I confini delle aree protette:
il caso elblematico di Ragnolo
Il nostro punto di vista
sulle energie rinnovabili
Bioedilizia, solare termico
e biomassa: un modello
di efficienza energetica
Idroelettrico:
esperienze e confronto
di piccoli produttori
Gestione del cinghiale:
risultati del Piano triennale
e prospettive future
Risultati del Piano Territoriale
Il Parco aderisce
al Programma di Azione
per la tutela
dell'Orso Marsicano
Le trappole fotografiche
per il monitaraggio
della fauna
Il Programma triennale
di conservazione del lupo
e di altri carnivori
Tre giorni con i lupi
Strategia per lo sviluppo
turistico sostenibile:
si chiude il quinquennio
attuativo
Le novità nel settore
turistico per il 2008
Uno sguardo sulle attività
nel 2008
Risultati del Piano Triennale

Andamento della popolazione
Le stime della popolazione di cinghiale vengono condotte annualmente
con il metodo dell’osservazione diretta in aree campione opportunamente
scelte e rappresentative del territorio del Parco, con l’ausilio degli
operatori di selezione e degli agenti del C.F.S..
I risultati di tali stime degli ultimi 4 anni hanno evidenziato una sensibile
riduzione del numero di cinghiali rispetto agli anni precedenti, dovuta
anche agli interventi di prelievo, seguita da una fase di sostanziale
stabilità, con una popolazione variabile stimata tra circa 2000 e 2800
individui (fig. 1).

Prelievo selettivo
A fronte di tale entità di popolazione i contingenti di cinghiali abbattuti
con il prelievo selettivo variano tra 655 (nel 2004) e 289 (nel 2006).
Per ogni anno è stato definito un programma di contenimento basato
sulla consistenza e sui dati riproduttivi della popolazione, oltre che sui
risultati dei vari monitoraggi condotti, e che stabilisce gli obiettivi numerici
di cinghiali da abbattere. Le aree in cui si è registrato il prelievo maggiore
sono risultate in genere quelle di Fiastra e di Norcia.

Danni alle coltivazioni
In conseguenza della riduzione della popolazione di cinghiali, anche
l’entità dei relativi danni alle colture - tradotti in indennizzi pagati dal
Parco - risulta sensibilmente diminuita rispetto ai primi anni del
Programma Quinquennale, raggiungendo il livello minimo nel 2005.
Gli indennizzi maggiori sono risultati quelli relativi ai danni alle castagne
e alla coltura pregiata per eccellenza: la lenticchia di Castelluccio IGP.
Le colture maggiormente colpite in termini di estensione danneggiata
sono invece, con sensibili variazioni di anno in anno, erba medica,
foraggio ed orzo.
Inoltre, al fine di valutare il rapporto tra superfici coltivate e danni, è stato
selezionato un campione di Aziende..

Scelta dell’habitat
Sulla base dei dati sulla presenza del cinghiale raccolti su 229 chilometri
di transetti ripetuti stagionalmente per tre anni, si è potuto descrivere
dettagliatamente l’utilizzo dei diversi habitat da parte del cinghiale.
In particolare, si è evidenziato che la specie seleziona positivamente
le categorie forestali, con particolare preferenza per le foreste riparali e
di querce, mentre mostra minore predilezione per le faggete, utilizzate
in proporzione alla loro offerta; anche i coltivi sono attivamente scelti;
mostra di gradire meno l’ambiente di pascolo, le praterie e la vegetazione
dei campi abbandonati. Sulla base delle scelte ambientali effettuate nel
Parco è stata elaborata anche una carta di preferenza ambientale (fig. 2,
dove maggiore è il valore dell’Indice di Abbondanza Teorico, maggiore è
la preferenza ambientale)
che mostra come il cinghiale abbia habitat
favorevole soprattutto in una ampia fascia marginale rispetto al cuore del
Parco e in stretto contatto con il territorio esterno all’area protetta.

Monitoraggio dell’offerta alimentare forestale
Nell’ambito di questa ricerca è stato analizzato il prodotto forestale
rappresentato da ghiande, castagne e faggiole, che rappresentano alcuni
dei principali alimenti del cinghiale la cui abbondanza, pertanto, può
influire sulla riproduzione di tale specie, nonché sui danni alle colture.
Dai dati finora ottenuti, risulterebbe che negli anni ad elevata produzione
forestale - i cosiddetti anni di “pasciona” - vi sia una anticipazione e un
prolungamento della stagione riproduttiva, ma non vi sono evidenze di un
aumento dei casi di duplice riproduzione descritta in bibliografia.

Monitoraggio delle precipitazioni nevose e temperature
Il confronto tra l’andamento della popolazione di cinghiale e le condizioni
meteorologiche nei diversi anni ha confermato che la persistenza della
copertura nevosa ha rappresentato il principale fattore limitante per la
specie.


Il Prelievo selettivo

I metodi utilizzati
Per il contenimento della popolazione di cinghiale nel Parco vengono
utilizzati due metodi: l’abbattimento selettivo con arma da fuoco ad
anima rigata ed ottica di precisione e il trappolamento. Il primo consiste
nel cercare di abbattere gli individui in surplus con una tecnica individuale
di appostamento ed attesa, spesso attirando i cinghiali in luoghi
prestabiliti con l’ausilio di pasture e offerte alimentari. Il secondo
metodo, invece, prevede la cattura dei cinghiali in apposite trappole (ne
esistono di due tipi: fisse e rimovibili) in grado di catturare anche interi
branchi, sempre attirandoli con offerte alimentari. Finora, il Parco ha
autorizzato l’attivazione di 16 trappole (unità di cattura) distribuite
prevalentemente nelle aree agricole dell’area protetta (fig. 3).
Le modalità di svolgimento degli interventi di controllo numerico sono
disciplinati dal Regolamento del prelievo selettivo del cinghiale approvato
con DCD n. 4/2002 e s.m.i., disponibile sul sito www.sibillini.net.

Gli operatori di selezione
Il braccio operativo negli interventi di abbattimento è rappresentato dal
gruppo degli operatori di selezione abilitati dal Parco in seguito alla
frequentazione di un corso teorico e pratico organizzato dal Parco e al
superamento di un esame basato su prove, anch’esse teoriche e
pratiche. Finora gli operatori di selezione iscritti all’Albo sono 155, scelti
tra cacciatori prevalentemente residenti nei Comuni del Parco.
Essi sono suddivisi in gruppi che svolgono le attività nei sette settori di
prelievo. Il coinvolgimento dei cacciatori in queste operazioni è fondato
sia sulla loro conoscenza del territorio e dell’uso delle armi da fuoco,
sia sull’assenza di personale a tal fine specializzato operante nell’ambito
del Parco e del CFS.
Gli interventi di trappolamento avvengono con il coinvolgimento diretto
degli agricoltori, i soggetti che più di altri subiscono i danni arrecati dai
cinghiali. Anche tali operatori dovranno essere appositamente formati e
abilitati a cura del Parco.


Il Piano triennale di gestione del cinghiale 2008 - 2010

È in fase di approvazione il nuovo Piano di gestione del cinghiale per il
triennio 2008 - 2010. Esso segue le orme del precedente Piano,
basandosi sui risultati raggiunti, ma introduce anche alcune novità.
Innanzitutto, nell’ambito degli interventi di controllo numerico, in
attuazione anche di quanto raccomandato dall’Istituto Nazionale per la
Fauna Selvatica, l’impiego dei recinti di cattura, gestiti direttamente dagli
imprenditori agricoli, dovrà assumere un ruolo più importante rispetto agli
anni scorsi. Questa tecnica, infatti, oltre a coinvolgere i soggetti che dal
cinghiale subiscono danni, può essere vantaggiosamente adottata anche
nei periodi o nelle situazioni, come all’interno dei boschi, in cui
l’abbattimento selettivo è difficilmente praticabile. Inoltre, verranno avviate
specifiche attività di monitoraggio del capriolo che con il cinghiale
condivide ambienti e spazi simili. Particolare attenzione è stata posta
sulla valutazione dell’incidenza che gli interventi di controllo possono
avere nei confronti delle specie e degli habitat dei siti Natura 2000 senza
dimenticare, in particolare, che il cinghiale rappresenta la principale
preda del lupo, specie di interesse comunitario prioritaria ai sensi della
direttiva “habitat” 92/43/CEE.

Enrico Cordiner
(Laboratorio di Ecologia Applicata)

Alessandro Rossetti


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