Il Parco dei Sibillini e la Carta Europea
del turismo sostenibile

Si è svolta ad Amandola la Prima conferenza sul turismo
del Parco Nazionale dei Monti Sibillini
di Antonella Franceschini

Il Parco dei Sibillini ha adottato “La Carta Europea del turismo sostenibile”,
riferimento obbligatorio della politica turistica delle aree protette dell’Unione
Europea, e lo ha fatto posizionandosi tra i parchi pilota dell’intero territorio
nazionale. Attraverso questo documento, non semplice codice etico ma
strumento concreto di crescita economica e sociale, il Parco vuole
diventare un territorio di eccellenza in tema di turismo sostenibile e
sviluppare un mercato turistico realmente sensibile e rispettoso della
natura.
“L’Ente Parco – afferma il presidende Carlo Alberto Graziani – vuole che il
turismo sostenibile non resti solo un’affermazione di principio, ma diventi
una pratica di salvaguardia delle risorse naturali, culturali e sociali,
di sviluppo economico positivo ed equo di questo territorio, di piena
realizzazione delle persone che vivono, soggiornano ed operano in esso”.
Movendosi in questa precisa direzione, l’Ente Parco, grazie alla consulenza
di Acta e di The Tourism Company (due organizzazioni leader nel settore
del turismo sostenibile), ha cominciato ad avviare, già dallo scorso anno,
le prime azioni destinate alla definizione di una strategia quinquennale di
sviluppo turistico sostenibile e di un programma specifico di attività per
e con il territorio.
Procedure di ascolto, interviste mirate, sopralluoghi, questionari e incontri
con cooperative e gestori delle Case del parco hanno permesso di definire
una diagnosi dei bisogni dell’area e di identificare i principali punti di forza
e di criticità del Parco rispetto allo sviluppo turistico.
Questo rapporto diagnostico è stato presentato ufficialmente in seno alla
“Prima Conferenza sul Turismo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini”,
svoltasi ad Amandola lo scorso 16 marzo. Senz’altro promettenti per il
futuro sviluppo turistico del Parco sono stati i dati presentati in
quell’occasione dai rilevatori di Acta: più di centomila arrivi all’anno e
seicentomila presenze ufficiali, novemila al giorno nel solo mese di agosto,
con un incremento costante, dal 1993, del 21%; duecento miliardi il valore
economico stimato all’anno in relazione all’affòissp deo tirosto attivi.
Dunque cifre significative che evidenziano una realtà turistica già
consolidata.
“Alla sfiducia di chi pensa che la strada per arrivare allo sviluppo sia troppo
difficile – ha sottolineato in apertura dei lavori il Presidente Graziani – si
contrappongono dei punti di forza da non trascurare: tra questi i giovani
e la cooperazione fra le istituzioni”. Di fatto, conferma dell’importanza della
sinergia tra enti per lo sviluppo turistico di un’area a rilevanza ambientale è
stata data anche da Josè Maria Pratz, responsabile del parco catalano
della Garroxta, parco pilota nell’attuazione della carta europea del turismo
sostenibile e quindi splendido esempio da imitare.
La Garroxta, la sola zona vulcanica ben conservata di tutta la penisola
iberica, con i suoi soli dodicimila ettari e trentatremila abitanti, è visitato da
oltre sessantamila studenti all’anno e vanta un forte sviluppo turistico;
fattore decisivo l’applicazione della Carta.
“Questo riferimento comunitario – ha detto Maria Pratz – contribuisce a
dare una maggiore credibilità nei confronti degli enti finanziatori, costituisce
un’attrattiva per i visitatori europei ed uno strumento per rendere più coeso
il territorio. Ci obbliga a lavorare in comune ed implica una forte
collaborazione in rete con altri territorio”.
Ma le strategie di sviluppo non possono prescindere da una precisa
pianificazione turistica. In tal senso sono state preziose le osservazioni
e le aspettative espresse in merito dagli operatori turistici presenti alla
conferenza. Affinché il turismo diventi il motore dell’economia del Parco
saranno necessarie, a loro avviso, una serie di interventi mirati come la
formazione professionale degli stessi operatori, anche attraverso la
possibilità di viaggiare e confrontarsi; la diversificazione dell’offerta a
seconda dei vari target; la promozione dei servizi qualificati, spesso non
ben pubblicizzati; l’attivazione di un ufficio di coordinamento dei vari
albergatori, anche per meglio far conoscere le opportunità di strutture
ricettive all’interno del parco a criteri ecologici, come ad esempio la raccolta
differenziata dei rifiuti; la predisposizione della sentieristica, magari in
collaborazione con le Comunità Montane, e di piste ciclabili; il
miglioramento della viabilità e dei trasporti…
E’ chiaro, queste sono state solo delle proposte, ma gli operatori hanno
dichiarato la massima disponibilità a collaborare con il parco per accelerare
la loro attuazione. Motivati da questo intento, dopo la conferenza di
Amandola, hanno così accettato di partecipare ad una serie di altri incontri
a cadenza regolare, per concordare le modalità operative e individuare le
iniziative prioritarie da promuovere ed intraprendere nei prossimi mesi.

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