I confini delle aree protette:
il caso elblematico di Ragnolo
Il nostro punto di vista
sulle energie rinnovabili
Bioedilizia, solare termico
e biomassa: un modello
di efficienza energetica
Idroelettrico:
esperienze e confronto
di piccoli produttori
Gestione del cinghiale:
risultati del Piano triennale
e prospettive future
Risultati del Piano Territoriale
Il Parco aderisce
al Programma di Azione
per la tutela
dell'Orso Marsicano
Le trappole fotografiche
per il monitaraggio
della fauna
Il Programma triennale
di conservazione del lupo
e di altri carnivori
Tre giorni con i lupi
Strategia per lo sviluppo
turistico sostenibile:
si chiude il quinquennio
attuativo
Le novità nel settore
turistico per il 2008
Uno sguardo sulle attività
nel 2008
Le trappole fotografiche per il monitoraggio
della fauna

Agli inizi del 1900 furono scattate le prime foto di animali con trappole
fotografiche; furono realizzate negli Stati Uniti e apparvero in diversi
articoli di The National Geographic Magazine. Successivamente la
tecnologia è migliorata ed oggi sono disponibili diversi modelli di sensori
e fotocamere specifiche per questo scopo. Numerose sono anche le
ricerche scientifiche condotte per rilevare la presenza di specie animali
elusive o rare in diverse parti del mondo: dal leopardo delle nevi
sull’Himalaya, alla tigre in India, alla lince pardina in Spagna, all’orso
dagli occhiali in Perù e tante altre.
In Italia solo da pochi anni si stanno applicando le trappole fotografiche
per lo studio di specie rare come l’orso, la lince, il lupo, il gatto selvatico,
la lontra ecc.. L’uso di questa tecnica può permettere non solo
l’accertamento della specie in un’area, ma in alcuni casi è possibile
distinguere individui diversi, eventualmente marcati, verificare la loro
riproduzione e rilevare anche dati comportamentali (ad es. le ore di
attività di una specie).
Per il monitoraggio dell’orso bruno nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini
è stata utilizzata inizialmente una trappola fotografica autocostruita (una
reflex Canon ed un sensore ad infrarosso termico). Successivamente, al
fine di ridurre l’eventuale disturbo prodotto dal flash, sono state utilizzate
delle trappole fotografiche Bushnell che scattano foto digitali all’infrarosso,
senza cioè l’uso del flash. Questo modello permette, inoltre, di riprendere
videoclip di 15 secondi che permettono di analizzare il comportamento
degli animali, sfruttando solamente la luce infrarossa. Le foto così
ottenute sono in bianco e nero e riportano sovraimpressa la data e l’ora
di passaggio dell’animale.
Sono state così scattate diverse foto di orso: 16 in 4 occasioni nel 2006,
mentre 15 foto e 13 videoclip in 8 occasioni nel 2007. Inoltre, sono state
fotografate altre 12 specie animali: riccio, quercino, ghiro, scoiattolo,
faina, tasso, gatto selvatico, volpe, capriolo, cervo, cinghiale e allocco.
Di particolare interesse sono risultate 10 foto di gatto selvatico,
fotografato in 6 occasioni. Questa specie, per altro molto elusiva, è stata
infatti monitorata nel passato principalmente con il metodo naturalistico
(ricerca di escrementi ed impronte). Ora è stata verificata la scarsa
affidabilità di questo metodo; infatti il 45% degli escrementi di gatto
selvatico, così riconosciuti da diversi esperti, sono risultati appartenere,
dalle analisi del DNA, ad altri animali (Castro et al., 2007). Ciò può aver
determinato notevoli errori di valutazione dell’areale di presenza di questa
specie.
Analogamente anche la presenza dell’orso marsicano potrebbe essere
meglio conosciuta attraverso l’applicazione sistematica di tali nuove
tecniche di studio (radiocollari gps, trappole fotografiche, trappole per peli
e analisi genetiche) che costituiscono una grande opportunità per il
monitoraggio e la conservazione di questa sottospecie così rara e così
preziosa.

Paolo Forconi e Massimo Dell'Orso
(Studio Faunistico Chiros)


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