Un teatro itinerante in mezzo alla natura
Diecimila spettatori al Festival internazionale di Amandola
di Grazia Mandrelli

Da quattordici anni ad Amandola, sul finire dell’estate, tra le viuzze strette e
linde della parte alta del paese o tra i sentieri e boschi dei monti che la
circondano, capita di imbattersi in strani, fantastici personaggi. Sono gli
artisti ospiti del festival internazionale di teatro che, ogni anno, invadono la
cittadina, le sue piazze, le sue case, e naturalmente i suoi teatri: ne ha ben
tre e il quarto, in fase di restauro, è una magnifica “bomboniera”
sette-ottocentesca.
Una manifestazione che ha certamente cambiato lo spessore culturale
della cittadina ed anche quella dei suoi giovani, alcuni dei quali sono
letteralmente cresciuti a “pane e teatro”. Gli ideatori ed organizzatori del
festival, i registri-attori Brigitte Christensen e Marco Di Stefano, insieme
all’amministrazione comunale, non hanno dubbi: teatro e cultura vanno
sempre a braccetto e i risultati si notano già da tempo. L’ultima edizione
del festival si è conclusa il 7 settembre ed il successo di pubblico (oltre
diecimila spettatori in otto giorni) è, con molta naturalezza, seguito alla
bellezza degli spettacoli. Un teatro giocoso eppure impegnato, in cui il
gesto è comunicazione e il sorriso assolutamente protagonista.
Ma oltre a questo, c’è dell’altro. Da qualche edizione il rapporto che questa
importante manifestazione (considerata ormai tra i più prestigiosi
appuntamenti nazionali nel suo genere) ha stretto con la natura che la
circonda, è diventato strettissimo e pieno di sorprese. Quest’anno ad
escursionisti e turisti è capitato di imbattersi all’improvviso, tra i monti, in
magici suoni o in versi della Divina Commedia declamati da attori del
festival che recitavano sul palcoscenico della natura. Ma, ai turisti e agli
amanti del teatro è capitato anche di essere condotti dall’attrice Sista
Bramini tra i boschi, e assistere ad una singolare interpretazione della
“Storia della Ifigenia nella Tauride” di Euripide.
Il festival internazionale di Amandola, però, non è solo questo. In realtà il
rapporto con la natura è sempre stato particolarmente curato dai suoi
direttori artistici. E’ per questo, infatti, che fin dalla prima edizione nasce
una delle sue caratteristiche: il teatro nelle case. In pratica l’artista
straniero si esibisce a casa, o nell’aia o in garage di un’abitazione
amandolese in cambio di una simpatica cena in famiglia. Uno spettacolo
per pochi, dunque, ma che ha lo scopo, e lo ha raggiunto, di integrare la
manifestazione con la realtà territoriale e sociale del luogo che la ospita.
Stesso discorso per lo spettacolo iniziale di tutti i festival, quello realizzato
con il metodo della “community play” in cui le prime trenta persone che si
presentano a Marco Di Stefano e Brigitte Christensen nel periodo di
ferragosto realizzano con loro una rappresentazione teatrale, dopo un lavoro
intensissimo tutto incentrato sul corpo e sul mestiere dell’attore, e
soprattutto, aiutano poi a “costruire” il festival. Insomma Amandola è
davvero al centro di un’animazione culturale che non ha eguali, non solo
all’interno del Parco nazionale ma addirittura in Italia. Amandola, inoltre, è
ufficialmente inserita in una rete internazionale dei festival teatrali ed è
conosciuta per questo in molti Paesi. Ospiti del festival sono stati anche gli
organizzatori di manifestazioni simili realizzate con ben altro budget:
Montreal, Edimburgo, Perigaux. Quel che conta, comunque, è che
Amandola, i Sibillini, l’intero Parco, siano diventati un luogo in cui cultura,
natura e comunicazione la fanno da padroni. Un vero luogo di scambio
culturale e di esperienze teatrali.
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