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Vivere con rispetto la natura dei Sibillini
Quale occasione migliore dell’estate per vivere i colori, i paesaggi,
i profumi del Parco Nazionale dei Monti Sibillini? Come vivere veramente
questo territorio dove la leggenda, la natura e il lavoro dell’uomo hanno
creato un paesaggio tanto unico quanto straordinario?
Numerose sono le possibilità offerte ad ogni visitatore del parco:
dai percorsi in “immersione completa” nella natura come il Grande Anello
dei Sibillini, sentiero escursionistico di 120 km da percorrere in una
settimana, al Grande Anello in Mountain Bike, itinerario lungo ben 160
km. Chi vuole però scoprire la realtà dei Sibillini privilegiando, per gli
spostamenti più lunghi, l’automobile, trova nella Grande Via del Parco
una proposta particolarmente interessante: un itinerario assai suggestivo
che conduce fra le valli e i paesi di queste terre che il famoso poeta
Giacomo Leopardi amava definire i “Monti Azzurri”. Qui il turista più
attento non può certamente perdere l’occasione per fermarsi ed
ammirare gli incredibili Santuari immersi nel verde di altopiani quasi
sconfinati, come quello di Macereto, tempio dalle antiche forme
bramantesche o ancora antiche chiese romaniche che hanno una forza
espressiva senza pari, quale quella di S. Giusto nel piccolo paesino
di S. Maroto, o gli eremi isolati, letteralmente incastrati nella roccia,
come quello del Fiastrone.
Come non rimanere poi affascinati dagli elementi di notevole pregio
culturale che si scoprono l’uno dopo l’altro, quasi come in un rosario,
lungo i Sentieri Storici presenti in tutti i comuni del parco? Antichi teatri,
nobili edifici, scorci panoramici spesso inaspettati, surreali, quasi
magici, forse perché modellati dalla stessa maga Sibilla che in questo
territorio aveva il suo grandioso regno. Ed ancora interessanti musei
come la Pinacoteca di Montefortino, vero e proprio piccolo Louvre dei
Sibillini o il Centro visita del territorio (museo antropogeografico) di
Amandola dove si possono riscoprire la storia e le vicende dell’uomo
che hanno così fortemente contribuito a disegnare anch’essi la realtà
di queste montagne.
Altrettanto affascinanti sono i centri visita dedicati alla fauna come
quello di Castelsantangelo sul Nera in cui il cervo, reintrodotto dal Parco
nel 2005, è l’indubbio protagonista. Ugualmente importante è l’area
faunistica di Bolognola dove è oggi possibile ammirare alcuni esemplari
di Camoscio, vero e proprio signore dell’ambiente delle rupi, oggetto
di un progetto di reintroduzione avviato in collaborazione con i parchi
dell’Appennino centrale e promosso in considerazione della situazione
di estrema criticità della sua popolazione in Italia.
Immancabile è senz’altro la sosta lungo uno dei tanti piccoli ristoranti
dei Sibillini, dove si possono gustare i prodotti tipici del territorio come
le inimitabili lenticchie di Castelluccio o l’inconfondibile ciauscolo,
salume spalmabile che, probabilmente, è il più antico salume d’Italia.
Si può poi proseguire percorrendo uno dei 19 Sentieri natura realizzati
nei pressi di tutti i comuni del Parco. Sembrerà impossibile ma qui,
a pochi km dai più grandi centri urbani dell’Italia Centrale, i più fortunati,
avranno la possibilità di fare incontri quasi da favola, con animali che
si potrebbe credere vivano solo in paradisi oramai perduti o unicamente
nei libri delle favole dei nostri figli. Ecco allora il guizzo di un capriolo
che fugge saltellando per un verde prato, o l’inimitabile ululato del lupo,
od ancora il bramito del cervo, indiscusso signore dei boschi.
L’ escursionista non può poi non rimanere ammirato dai funambolici
salti degli scoiattoli e guardare, quasi con invidia, il nobile volo
dell’aquila che, solo con un dolce soffio di vento, riesce a percorrere
l’intera catena montuosa del parco lunga ben oltre 20 km!
Un solo impegno deve però restare fermo nel cuore e nel comportamento
di chi visita questo territorio: saper comprendere e quindi rispettare
la sua fragilità e bellezza. D’altra parte un minimo di autolimitazione
per proteggere questi ambienti è assolutamente necessario come,
ad esempio, evitare l’accensione di fuochi, parcheggiare sui prati lungo
i Piani di Castelluccio o di Ragnolo, campeggiare al di fuori delle aree
appositamente autorizzate, abbandonare rifiuti o raccogliere fiori,
particolarmente se di specie rare e pregiate, come la genziana o
la stella alpina dell’Appennino che cresce unicamente in aree
estremamente localizzate. A tal fine il Parco, con la collaborazione
del Corpo Forestale dello Stato e degli altri agenti di polizia locale,
è sempre più impegnato in un’attenta difesa dell’ambiente proprio perché
la salvaguardia di questi valori sono il presupposto fondamentale per
una valorizzazione e uno sviluppo reale e duraturo del territorio.
Proteggere i paesaggi, la flora e la fauna vuol dire infatti tutelare anche
la realtà socio-economica locale perché essa poggia le basi
fondamentali proprio sull’inimitabile valore delle risorse paesaggistiche
e naturali di questo territorio. Un impegno per tutti è quindi quello di
saper apprezzare senza distruggere, capire le delicate relazioni che
legano l’uomo all’ambiente ed ai fragili equilibri degli ecosistemi dei
Sibillini: si tornerà così a casa con la soddisfazione nel cuore di aver
contribuito, con la propria visita, a valorizzare il territorio del parco senza
arrecare alcun danno e ben sapendo che le aree protette non sono solo
un’occasione di “ri-creazione spirituale” ma anche un contributo
formidabile alla salvaguarda degli ecosistemi fondamentali alla vita
stessa del nostro pianeta.
Alfredo Fermanelli
(Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini) |