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Il recupero di Palazzo
Leopardi a Montefortino
Un progetto per far rivivere
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Norcia: il Complesso
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Interventi nella Valle
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Le favolose fioriture del Parco
Fuochi all’aperto: verso
una semplificazione delle
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Il Piviere tortolino:
storia di un incontro inatteso
L’Atlante degli uccelli
nidificanti
Nuove prospettive
per l’economia del Parco
L’esperienza Varnelli
tra passato e futuro
Economia e territorio:
il Marchio del Parco
Il sito del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini
Tecnologia Open Source
per i portali del Parco
L’Associazione delle guide
del Parco
Economia e territorio: il Marchio del Parco

Dal 21 marzo 2006 è entrato in vigore il “Regolamento per la concessione
dell’Emblema e della denominazione del Parco Nazionale dei Monti
Sibillini” che può essere consultato nel sito www.sibillini.net alla voce
Ente e attività. Un regolamento che, in armonia con le linee di sviluppo
del Parco affermatesi negli ultimi anni, vuole contribuire a rendere
protagoniste le realtà economico-imprenditoriali dei Sibillini: dalle imprese
che operano nei settori dell’agricoltura, dell’agro-alimentare, delle acque
minerali e dell’artigianato a quelle delle attività ricettive e di ristorazione.
A tal fine il Regolamento ha individuato dei criteri generali lasciando poi
a protocolli settoriali la definizione degli aspetti specifici di ogni attività.
In ogni caso, per consentire ai turisti e ai visitatori del Parco di avere
un’informazione appropriata sui servizi o prodotti offerti, ma anche sulle
attività che maggiormente rispettano l’ambiente e che meglio si integrano
con il patrimonio storico culturale locale, è stato previsto un apposito
sistema di classificazione. Il logo del Parco è stato cioè declinato
secondo tre differenti tipologie: d’oro, d’argento e di bronzo.
L’obiettivo è quello di promuovere un positivo interesse da parte degli
operatori economici più attenti e lungimiranti, spingendoli a “conquistare”
il logo d’oro con il fine di coinvolgerli e fare in modo che essi sviluppino,
sempre più, un ruolo positivo ed attivo a favore del territorio. In questo
modo il logo potrà veramente rappresentare un utile strumento anche
nel quadro di una politica di un progressivo miglioramento della qualità
ambientale generale dei Sibillini.
Nell’ottica di sviluppare un dialogo costruttivo con il territorio, è stato
definito come ambito di operatività il territorio di tutti i 18 comuni del
parco, senza limitarsi ai confini dell’area protetta in senso stretto.

Il protocollo per la concessione dell’emblema e della
denominazione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini nel settore
agricolo, agro-alimentare e delle acque minerali
Questo protocollo stabilisce principi e standard per la concessione d’uso
dell’emblema e della denominazione del Parco Nazionale dei Monti
Sibillini nel settore agricolo, agro-alimentare e delle acque minerali.
I requisiti essenziali per la concessione sono stati individuati in modo da
assicurare che il riconoscimento avvenga a favore di agricoltori, imprese
agricole ed aziende agro-alimentari del territorio (ivi comprese quelle di
imbottigliamento di acque minerali), che oltre ad operare in coerenza con
le finalità istitutive del Parco, si impegnano alla progressiva riduzione
dell’impatto delle loro attività sull’ambiente.
In particolare, e proprio in relazione al livello di integrazione di tali aziende
con la realtà ambientale e socio-economica locale, la denominazione e
l’emblema del Parco sono concessi a:
• prodotti agricoli ottenuti con i metodi dell’agricoltura biologica ai sensi
del Regolamento CEE 2092/’91;
• prodotti agricoli a denominazione d’origine protetta (DOP), Indicazione
Geografica Protetta (IGP), alle Specialità Tradizionali Garantite (STG) di
cui ai Regolamenti CEE 2081/’92, 2082/’92 o analoghi, riconosciuti
dall’U.E.;
• prodotti agro-alimentari ovvero trasformati la cui azienda di produzione
è dotata di un sistema di certificazione ambientale ISO 14001 o Emas
e provenienti da “agricoltura biologica” ai sensi del Reg. CEE 2092/’91;
• prodotti agro-alimentari ovvero trasformati e provenienti da agricoltura
biologica ai sensi del Reg. CEE 2092/’91;
• prodotti agro-alimentari ovvero trasformati la cui azienda di produzione
è dotata di un sistema di gestione ambientale certificato ISO 14001 o Emas.
• acque minerali la cui azienda sia dotata di un sistema di gestione
ambientale certificato ISO 14001 o Emas.
Il Regolamento prevede altresì che concorrono ad arricchire l’offerta del
Parco anche i prodotti riconosciuti come “tradizionali e tipici” dell’area
dei Sibillini, previa definizione dei processi di autocontrollo sulle modalità
di produzione da parte di enti locali o associazioni.
Tale azione si integra con quella già attivata negli scorsi mesi che ha
portato alla individuazione di circa 70 aziende agricole del territorio del
parco. Aziende che, oltre ad aver attivato un percorso di sostenibilità
ambientale, di tradizionalità e qualità, oggi possono garantire ai turisti e
visitatori in genere, la vendita diretta dei loro prodotti agricoli (per maggiori
informazioni consultare il sito www.sibillini.net alla voce “Un Parco
da…..gustare” o l’omonima pubblicazione). Si tratta di agricoltori che,
orgogliosi del proprio lavoro e della propria azienda agricola, della
capacità di saper fare e vivere in sintonia con il mercato, hanno voluto
raccontare al pubblico la loro storia, le tradizioni di una vita, e la passione
con cui si dedicano instancabilmente al proprio lavoro. È dunque grazie
a persone come loro che la montagna, ancora oggi, è un luogo
straordinario in cui l’agricoltura è diventata cultura della tradizione,
sapienza antica che ha saputo tramandare usi, consuetudini e metodi e
che quindi costituisce oggi un valore straordinario ed inscindibile dalla
stessa realtà del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Il protocollo per la concessione dell’emblema e della
denominazione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini alle
attività ricettive e di ristorazione
Anche in questo caso, i requisiti essenziali per la concessione
dell’emblema e della denominazione del Parco sono stati individuati in
modo da assicurare che il riconoscimento avvenga a favore di attività
ricettive e di ristorazione che, oltre ad operare in coerenza con le finalità
istitutive del Parco, abbiano adottato misure volte a migliorare la
sostenibilità ambientale, economica e sociale della loro attività, in
relazione all’ambiente ed in particolare, alla specificità del territorio del
Parco e alle esigenze delle comunità locali.
Tra i requisiti essenziali, suddivisi in sei aree tematiche, troviamo misure
per:
• mitigare l’impatto ambientale e a favorire il risparmio energetico: due
parametri di particolare rilevanza soprattutto nell’ambito di un’area
protetta, che influenzano peraltro direttamente anche l’esperienza e la
qualità della visita dei turisti e che possono assicurare anche un sicuro
risparmio economico agli operatori;
• impiego di personale residente: si tratta di un importante fattore dal
punto di vista sociale con il quale si vuole contribuire a far fronte alla
progressiva diminuzione della popolazione nel territorio montano;
• attività di comunicazione: rappresentano un formidabile strumento di
conoscenza del territorio da integrare progressivamente con la politica di
promozione avviata dal Parco;
• accessibilità della struttura: elemento in grado di dare risposte concrete
alle richieste di una vasta categoria di “turisti speciali” che, sempre più,
richiedono servizi e risposte adeguate al loro interesse oltre che capacità
diversificate di scoprire ed apprezzare l’ambiente ed il territorio;
• utilizzo di prodotti locali nella ristorazione: questo importante parametro
si pone in linea con l’obiettivo del Parco di promuovere una filiera corta,
ovvero di mettere in diretto e stretto contatto gli agricoltori con le
produzioni tipiche alle numerose strutture ricettive esistenti sì da favorire,
un processo virtuoso che contribuisca a determinare da un lato,
miglioramento dello status socio-economico degli imprenditori agricoli e
dall’altro, di offrire ai visitatori prodotti che siano reale espressione della
cultura, della storia e delle tradizioni del territorio.
Il protocollo mira anche a stimolare un processo di continuo
miglioramento delle strutture e dei servizi orientando i gestori a diventare
non semplici concessionari di un marchio, ma veri e propri fornitori di
qualità ambientale del Parco. Per questo è stato previsto un “Piano di
miglioramento” con il quale ciascun gestore s’impegna a raggiungere,
nel periodo di concessione, ulteriori obiettivi di qualità ambientale, sociale
ed economica.
Anche per il protocollo di questo settore è prevista una classificazione di
merito progressiva. Grazie al piano di miglioramento, che gli stessi
gestori elaboreranno, qualora la categoria d’ingresso sia quella meno
prestigiosa, l’attività potrà progressivamente crescere e svilupparsi sino
a conseguire il livello previsto per le categorie superiori.
La concessione non comporta tuttavia soltanto oneri per i gestori.
Nel Protocollo, infatti, il Parco si assume espressamente alcuni impegni
che riguardano, in particolare, l’attenta opera di promozione delle attività
che hanno ottenuto la concessione dell’emblema. Fra queste la
realizzazione di una banca dati delle attività concessionarie che sarà
resa disponibile su internet, la produzione di materiale promozionale,
pubblicazioni e inserzioni su riviste specializzate, il coinvolgimento e la
promozione delle aziende nell’ambito di iniziative, attività e progetti svolti
dal Parco.
La concessione dell’emblema e della denominazione del Parco Nazionale
dei Monti Sibillini è quindi un altro importante passo che l’Ente e gli
operatori turistici debbono muovere insieme per garantire uno sviluppo
sostenibile del territorio, confermando l’intento comune, già espresso in
fase di elaborazione della Strategia redatta in attuazione della Carta
Europea del Turismo Sostenibile, di conservare le straordinarie risorse
dei Sibillini riuscendo nel contempo a promuovere e favorire un attento
sviluppo sociale ed economico del territorio.

Alfredo Fermanelli
Simona Palanca
Maria Laura Talamè


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