Risultati del Piano Triennale Andamento della popolazione Le stime della popolazione di cinghiale vengono condotte annualmente con il metodo dellosservazione diretta in aree campione opportunamente scelte e rappresentative del territorio del Parco, con lausilio degli operatori di selezione e degli agenti del C.F.S.. I risultati di tali stime degli ultimi 4 anni hanno evidenziato una sensibile riduzione del numero di cinghiali rispetto agli anni precedenti, dovuta anche agli interventi di prelievo, seguita da una fase di sostanziale stabilità, con una popolazione variabile stimata tra circa 2000 e 2800 individui (fig. 1). Prelievo selettivo A fronte di tale entità di popolazione i contingenti di cinghiali abbattuti con il prelievo selettivo variano tra 655 (nel 2004) e 289 (nel 2006). Per ogni anno è stato definito un programma di contenimento basato sulla consistenza e sui dati riproduttivi della popolazione, oltre che sui risultati dei vari monitoraggi condotti, e che stabilisce gli obiettivi numerici di cinghiali da abbattere. Le aree in cui si è registrato il prelievo maggiore sono risultate in genere quelle di Fiastra e di Norcia. Danni alle coltivazioni In conseguenza della riduzione della popolazione di cinghiali, anche lentità dei relativi danni alle colture - tradotti in indennizzi pagati dal Parco - risulta sensibilmente diminuita rispetto ai primi anni del Programma Quinquennale, raggiungendo il livello minimo nel 2005. Gli indennizzi maggiori sono risultati quelli relativi ai danni alle castagne e alla coltura pregiata per eccellenza: la lenticchia di Castelluccio IGP. Le colture maggiormente colpite in termini di estensione danneggiata sono invece, con sensibili variazioni di anno in anno, erba medica, foraggio ed orzo. Inoltre, al fine di valutare il rapporto tra superfici coltivate e danni, è stato selezionato un campione di Aziende.. Scelta dellhabitat Sulla base dei dati sulla presenza del cinghiale raccolti su 229 chilometri di transetti ripetuti stagionalmente per tre anni, si è potuto descrivere dettagliatamente lutilizzo dei diversi habitat da parte del cinghiale. In particolare, si è evidenziato che la specie seleziona positivamente le categorie forestali, con particolare preferenza per le foreste riparali e di querce, mentre mostra minore predilezione per le faggete, utilizzate in proporzione alla loro offerta; anche i coltivi sono attivamente scelti; mostra di gradire meno lambiente di pascolo, le praterie e la vegetazione dei campi abbandonati. Sulla base delle scelte ambientali effettuate nel Parco è stata elaborata anche una carta di preferenza ambientale (fig. 2, dove maggiore è il valore dellIndice di Abbondanza Teorico, maggiore è la preferenza ambientale) che mostra come il cinghiale abbia habitat favorevole soprattutto in una ampia fascia marginale rispetto al cuore del Parco e in stretto contatto con il territorio esterno allarea protetta. Monitoraggio dellofferta alimentare forestale Nellambito di questa ricerca è stato analizzato il prodotto forestale rappresentato da ghiande, castagne e faggiole, che rappresentano alcuni dei principali alimenti del cinghiale la cui abbondanza, pertanto, può influire sulla riproduzione di tale specie, nonché sui danni alle colture. Dai dati finora ottenuti, risulterebbe che negli anni ad elevata produzione forestale - i cosiddetti anni di pasciona - vi sia una anticipazione e un prolungamento della stagione riproduttiva, ma non vi sono evidenze di un aumento dei casi di duplice riproduzione descritta in bibliografia. Monitoraggio delle precipitazioni nevose e temperature Il confronto tra landamento della popolazione di cinghiale e le condizioni meteorologiche nei diversi anni ha confermato che la persistenza della copertura nevosa ha rappresentato il principale fattore limitante per la specie. Il Prelievo selettivo I metodi utilizzati Per il contenimento della popolazione di cinghiale nel Parco vengono utilizzati due metodi: labbattimento selettivo con arma da fuoco ad anima rigata ed ottica di precisione e il trappolamento. Il primo consiste nel cercare di abbattere gli individui in surplus con una tecnica individuale di appostamento ed attesa, spesso attirando i cinghiali in luoghi prestabiliti con lausilio di pasture e offerte alimentari. Il secondo metodo, invece, prevede la cattura dei cinghiali in apposite trappole (ne esistono di due tipi: fisse e rimovibili) in grado di catturare anche interi branchi, sempre attirandoli con offerte alimentari. Finora, il Parco ha autorizzato lattivazione di 16 trappole (unità di cattura) distribuite prevalentemente nelle aree agricole dellarea protetta (fig. 3). Le modalità di svolgimento degli interventi di controllo numerico sono disciplinati dal Regolamento del prelievo selettivo del cinghiale approvato con DCD n. 4/2002 e s.m.i., disponibile sul sito www.sibillini.net. Gli operatori di selezione Il braccio operativo negli interventi di abbattimento è rappresentato dal gruppo degli operatori di selezione abilitati dal Parco in seguito alla frequentazione di un corso teorico e pratico organizzato dal Parco e al superamento di un esame basato su prove, anchesse teoriche e pratiche. Finora gli operatori di selezione iscritti allAlbo sono 155, scelti tra cacciatori prevalentemente residenti nei Comuni del Parco. Essi sono suddivisi in gruppi che svolgono le attività nei sette settori di prelievo. Il coinvolgimento dei cacciatori in queste operazioni è fondato sia sulla loro conoscenza del territorio e delluso delle armi da fuoco, sia sullassenza di personale a tal fine specializzato operante nellambito del Parco e del CFS. Gli interventi di trappolamento avvengono con il coinvolgimento diretto degli agricoltori, i soggetti che più di altri subiscono i danni arrecati dai cinghiali. Anche tali operatori dovranno essere appositamente formati e abilitati a cura del Parco. Il Piano triennale di gestione del cinghiale 2008 - 2010 È in fase di approvazione il nuovo Piano di gestione del cinghiale per il triennio 2008 - 2010. Esso segue le orme del precedente Piano, basandosi sui risultati raggiunti, ma introduce anche alcune novità. Innanzitutto, nellambito degli interventi di controllo numerico, in attuazione anche di quanto raccomandato dallIstituto Nazionale per la Fauna Selvatica, limpiego dei recinti di cattura, gestiti direttamente dagli imprenditori agricoli, dovrà assumere un ruolo più importante rispetto agli anni scorsi. Questa tecnica, infatti, oltre a coinvolgere i soggetti che dal cinghiale subiscono danni, può essere vantaggiosamente adottata anche nei periodi o nelle situazioni, come allinterno dei boschi, in cui labbattimento selettivo è difficilmente praticabile. Inoltre, verranno avviate specifiche attività di monitoraggio del capriolo che con il cinghiale condivide ambienti e spazi simili. Particolare attenzione è stata posta sulla valutazione dellincidenza che gli interventi di controllo possono avere nei confronti delle specie e degli habitat dei siti Natura 2000 senza dimenticare, in particolare, che il cinghiale rappresenta la principale preda del lupo, specie di interesse comunitario prioritaria ai sensi della direttiva habitat 92/43/CEE. Enrico Cordiner (Laboratorio di Ecologia Applicata) Alessandro Rossetti |
|||
|
|||
I numeri pubblicati | home |