Progrtto agricoltura sostenibile
un’opportunità per l’agricoltura del Parco

II principi
La Legge Quadro delle Aree Protette, in tema di finalità, recita
testualmente: “applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale
idonei a realizzare un’ integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche
mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici
e architettonici e delle attività agro – silvo – pastorali e tradizionali”.
Nello Statuto dell’ Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini si riprende il
principio e si precisa che “in particolare l’ Ente Parco si propone di (…)
realizzare un modello di sviluppo sostenibile favorendo e riorganizzando le
attività economiche tradizionali, in particolare quelle agricole, zootecniche,
forestali e artigianali, e promovendo lo sviluppo di attività integrative e
turistiche compatibili con le sue finalità”.
Sarebbe estremamente riduttivo affermare che tali enunciazioni sono
soltanto il riconoscimento del ruolo fondamentale che l’ agricoltura e la
zootecnia hanno svolto per il mantenimento delle ricchezze naturalistiche
e paesaggistiche del territorio.
Rappresentano invece un impegno preciso dello Stato e dell’ Ente Parco,
la codificazione della stretta correlazione esistente tra gestione del territorio
e attività agricole. Queste ultime vengono considerate strumento
fondamentale per la conservazione e elemento di ricchezza del territorio.
La salvaguardia, l’ incentivazione, il rafforzamento delle attività agro
– silvo – pastorali divengono così un preciso compito istituzionale (oltre
che dovere morale) degli amministratori delle aree protette italiane e,
nel particolare, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Gli obiettivi
Fino ad oggi l’ Ente Parco ha avviato iniziative volte all’ attenuazione di
singoli problemi del settore, in particolare intervenendo con azioni
specifiche a favore delle imprese per limitare gli effetti negativi
dell’ intrusione di animali selvatici nelle coltivazioni, con l’ indennizzo
dei danni, l’ abbattimento selettivo, l’ intrappolamento, la realizzazione di
recinzioni elettrificate.
Attualmente è in fase di avviamento una nuova iniziativa dell’ Ente,
finanziata con il Piano Triennale delle Aree protette, denominata “Progetto
Agricoltura Sostenibile”.
Con questo progetto il Parco intende ampliare il campo d’ azione, dando lo
start up ad una rete di servizi rivolti agli imprenditori agricoli dell’ Area
Protetta, miranti allo sviluppo di pratiche e di metodi agricoli e zootecnici
ecocompatibili, all’ ottenimento di prodotti di qualità certificata, all’ aumento
del valore aggiunto degli stessi prodotti attraverso la trasformazione e la
commercializzazione in azienda, allo sviluppo della multi – funzionalità
aziendale e, nel contempo, alla definizione e all’ attuazione di opportune
politiche di marketing, all’ integrazione degli attori sociali e delle loro
politiche territoriali.
Le finalità di tali iniziative non possono prescindere da un indirizzo di
conservazione dell’ ambiente proprio dell’ Ente Parco. Tuttavia mai come
in questo caso i principi di conservazione e di potenziamento aziendale
coincidono in un unico indirizzo degli interventi: rafforzare le produzioni di
qualità, valorizzarle, migliorarne l’ identificabilità e facilitarne lo scambio,
sui mercati esterni ma soprattutto in quelli interni all’ area; nel contempo
stimolare lo sviluppo delle imprese in direzione della multifunzionalità
aziendale, con lo sviluppo di attività complementari che possono portare
l’ azienda agraria a rivestire un ruolo centrale nella conservazione, nella
manutenzione e nella fruizione delle ricchezze naturalistiche e
paesaggistiche del territorio.
In questi principi si colloca il concetto di sostenibilità. L’ applicazione
dei metodi dell’ agricoltura e della zootecnia biologica si auspicano e si
stimoleranno non soltanto in funzione del loro basso impatto ambientale,
ma in risposta ad un mercato che esprime richieste in aumento di prodotti
alimentari salubri e “sicuri” oltre che sapidi, effetto diretto di una
consapevolezza crescente del consumatore sull’ importanza della corretta
alimentazione.

Linee generali d’ azione Per l’ attuazione del progetto è ben lontana la logica della ripartizione delle
risorse disponibili. La loro esiguità porterebbe ad aiuti inconsistenti (equa
divisione), alla mancata copertura di tutte le richieste (iniqua distribuzione)
o alla sovrapposizione con altri programmi e linee di finanziamento esistenti
(ad esempio il Piano di Sviluppo Rurale) ed in grado al contrario di
intervenire in maniera consistente sia sulle politiche di integrazione del
reddito che sul potenziamento strutturale.
Al contrario si pensa all’ erogazione di una serie di servizi di supporto
all’ attività di impresa ed alla filiera produttiva, operando per alleggerire il
carico dell’ informazione e della formazione mirata sulla gestione aziendale,
nonché per stimolare la creazione di una serie di rapporti tra tutti i soggetti
istituzionali imprenditoriali locali dei comparti agro – alimentare, zootecnico
e turistico.
Strutturando le interrelazioni nel territorio, semplificando la comprensione
delle politiche di mercato, dei procedimenti per l’ accesso al finanziamento
(pubblico e privato) e in generale delle opportunità imprenditoriali, è
possibile innescare un effetto moltiplicatore degli investimenti, che
rappresenterà la principale valenza del progetto.

Il gruppo di coordinamento
Perché questo meccanismo funzioni c’ è però bisogno di una attenta
gestione e della partecipazione di tutte le parti interessate. Per questo è
stato costituito un gruppo di coordinamento (stanno per essere stipulate le
convenzioni), costituito dal Prof. Carlo Renieri, docente della facoltà di
Veterinaria di Camerino e presidente dell’ Ordine dei Veterinari di Macerata,
dal Dott. Vincenzo Vizioli, Agronomo e presidente dell’ Associazione
Italiana per l’ Agricoltura Biologica (AIAB) e dal sottoscritto in
rappresentanza del Consiglio Direttivo dell’ Ente Parco.
Tra le azioni a carico del gruppo di coordinamento spicca proprio il
coinvolgimento di tutti gli attori locali per l’ attuazione del progetto, oltre alla
definizione del progetto esecutivo, alla guida dei soggetti coinvolti
nell’ esecuzione e alla garanzia per il raggiungimento degli obiettivi.
Un’ attività, quindi, da svolgere durante tutti i tre anni previsti per
l’ attuazione dell’ iniziativa, che permetterà di calibrare le azioni specifiche
in funzione delle necessità espresse dal territorio.
E’ infatti previsto l’ avviamento immediato di una interlocuzione tra il gruppo
di coordinamento e tutte le entità associative e istituzionali presenti sul
territorio, partendo dalle Organizzazioni Professionali Agricole e dalle
Comunità Montane, che contribuiranno nell’ azione di rilievo delle difficoltà
e delle esigenze specifiche del settore, nonché alla messa a punto di
interventi mirati.

I tecnici sul territorio
L’ esecuzione materiale degli interventi sarà affidata ad un gruppo di tre
tecnici, due laureati in scienze agrarie ed un laureato in scienze delle
produzioni animali, che stipuleranno contratti triennali di prestazione
professionale con l’ Ente Parco (due part-time, uno full-time).
A conclusione del progetto il territorio sarà arricchito dalla presenza di
questi tre professionisti con ampia conoscenza delle problematiche
produttive agricole e delle dinamiche di sviluppo.
Il bando per la selezione di queste tre figure professionali, attualmente in
fase di pubblicazione, prevede un sistema di selezione studiato per dar
rilievo, oltre alle competenze tecniche, anche alle capacità relazionali e alle
abilità dei candidati nel realizzare diagnosi territoriali, nell’ ideare e proporre
meccanismi di intervento per il supporto dell’ imprenditoria agricola e per
l’ avviamento di processi concertativi.
Già dalle prime fasi di attuazione del progetto i tre saranno a diretto
contatto con gli imprenditori agricoli nell’ attività cosiddetta di “mappatura
aziendale”, quando si prevede che svolgeranno un lavoro di definizione
puntuale della realtà agricola del Parco mediante l’ assemblaggio dei dati
attualmente disponibili e l’ attività di rilievo in campo.
Punto d’ appoggio e base operativa sul territorio potranno essere le Case
del Parco, che comunque assumeranno un ruolo importantissimo di veicolo
informativo.
Dal contatto con gli operatori agricoli si conta di ottenere le più importanti
informazioni per la definizione del quadro conoscitivo necessario per
calibrare gli interventi specifici. Saranno quindi proprio gli operatori agricoli
del Parco i veri protagonisti della programmazione delle azioni di progetto,
in quanto queste ultime risultanti dall’ interpretazione delle difficoltà e delle
esigenze espresse dai diretti interessati.

Conclusioni
Con il Progetto Agricoltura Sostenibile il Parco Nazionale dei Monti Sibillini,
per la prima volta, affronta nella sua globalità il tema dell’ agricoltura e della
zootecnia nel proprio territorio.
Lo affronta cosciente delle difficoltà storiche del settore, ma con la
convinzione che proprio i principali motivi di queste difficoltà possano
trasformarsi in elementi di peculiarità e ricchezza, non soltanto culturale …
Lo affronta, quindi, puntando tutto sulla qualità, dei prodotti, dei processi,
ma anche dei rapporti nella filiera, ponendosi come interlocutore
consapevole e partecipe, avviando un processo di stimolo e
accompagnamento all’ integrazione tra tutti i soggetti attivi del ciclo, sia
pubblici che privati.
Lo affronta con la convinzione che dalla collaborazione con le categorie
sociali che storicamente si sono rese custodi e manutentori del territorio
possano scaturire le più incisive politiche di conservazione, valorizzazione
e corretta fruizione del Parco.
Lo affronta assumendo i metodi dell’ agricoltura e della zootecnia biologica
come riferimenti fissi, ma non certo per motivi di immagine,
per riesumazioni del passato, o per tendere alla musealizzazione del
proprio territorio, bensì perché riconosce in questi un valore
tecnico – economico ancora non completamente manifestato e che
rappresenta il più avanzato stato della tecnica nel settore, in grado di
esprimere rilevanti potenzialità in termini di sviluppo reale delle popolazioni
rurali montane.
Lo affronta riproponendo un metodo di intervento che non pochi risultati ha
ottenuto nell’ attuazione di altre iniziative: succedendo le fasi di studio delle
problematiche, di concertazione e condivisione preliminare alla definizione
degli obiettivi specifici e del progetto, di gestione partecipata, di valutazione
finale e confronto tra risultati attesi e raggiunti.
Lo affronta ponendo come prioritaria la necessità di lasciare, ad esperienza
conclusa, servizi che si perpetuano nel tempo.
Presupposto fondamentale per la buona riuscita del progetto è la creazione
di un dialogo costruttivo, la diffusione di uno spirito propositivo e di
collaborazione con tutte le parti sociali interessate. Per questo l’ appello va
a tutti gli imprenditori e i rappresentanti istituzionali, che verranno invitati sin
dall’ inizio a condividere le esperienze e le conoscenze maturate con
decenni di attività sul territorio.
Il primo appuntamento sarà a Cupi di Visso, in occasione dell’ ottava
edizione di “Sibilla e Ovini”. Nel calendario della manifestazione di
quest’ anno, che si svolgerà dal 31 agosto al 2 settembre, è infatti prevista
la presentazione ufficiale del “Progetto Agricoltura Sostenibile” del Parco
Nazionale dei Monti Sibillini.

Alfredo Virgili
Il passaggio del millennio
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