Dal Protocollo con il Comune di Roma
alla prima conferenza Nazionale
aree naturali protette


Due avvenimenti segnano in maniera particolare la vita del Parco in questi
mesi: il Protocollo d’intesa, sottoscritto il 19 luglio a Visso dal Comune di
Roma, dall’Ente Parco e dai Comuni del Parco, e la I Conferenza nazionale
delle aree protette, che si svolgerà a Roma dal 25 al 28 settembre alla
presenza del Capo dello Stato. Si tratta di avvenimenti diversi, ma destinati
entrambi a influenzare profondamente il futuro dei Sibillini: il primo nei
rapporti interni al territorio; il secondo nei rapporti con gli altri Parchi e con il
sistema generale delle aree protette di cui la Conferenza rappresenta il
primo atto formale.

Con il Protocollo d’intesa, pubblicato integralmente in questo numero, gli
Enti sottoscrittori hanno preso un impegno preciso: promuovere il Parco
Nazionale dei Monti Sibillini nella città di Roma. Si tratta di un’iniziativa
straordinaria - la prima nella storia italiana delle aree protette - in grado di
imprimere una svolta decisiva al progetto di sviluppo del Parco: l’obiettivo
infatti non è soltanto quello di una promozione generica che finirebbe per far
convergere i nuovi flussi turistici nei periodi tradizionali, normalmente brevi e
costipati, ma è invece quello di indirizzare i cittadini di Roma verso una
fruizione dei Sibillini che sappia cogliere i veri valori del Parco e nello stesso
tempo possa distribuirsi nell’intero arco dell’anno. Di qui la scelta di
rivolgersi prioritariamente a certe categorie: studenti, anziani, disabili, nei
confronti dei quali il Parco fin dall’inizio sta esprimendo un particolare
impegno.
Definito il quadro, sta ora al “popolo del Parco” - all’Ente Parco e alle Case
del Parco, ai singoli Comuni e agli Enti locali, alle cooperative e alle
associazioni, agli operatori economici singoli e associati, a tutti gli
interessati - adoperarsi per cogliere fino in fondo le grandi opportunità che si
aprono con il Protocollo.
Vorrei aggiungere che un ruolo molto importante potrebbe essere svolto
dalle Cooperative del Parco, soprattutto se riusciranno a operare
congiuntamente: esse potrebbero assumersi il compito di organizzare e
gestire i nuovi flussi collegandosi organicamente a tutti gli operatori turistici,
attivandosi nell’interesse generale del territorio.

Con la I Conferenza nazionale delle aree protette il Parco dei Sibillini, come
tutti gli altri Parchi nazionali e regionali, entrano in uno scenario nuovo:
quello del “sistema”. Occorre rendersi conto che, per realizzare gli obiettivi
che il nostro Paese si è dato con la legge quadro del 1991, non ha senso
agire all’interno del singolo Parco se non si opera nel contempo come parte
di un tutto e se non si dà il via effettivo a una politica nazionale delle aree
protette.
Le responsabilità di tale politica incombe su tutti: sui singoli parchi, sulle
Regioni, sul Ministero dell’Ambiente. Nessuno può scaricare sugli altri
responsabilità che sono anche le proprie.
Al momento attuale non sono in grado di prevedere quali saranno gli esiti
della I Conferenza: in proposito il Ministro Ronchi esprime in questo numero
interessanti valutazioni. Essa comunque sarà il segno inequivocabile,
peraltro già anticipato da alcuni fatti significativi anche non istituzionali (si
pensi in particolare alla manifestazione “Parco produce” di Ancona), che il
sistema è già in fase di costruzione, che una politica nazionale delle aree
protette è possibile.

Carlo Alberto Graziani
Dal Protocollo
con il Comune di Roma alla
prima Conferenza Nazionale
aree naturali protette

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