Il Programma triennale di conservazione del lupo e di altri carnivori È in fase di avvio il Programma Triennale di conservazione del lupo e di altri carnivori, promosso e coordinato dalla Regione Marche, in collaborazione con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, le altre aree protette e le Province. Il lupo, animale simbolo dellAppennino, è oggi una specie particolarmente protetta dal quadro normativo nazionale e internazionale, essendo tra laltro classificata come dinteresse comunitario prioritaria (allegato II della direttiva habitat 92/43/CEE). Esso svolge un importante ruolo nella regolazione dei processi ecologici e la sua presenza è sinonimo di qualità ambientale, contribuendo così anche alla valorizzazione turistica del territorio. Il lupo è però ancora oggi causa di conflitti con le attività zootecniche, sebbene lincremento delle sue grandi prede naturali, comprendenti cinghiali, caprioli e cervi, tende a ridurre gli episodi di predazione nei confronti del bestiame domestico. Tali conflitti sono purtroppo allorigine delle azioni bracconaggio, che rappresentano la principale minaccia per la specie in Italia. La conservazione del lupo implica quindi lattuazione di articolate strategie gestionali volte anche a ridurre i conflitti con gli allevatori, incentivando luso di sistemi più efficaci di prevenzione dei danni e assicurando più rapide procedure di indennizzo. Alla base di ogni intervento deve però essere garantita una adeguata attività di ricerca e monitoraggio finalizzata alla conoscenza della consistenza numerica della popolazione di lupo e della sua dinamica. Ciò al fine di comprendere leffettiva entità dei danni arrecati da questa specie rispetto a quelli causati dai cani vaganti. Questi sono i principali obiettivi che il Programma triennale si propone di perseguire nei confronti del lupo, ma anche di altre importanti specie di carnivori, quali lorso e il gatto selvatico. In particolare, le principali azioni comprendono il monitoraggio sistematico della specie, anche attraverso lanalisi non invasiva del DNA (da inserire nella banca-dati genetica delle popolazioni di lupo italiano, attualmente in fase di costituzione presso il Laboratorio di genetica dellINFS) e la predisposizione di una rete di monitoraggio attraverso la metodologia di fototrappolamento, nonché mediante tracciamento su neve e ululato indotto. Tali informazioni verranno utilizzate per la redazione di linee guida gestionali che dovranno tenere conto delle necessità di migliorare il livello di accettazione del lupo da parte dei diversi settori della società, anche attraverso il coinvolgimento delle comunità locali nel processo decisionale. |
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