Intesa istituzionale di programma Governo-Regioni:
le proposte del Parco per la ricostruzione


La Regione Marche e la Regione Umbria hanno già
ricevuto dal Parco dei Monti Sibillini le schede di proposte progettuali.
Il decreto legge relativo agli interventi da realizzare nelle zone terremotate
(n. 6 del 30 gennaio 1998), convertito in legge 30 marzo 1998 n. 61,
prevede espressamente all’articolo 2 comma 2 che le regioni
predispongano il quadro complessivo dei danni e del relativo fabbisogno,
nonché il programma finanziario di ripartizione delle risorse assegnate
“con particolare riferimento al Parco nazionale dei Monti Sibillini
ed alle aree protette regionali”.
Le proposte che l’Ente Parco, in collaborazione con i Comuni umbri
e marchigiani dell’area protetta, ha presentato alle Regioni Marche
ed Umbria partono dal presupposto che, in considerazione della specificità
dell’area, la ricostruzione non può essere fine a se stessa ma deve puntare
a uno sviluppo sostenibile nel rispetto dell’ambiente cercando di non ripetere
le esperienze del passato che si sono rivelate fallimentari. Le schede
progettuali hanno comportato una richiesta complessiva di investimenti
per circa 52 miliardi. Si resta in attesa che le due Regioni si esprimano
in merito.

Le proposte presentate dalla Regione Marche...
Nel campo culturale, in considerazione del ruolo strategico che il territorio
del Parco può assumere per l’Università di Camerino, l’Ente Parco ha
proposto la realizzazione di un “Campus universitario diffuso” sul territorio
dei Comuni di Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra,
Acquacanina e Bolognola. Organizzando una efficiente rete di trasporti,
realizzando alcuni significativi laboratori didattici e incentivando gli abitanti
ad offrire le proprie abitazioni agli studenti a prezzi equi - in ciò è l’impegno
dell’Ente Parco - si darà la possibilità all’Università di Camerino
di qualificare ulteriormente la propria offerta didattica in modo da suscitare
una domanda aggiuntiva di iscrizioni. Inoltre, il Santuario di Macereto, grazie
alla collaborazione della Curia di Camerino, potrà diventare, durante tutto
il corso dell’anno, centro culturale di eccellenza, in particolare per quanto
riguarda gli studi religiosi, la storia del territorio, dell’arte e dell’archeologia,
le discipline dell’ambiente e della protezione della natura. L’importo richiesto
per la realizzazione di questi obiettivi è di L. 2.307.436.000.
Successivamente una proposta analoga potrà essere fatta per il territorio
di Cessapalombo e di San Ginesio che, gravitando maggiormente
su Macerata, potrà rappresentare un laboratorio ideale per l’Ateneo
maceratese e in particolare per la sua facoltà di lettere.
Nel campo ambientale, è previsto il recupero edilizio dell’antico borgo
di Ravaio a Fiegni (Fiastra) di proprietà della Regione Marche dove verrà
realizzato un centro polivalente di formazione ambientale per tecnici
degli enti locali, un centro di servizi forestali e di assistenza tecnica per gli
interventi a basso impatto ambientale a supporto dell’attività dell’Ente Parco
e delle Comunità Montane nonché un centro visita e di educazione
ambientale con la realizzazione di un giardino botanico. Tale centro potrà
essere caratterizzato per la sua accessibilità a tutti, secondo la scelta
strategica dell’Ente Parco di essere effettivamente un “Parco per tutti”.
Il costo del progetto è di L. 7.505.270.000.
Nell’ambito turistico si intende promuovere il turismo naturalistico
rafforzando e ampliando la rete delle Case del Parco incentivandone
l’iniziativa imprenditoriale e realizzando intese con altri Enti. Inoltre
si intende promuovere il turismo anche per i disabili che in Italia è
praticamente inesistente mentre in altri Paesi europei rappresenta una
consistente porzione dell’intero settore turistico. A tal fine si dovrà creare un
clima culturale adeguato, dovranno essere eliminate, attraverso contributi
a fondo perduto, le barriere architettoniche in tutte le strutture ricettive
e nelle strutture pubbliche e si dovranno realizzare sentieri attrezzati
per tutti. L’intervento prevede una spesa iniziale di L. 4.050.000.000
In questo contesto anche le frazioni dovranno, attraverso la ricostruzione,
ricevere nuova linfa vitale attraverso la realizzazione di un’efficiente rete
di trasporti tra frazioni e capoluogo; si dovrà garantire l’esistenza di un
esercizio pubblico almeno nelle principali frazioni e promuovere l’attività
di accoglienza da parte dei residenti sostenendo la realizzazione di strutture
ricettive adeguate (es. bed and breakfast). Questi interventi
per la rivitalizzazione dei borghi saranno accompagnati e seguiti
da un “osservatorio” ubicato presso la sede del museo antropogeografico
di Amandola.
Per la rivitalizzazione dei borghi, la realizzazione di sentieri natura
accessibili ai disabili, per il recupero di antichi complessi da destinare a fini
turistici e per la ristrutturazione della sede del Parco è prevista la somma
complessiva di L. 26.674.505.000.

... e quelle presentate dalla Regione Umbria
I progetti sono legati al restauro e consolidamento di strutture pubbliche
inerenti la gestione e la fruizione del Parco.
Nel Comune di Preci sono previsti interventi di ristrutturazione di edifici per
un importo di 3 miliardi mentre nel Comune di Norcia sono stati richiesti 7
miliardi per un intervento in località Poggio Vallaccone, attualmente di
proprietà della Cooperativa Stalla sociale di Frascaro. Risolvendo l’annosa
questione in corso con la Regine Umbria per finanziamenti concessi
alla Cooperativa ex-lege 40/1985 si prevede di realizzare, oltre a un centro
visite e a un recinto faunistico, una foresteria e un camping (oppure, in
alternativa, un centro benessere) nell’omonima tenuta agricola di 189 ettari,
ubicata in una posizione particolarmente felice dal punto di vista panoramico
e logistico, in prossimità della galleria di Forca Canapine. Altri 2 miliardi,
invece, sono stati richiesti per intervenire nei pressi di Porta Romana,
uno degli ingressi principali della città di Norcia, per il recupero dell’area
adiacente alle sorgenti del Salicone, necessarie per il regime idrico
delle Marcite, e per la ristrutturazione del Casale Viola,
una delle testimonianze storico-rurali più rilevanti della città.
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