Idroelettrico: esperienze a confronto di piccoli produttori Nel bilancio energetico italiano le energie rinnovabili ricoprono un ruolo marginale, contribuendo solo per il 7.8% alla produzione energetica nazionale; più della metà (52%) di questa fetta proviene dallenergia idroelettrica, tradizionalmente la forma di energia rinnovabile più in uso nel nostro paese. Il giornale del parco, nellambito di una piccola inchiesta sulle energie rinnovabili, esaminò la produzione di un grande impianto idroelettrico come il Lago di Fiastra (cfr. Voci dal Parco n.2/2003, www.sibillini.net); oggi presentiamo ai lettori due esperienze di privati che sfruttano lenergia idraulica per la produzione di corrente. Gallo Ciaffoni, nel 1994, ha iniziato a restaurare un bellissimo mulino fortificato del 1400, uno dei pochi esempi rimasti in Italia di questa tipica architettura medievale; oggi è un signorile agriturismo che si trova lungo il corso del Tenna, a Montefortino, dove lo incontriamo. La mia era una famiglia di mugnai - ci racconta - e questa è stata la nostra attività principale fino al 1993. Nel restauro abbiamo mantenuto la macina a pietra, che ancora utilizziamo per produrre le farine di mais o integrali con cui cuciniamo per i nostri ospiti, ma abbiamo pensato di sfruttare lenergia idraulica per produrre corrente.. Il signor Ciaffoni ha prestato unattenzione quasi maniacale ai dettagli nel restauro dello splendido mulino fortificato; mi mostra il piano basso dellagriturismo, leggermente seminterrato, dove si trova la turbina; in un locale adiacente ha lasciato, intatto, lingranaggio a palmenti che trasformava la forza dellacqua in energia cinetica, sfruttata per far girare le possenti macine in pietra. Osservo affascinato; di colpo lingranaggio comincia a girare ed ecco uscire Gallo dal locale accanto con un sorriso soddisfatto: è tutto ancora perfettamente funzionante. È stata una grande idea quella della centrale idroelettrica: i miei ospiti sono molto affascinati dallautonomia energetica dellagriturismo.. Come noi, daltra parte. Veniamo ai dettagli tecnici dellimpianto che alimenta il suo agriturismo e che gli permette di vendere elettricità, pulita, al Gestore nazionale, ricavandone un introito con cui, in pochi anni, ha coperto linvestimento iniziale. Lacqua, incanalata per 500 metri, compie un salto di 10 metri e alimenta il generatore. Ho una concessione di 800 litri/secondo, la punta massima di produzione è di 100 Kilowatt/ora ma stiamo parlando di cifre nominali: per garantire il Deflusso Minimo Vitale imposto dal nuovo disciplinare delle acque del Parco, la concessione è, in sostanza, variabile. Durante la scorsa estate, particolarmente siccitosa, ad esempio, limpianto è rimasto praticamente fermo.. Ci soffermiamo a parlare delle problematiche ambientali legate a questo tipo di impianti e scopriamo che Gallo è molto attento a questi temi: lacqua che utilizziamo non subisce alcun tipo di trasformazione, non viene scaldata né viene a contatto con lubrificanti vari. Grazie ad uno sbarramento molto piccolo e a uno sghiaiatore, che non è altro che un piccolo deposito di sedimenti, facciamo in modo che il materiale sedimentario del fiume venga restituito immediatamente al corso naturale. Una griglia posta allingresso della condotta impedisce lingresso del pesce e di altri materiali solidi. Tra questi, purtroppo, recuperiamo anche una certa quantità di rifiuti facendo, così, anche una piccola opera di bonifica del fiume.. Durante questi mesi dellanno lagriturismo è chiuso e Gallo Ciaffoni ne approfitta per effettuare alcuni lavori che coinvolgeranno anche limpianto idroelettrico: Abbiamo acquistato una turbina nuova fiammante che presto sostituirà quella attuale; È allo studio la costruzione di una scala di risalita del pesce, che consentirà alla fauna ittica di superare la piccola barriera di derivazione. Metteremo presto anche il misuratore di portata per il monitoraggio continuo: mensilmente verrà trasmesso un rapporto al Coordinamento Territoriale per lAmbiente.. Il nostro incontro volge al termine e, salutato il Signor Ciaffoni, appassionato e convinto produttore di energia pulita, mi reco a Castelsantangelo sul Nera per incontrare Paolo Angelini. Da un versante allaltro del Parco per documentare due esperienze simili ma animate da uno spirito diverso. Paolo Angelini, infatti, ha speso la sua vita dietro alla centrale idroelettrica di famiglia; a stento nasconde lemozione mentre ci accoglie nel cortile delledificio addossato alla montagna, a poche centinaia di metri dalla sorgente del Nera. Ci lasciamo travolgere dallentusiasmo e ci perdiamo subito in discorsi tecnici: Questa è la turbina a reazione Francis, marca Calzoni, dei primi anni del secolo scorso: trasforma la forza dellacqua in energia cinetica. Questo è il trasformatore, collegato alla turbina tramite la puleggia, che genera la corrente; questo è il quadro, bellissimo, in marmo.... Girando il vistoso interruttore in legno, lenergia elettrica entrava nelle case di Castelsantangelo e di tutte le sue frazioni; da una torretta sul tetto partiva la linea elettrica: era il 1911 quando prese a funzionare la centrale costruita dallIngegner Leonardo Paradisi; di lui, il Signor Angelini ci racconta di come fosse un suo vanto aver illuminato le case di un paesino di montagna quando nel rione romano da cui proveniva non cera ancora la corrente. Quando mio padre tornò dallAmerica - racconta Angelini - investì i soldi guadagnati rilevando la centralina in società con il signor Funari. La turbina girava giorno e notte e alimentava anche un mulino che, allepoca, garantiva senza dubbio lintroito maggiore. Si rammarica di non aver avuto modo e tempo per restaurare il bellissimo mulino, situato nella stanza più grande delledificio che ospita la centrale, ma si capisce subito il perché: Ho impiegato circa dieci anni ma ho restaurato tutto da solo, anche ledificio, che è praticamente finito ho rifatto anche il tetto da solo! Manca solo la condotta dellacqua, che va sostituita integralmente, poi la centralina tornerà finalmente a funzionare. È dal 1970 che è ferma, da quando sono comparsi i primi frigoriferi, le prime televisioni: lENEL rilevò solo la linea elettrica visto che la centrale non era più sufficiente a coprire il fabbisogno del paese.. Prima di iniziare il restauro, Angelini ha dovuto rilevare la parte del socio e poi quella dei fratelli; nel frattempo, passati trentanni, è scaduta la concessione e così ha dovuto fare una nuova richiesta: Per sfruttare appieno le potenzialità della turbina avrei dovuto chiedere una concessione di 300 l/s che avrebbe generato 50 Kw/h ma in questo primo tratto il Nera è poco più di un torrente, ha una portata media di 800 l/s. Più si scende valle, inoltre, e più i prelievi sono consistenti: centrali idroelettriche, captazioni, troticolture Così ho pensato di andare sul sicuro e chiedere solo 100 l/s per generare 15 kw/h costanti. Il mio obbiettivo, daltronde, è quello di ridare vita a questo piccolo gioiello.. Lacqua compie un salto di 16 metri e la turbina, grazie al sistema Francis, oltre alla caduta sfrutta anche la reazione che si crea dopo il rilascio, che avviene in un ambiente chiuso: in questo modo lacqua, compressa nel passaggio nel girante, genera una specie di effetto vuoto che contribuisce anchesso ad aumentare la forza della turbina. Lacqua viene raccolta sotto al pavimento della centrale, cè un locale, alto pochi metri, pieno dacqua. Da qui parte un piccolo canale di rilascio al fiume che avviene proprio qui davanti, dallaltra parte della strada ci dice mentre ci mostra il percorso dellacqua. Adesso non resta che sapere quando potremo venire a vedere la centrale in funzione: Al massimo entro un anno conto di aver terminato i lavori della condotta ed essere, quindi, già in produzione la sua speranza. Paolo Angelini vive nella casa che ha costruito proprio accanto alla centrale, alla fine dellintervista mi viene spontaneo chiedergli se, una volta in funzione, il rumore della turbina potrà disturbare la quiete di questo pacifico posto: Il rumore? - gli si illuminano gli occhi, quasi come se lo avesse ancora impresso - È silenziosissima, un leggero e dolce sibilo. Di notte mi capita spesso di sognarlo Michele Sensini |
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