere quali possano essere gli strumenti di ascolto, di confronto, di coinvolgimento, di elaborazione comune delle strategie per rendere coesi gli attori locali verso il comune obiettivo dello sviluppo locale e della valorizzazione del territorio. Dal confronto con gli Assessori provinciali è emersa una sorta di paradosso fra la vicinanza di visioni, di linguaggi, di prospettive fra Province e Parco e una disabitudine strutturale alla sinergia. Si ha modo di ritenere che tanto più aumenterà la circolazione delle informazioni , la comunicazione fra gli Enti, tanto più sarà possibile condividere sfide comuni. Dall'incontro con le Comunità Montane si è rilevata un'indubbia potenzialità: la possibilità di una feconda collaborazione nel settore della qualificazione dei prodotti e in particolare dei prodotti alimentari. Questo settore, che trova in tutte le Comunità Montane un ambito d'interesse e d'impegno già in atto, rappresenta uno specifico potenziale vantaggio competitivo del territorio del Parco dove - assoluta rarità - si sono conservate finora genuinità e naturalezza soprattutto in alcune produzioni. Per quanto riguarda le Case del Parco, occorre sottolineare che pur essendo nate come elementi strutturali del Parco, sono diventate - e diventeranno sempre più- elementi di sistema del territorio, tramiti fondamentali per costruire una rete territoriale di accoglienza dei visitatori. In questo cammino complessivo che parte da un territorio fragile e diviso, separato e conflittuale, e che potrà trovare il suo equilibrio nell'interazione fra i diversi attori locali sia istituzionali che operativi, il contributo specifico e prezioso del Parco è quello di farsi sempre più "laboratorio di sinergia". Dopo aver fatto delle scelte strategiche importanti (processo di pianificazione, promozione dei GAL, Carta Europea del turismo sostenibile, Case del Parco, Associazione delle Guide, Centri di Educazione Ambientale) e avere coraggiosamente puntato sui giovani per favorire l'imprenditorialità giovanile nello sviluppo locale, il Parco deve oggi trovare le modalità operative per costruire il linguaggio e le azioni della condivisione fra Istituzioni e operatori. Deve esercitare in concreto quel ruolo di catalizzatore che la legge gli affida, in grado di valorizzare la portata delle componenti, aumentando la velocità delle reazioni e, fuori di metafora, deve far sì che le diverse componenti territoriali collaborino fra loro per produrre una qualità dello sviluppo turistico (turismo di valori) e una valorizzazione sociale, economica, ambientale del territorio. Con la consegna del "rapporto diagnostico" si è entrati nel vivo della seconda fase del processo di costruzione della Strategia del turismo sostenibile che prevede il diretto coinvolgimento degli operatori locali. Tale fase era stata in realtà già avviata il 16 marzo 2001 con l'organizzazione della Prima Conferenza del turismo del Parco in Amandola, che aveva visto la partecipazione di oltre 130 operatori del territorio, e con i lavori di due gruppi, l'uno sugli obiettivi strategici, l'altro sui prodotti turistici. Con un documento unitario, che ha rappresentato la conclusione del lavoro dei due gruppi e che è stato sottoscritto da un centinaio di operatori turistici (la quasi totalità del settore), è stato chiesto al Parco di farsi promotore di un protocollo d'intesa fra tutte le Istituzioni (Regioni, Province, Comunità Montane, Parco ) per promuovere adeguatamente lo sviluppo turistico del territorio e per dare attuazione al criterio stabilito dall'art.7 della Legge quadro sulle Aree Protette (L.394/91), in base al quale ai Parchi deve essere data priorità nella concessione degli incentivi finanziari resi disponibili ai diversi livelli (europeo, nazionale e regionale). |
|
![]() |
|||
![]() |
![]() |
||
|
|||
I numeri pubblicati | ![]() |
home |