I confini delle aree protette:
il caso elblematico di Ragnolo
Il nostro punto di vista
sulle energie rinnovabili
Bioedilizia, solare termico
e biomassa: un modello
di efficienza energetica
Idroelettrico:
esperienze e confronto
di piccoli produttori
Gestione del cinghiale:
risultati del Piano triennale
e prospettive future
Risultati del Piano Territoriale
Il Parco aderisce
al Programma di Azione
per la tutela
dell'Orso Marsicano
Le trappole fotografiche
per il monitaraggio
della fauna
Il Programma triennale
di conservazione del lupo
e di altri carnivori
Tre giorni con i lupi
Strategia per lo sviluppo
turistico sostenibile:
si chiude il quinquennio
attuativo
Le novità nel settore
turistico per il 2008
Uno sguardo sulle attività
nel 2008
Il Programma triennale di conservazione
del lupo e di altri carnivori

È in fase di avvio il Programma Triennale di conservazione del lupo e
di altri carnivori, promosso e coordinato dalla Regione Marche, in
collaborazione con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, le altre aree
protette e le Province.
Il lupo, animale simbolo dell’Appennino, è oggi una specie
particolarmente protetta dal quadro normativo nazionale e internazionale,
essendo tra l’altro classificata come d’interesse comunitario prioritaria
(allegato II della direttiva “habitat” 92/43/CEE). Esso svolge un importante
ruolo nella regolazione dei processi ecologici e la sua presenza è
sinonimo di qualità ambientale, contribuendo così anche alla
valorizzazione turistica del territorio.
Il lupo è però ancora oggi causa di conflitti con le attività zootecniche,
sebbene l’incremento delle sue grandi prede naturali, comprendenti
cinghiali, caprioli e cervi, tende a ridurre gli episodi di predazione nei
confronti del bestiame domestico. Tali conflitti sono purtroppo all’origine
delle azioni bracconaggio, che rappresentano la principale minaccia per
la specie in Italia.
La conservazione del lupo implica quindi l’attuazione di articolate
strategie gestionali volte anche a ridurre i conflitti con gli allevatori,
incentivando l’uso di sistemi più efficaci di prevenzione dei danni e
assicurando più rapide procedure di indennizzo. Alla base di ogni
intervento deve però essere garantita una adeguata attività di ricerca e
monitoraggio finalizzata alla conoscenza della consistenza numerica
della popolazione di lupo e della sua dinamica. Ciò al fine di
comprendere l’effettiva entità dei danni arrecati da questa specie rispetto
a quelli causati dai cani vaganti.
Questi sono i principali obiettivi che il Programma triennale si propone
di perseguire nei confronti del lupo, ma anche di altre importanti specie
di carnivori, quali l’orso e il gatto selvatico. In particolare, le principali
azioni comprendono il monitoraggio sistematico della specie, anche
attraverso l’analisi non invasiva del DNA (da inserire nella banca-dati
genetica delle popolazioni di lupo italiano, attualmente in fase di
costituzione presso il Laboratorio di genetica dell’INFS) e la
predisposizione di una rete di monitoraggio attraverso la metodologia di
fototrappolamento, nonché mediante tracciamento su neve e ululato
indotto. Tali informazioni verranno utilizzate per la redazione di linee
guida gestionali che dovranno tenere conto delle necessità di migliorare
il livello di accettazione del lupo da parte dei diversi settori della società,
anche attraverso il coinvolgimento delle comunità locali nel processo
decisionale.


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